Riassumendo: dopo un anno di governo di tecnici cialtroni guidato da Mario Monti, ora dimissionario, dopo che è stata reintrodotta la tassa sulla casa (compresa la prima), dopo che sono state tagliate le pensioni, tagliati i fondi a sanità e scuola, aumentate varie altre tasse e tutti i servizi pubblici, dopo che il debito pubblico è aumentato, dopo che è stato cancellato l’articolo 18, dalla prossima settimana ci ritroveremo con lo spread che riprenderà a salire e a riportarci al punto in cui eravamo 12 mesi fa. Che non ci siano dubbi su questo, perché è la pistola che da stasera l’ex rettore della Bocconi sta puntando alla tempia di Berlusconi.
Tutto ciò succede perché, alla caduta dello zombie di Arcore, in casa Pier Luigi Bersani fecero un ragionamento fondato (e tipico della sinistra del compromesso storico: giocare di rimessa, mai essere coraggiosi e andare all’attacco): nelle macerie che seguiranno, solo noi del Pd resisteremo, dunque meglio rimandare le elezioni; i risultati univoci dei sondaggi assegnano una ragione meramente matematica a quel calcolo.
Ma chi trova la sua strategia nel pallottoliere, è destinato a fallire (e a farci fallire): ora il paese non ha più né energie né coesione per reggere a un ulteriore scossone economico con conseguenti impoverimenti generalizzati delle classi medio-basse.
Abbiamo buttato via un anno e risorse preziosissime.
Dalle parti del Partito Democratico hanno dimostrato tutto il tatticismo e cinismo di cui sono capaci. L’anno prossimo sarà, economicamente e socialmente, un anno terribile. So chi ringraziare per averci reso più poveri e con meno diritti.
Grazie mille Democratici.