Dopo l’intera stampa estera, il Ppe e la Commissione europea anche Angela Merkel si fa sentire con Silvio Berlusconi. La cancelliera si è detta “convinta che gli elettori italiani voteranno in modo tale da garantire che l’Italia resti sul cammino giusto”. Un riferimento neanche tanto velato ribadito da una frase successiva: “Io sostengo quello che Mario Monti ha messo in campo per le riforme”. Il nome del Cavaliere lo fa, invece, esplicitamente il ministro degli Esteri Guido Westerwelle che assicura che il governo tedesco non intende immischiarsi, “ma una cosa non accetteremo: che la Germania sia fatta oggetto di una campagna elettorale populista”. “Se l’Italia interrompesse il percorso delle riforme, questo sarebbe uno sviluppo pericoloso per l’Europa” ha ribadito il ministro.
Berlusconi si era infatti dipinto come una sorta di “signor No” dell’Unione Europea: “Io ho detto di no quando la signora Merkel chiedeva che alla Grecia fossero imposte delle riduzioni che l’avrebbero portata, come pensavo e come poi è stato, quasi alla guerra civile. Ho detto di no quando si è parlato di Tobin Tax. Ho detto di no quando si è trattato di far calcolare alle banche i titoli del debito pubblico posseduti non al valore di rimborso ma del secondo mercato, costringendole a patrimonializzarsi di più”.