Il leader del Pdl è indagato, in concorso con Valter Lavitola, per aver indotto Gianpaolo Tarantini a rendere false dichiarazioni alla magistratura nell'inchiesta sulle escort. La Cassazione conferma l'ordinanza di custodia cautelare in carcere per l'ex direttore dell’Avanti. Rinviata all'8 febbraio l'udienza preliminare per gli otto imputati per associazione a delinquere finalizzata allo sfruttamento della prostituzione: la D'Addario ha chiesto di costituirsi parte civile
Proroga di sei mesi alle indagini su Silvio Berlusconi nel caso escort. Il provvedimento – motivato, a quanto pare, dalla complessità delle indagini in corso – è stato firmato dal gip del tribunale di Bari Sergio Di Paola, su richiesta del procuratore aggiunto inquirente Pasquale Drago. Il leader del Pdl è indagato a Bari, in concorso con Valter Lavitola, ex direttore dell’Avanti, per aver indotto Gianpaolo Tarantini a rendere false dichiarazioni alla magistratura nell’inchiesta sulle escort.
Lo stesso provvedimento era stato notificato circa un mese fa a Lavitola, poiché il nome del faccendiere napoletano è stato iscritto prima di quello dell’ex premier nel registro degli indagati. L’inchiesta fa riferimento alle presunte pressioni esercitate da Lavitola, su richiesta di Berlusconi, per indurre Tarantini a mentire sul giro di escort portate a casa dell’allora premier tra il 2008 e il 2009. Secondo l’accusa, su istigazione dell’allora capo del governo e in cambio di almeno 500.000 euro ricevuti da Berlusconi, Lavitola avrebbe indotto Tarantini a rendere dichiarazioni false alla procura di Bari negli interrogatori del 19 e 31 luglio 2009.
La corte di Cassazione, intanto, ha confermato l’ordinanza di custodia in carcere nei confronti di Lavitola, emessa nei mesi scorsi su richiesta dei pm di Napoli Vincenzo Piscitelli e Harry John Woodcock. Il processo comincerà il 21 dicembre prossimo.
Sui fatti indaga anche la procura di Roma che ritiene, limitatamente al periodo marzo-luglio 2011, che Lavitola, Tarantini, la moglie di quest’ultimo, Angela Devenuto, e due collaboratori di Tarantini abbiano estorto danaro a Berlusconi (che quindi sarebbe parte lesa) in cambio delle menzogne precedentemente dette alla procura di Bari. Davanti ai pm baresi, infatti, Tarantini ha sempre sostenuto che Berlusconi non sapeva che quelle donne fossero prostitute. Secondo i magistrati baresi, invece, dagli atti emergerebbe che l’allora capo del governo era consapevole di avere rapporti sessuali con escort.
E’ stata aggiornata all’8 febbraio prossimo invece l’udienza preliminare alle otto persone imputate nell’inchiesta sulle escort portate da Gianpaolo Tarantini nelle residenze private dell’allora premier Silvio Berlusconi. Oltre ai fratelli Tarantini, Gianpaolo e Claudio, i pm hanno chiesto il processo per Sabina Began, la cosiddetta “Ape regina” delle feste di Berlusconi, per le showgirl Letizia Filippi e Francesca Lana, l’avvocato fasanese Salvatore Castellaneta, detto Totò, referente – secondo l’accusa – per l’organizzazione delle feste private a Milano, e per gli amici e soci in affari di Tarantini, Pierluigi Faraone e Massimiliano Verdoscia. Gli imputati sono accusati di reati a vario titolo relativi ad una presunta associazione a delinquere finalizzata all’induzione alla prostituzione. Prima dell’udienza il gup Ambrogio Marrone deciderà se le escort sono o meno persone offese e se, quindi, si possono costituire parte civile. La questione si è posta con la richiesta di costituzione parte civile di Patrizia D’Addario. Nel corso dell’udienza di oggi non si è discusso di riti alternativi, anche se informalmente è emerso che Gianpaolo Tarantini e l’avvocato Totò Castellaneta intendono chiedere il rito abbreviato.
Il 13 novembre 2015 il Tribunale di Bari ha assolto Letizia Filippi, fra gli altri, da ogni accusa.