L'ipotesi è truffa aggravata ai danni di enti pubblici tra cui la Regione Emilia Romagna, la Provincia di Rimini e il ministero dei Beni culturali
Fingere perdite, con bilanci fasulli, e accedere così a un salvagente pubblico. Una vecchia e italica regola. Questa volta, però, è toccata a quella che si ritiene una Fondazione e dunque no profit, la stessa che lavora tutto l’anno per mettere in piedi quella grande vetrina che è il Meeting di Cl a Rimini, regno fino a pochi mesi fa di Roberto Formigoni, l’uomo che voleva dire anche meeting. Così la guardia di finanza ha sequestrato beni per oltre un milione di euro tra immobili e saldi attivi risultanti dai rapporti bancari intestati alla Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli nonché ad alcuni amministratori, dirigenti e funzionari amministrativi della stessa Fondazione. Il decreto di sequestro preventivo emesso dal Gip del Tribunale di Rimini.
Il provvedimento è stato emesso nell’ambito di una articolata attività investigativa coordinata dalla Procura della Repubblica di Rimini e che vede nella bufera la Fondazione con l’accusa nei confronti del presidente e del direttore amministrativo per truffa aggravata. Le indagini hanno preso spunto da un’attività di verifica fiscale effettuata della Fondazione Meeting per l’amicizia fra i Popoli che organizza il grande summit annuale di Comunione e liberazione.
Le indagini – sono stati acquyisiti anche documenti in enti pubblici locali, regionali e ministeriali – avrebbero appurato che per l’organizzazione delle manifestazioni del Meeting 2009 e 2010, la Fondazione ha percepito illecitamente contributi pubblici dalla Regione Emilia Romagna, dall’Agenzia Marketing turistico della riviera di Rimini (ente della Provincia di Rimini), dalla Camera di Commercio di Rimini e dal Ministero dei Beni ed Attività Culturali per 310.000 euro. Secondo l’accusa sono stati indotti in errore i vari enti (che per legge o regolamento possono erogare contributi esclusivamente a manifestazioni prive di utile o avanzi di gestione) sulla sussistenza di un passivo di bilancio della stessa Fondazione.
In base alle indagini, la Fondazione avrebbe presentato e allegato alle richieste di contributi bilanci e rendiconti non conformi al vero, riportanti false perdite ottenute attraverso l’utilizzazione di una società interamente controllata dalla Fondazione deputata alla raccolta di pubblicità per la realizzazione della manifestazione Meeting alla quale attribuire, a seconda degli anni, quote percentuali variabili di introiti pubblicitari in modo da ridimensionare i ricavi ed ottenere una perdita di bilancio. Ma anche con l’acquisto di spazi pubblicitari su pubblicazioni gestite da una società controllata dalla Compagnia delle Opere, fatturati il doppio della tariffa massima prevista dal listino normalmente praticato. Così è stata avanzata una richiesta di sequestro per equivalente ai fini della confisca sulle disponibilità degli indagati concorrenti nel reato, nonchè dei beni nella disponibilità della Fondazione per l’importo corrispondente al profitto del reato. In pratica in capo ad ognuno dei tre indagati e alla Fondazione è stato praticato un sequestro di 310.000 euro.
L’attività di polizia giudiziaria – fanno sapere gli inquirenti – è ancora in corso e non si escludono ulteriori sviluppi.