Anche Luigi Amicone, uno dei fedelissimi di Silvio Berlusconi, gli volta le spalle. Il direttore di Tempi, settimanale ciellino distribuito con Il Giornale di Sallusti, da sempre un pasdaran e uno dei maggiori sostenitori dell’ex premier, ora ha solo parole dure contro Berlusconi e il suo ritorno in campo. Dalle colonne del Mattino Amicone, in un’intervista, sostiene che in alcuni ambienti di Comunione e liberazione c’è “delusione e rabbia” per la piega che Silvio Berlusconi sta facendo prendere al Pdl. Il direttore spiega che “è forte la delusione comune a tanti cittadini che avevano creduto nella battaglia politica del Pdl rivolta a liberare la società dai lacciuoli della burocrazia”.

Accusa Berlusconi di non pensare al bene dei cittadini, ma di voler ricandidarsi per evitare i suoi guai giudiziari: “C’è rabbia perché questo leader non si rende conto che un partito non può mettere al primo posto i suoi bisogni di tipo giudiziario”. E ancora: “Il solo nome di Berlusconi evoca prospettive nere nell’establishment internazionale” e del resto “possibilità di vittoria non ce ne sono per il centrodestra. Berlusconi ha bloccato il rinnovamento del Pdl vero, la trasformazione in Ppe italiano, nell’obiettivo di guadagnare quei cinquanta, sessanta deputati fedeli al capo e ai suoi interessi”. Meglio sarebbe stato andare avanti con Forza Italia 2.0, “liberando il partito dal suo capo carismatico”. La battaglia per ora la potrà portare avanti “di sicuro Mario Mauro”. Nel frattempo “dopo le elezioni – a fronte di qualsiasi risultato – bisognerà appoggiare chi sarà chiamato alla guida del Paese. Anche se dovesse essere Bersani, come appare molto probabile”. E sui temi etici “ci potrebbe essere una moratoria di due anni” visto che “c’è ben altro cui pensare: il pane viene prima dei temi bioetici”.

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