L’onere della raccolta firme per presentarsi alle elezioni in Italia da anni si è trasformato in uno strumento per impedire la partecipazione a chi intende farlo rispettando la legge, cioè prendendo firme vere davanti ad un autenticatore e sull’elenco di candidati.
Raccogliere oltre 100 mila firme divise per collegio, come è previsto per le elezioni politiche, è un’impresa difficilissima. Farcela in poche settimane, senza avere un esercito di consiglieri comunali/provinciali e senza che lo Stato metta a disposizione gli autenticatori è praticamente impossibile. A meno, certo, di non farlo “alla Formigoni”.
La situazione oggi è questa: sono quattro i partiti – Pd, Pdl, Lega e Idv– sicuri di partecipare alle elezioni perché la legge li esenta dal raccogliere le firme, potendo peraltro scegliere i candidati e le alleanze sino all’ultimo minuto. Tutti gli altri invece devono raccogliere e di brutto, spendendo tempo e denaro.
Al tempo dei partiti di massa con le sedi sul territorio, il sistema della raccolta firme svolgeva la funzione di evitare che la scheda elettorale si riempisse di sigle temerarie. Ora che son cambiati i tempi, il sistema poteva ancora avere senso se fosse stato possibile firmare via web. Ma non è così.
Una trappola inventata per il M5S? In realtà, tra tutte le liste che rimarranno fuori, l’unica a potercela fare è proprio il M5S. Con un paio di firma-day e relativa (anche se parziale) risonanza mediatica, anche nel Sud l’appello alla firma può funzionare.
Sia chiaro, il merito è di chi ha costruito una rete che unisce migliaia di ragazzi e ragazze. Chapeau.
Di fronte all’indifferenza dei partiti di potere, siccome anche io non mi fido delle nostre istituzioni, rivolgo a Beppe Grillo e al M5S una domanda: siete sicuri che possa bastarvi una prova di forza che metta al sicuro solo quei cittadini che vorrebbero votare voi? E tutti gli altri italiani che vorrebbero votare gli Ecologisti, i Radicali etc?
La proposta che faccio al M5S è quella di trasformare insieme i “firma-day” in una festa di resistenza democratica.
Lo Stato ostacola l’esercizio del diritto di elettorato attivo e passivo? Allora offriamolo noi quel servizio pubblico che manca. Facciamo in modo che quei giorni, nello stesso luogo, i cittadini possano scegliere di firmare anche le liste di chi altrimenti sarà fatto fuori. Ciascuno con il suo banchetto ovviamente, saranno poi le persone a decidere quale lista sottoscrivere e sono certo che non mancherà la fila ai vostri tavoli. Gli autenticatori potranno mettersi a disposizione per tutti, come già Di Pietro ha annunciato di voler fare.
Sarebbe un evento che costringerebbe persino la Rai a fare il suo dovere, perché sarebbe costretta a informare i cittadini di questa prerogativa: decidere loro, firmando, chi merita di presentarsi alle elezioni.
Pensateci, anziché rispondere all’illegalità dei partiti di potere con l’autosufficienza del M5S, vi propongo di lottare perché i cittadini possano davvero scegliere chi votare.
Oggi siete voi ad avere in mano la chiave di accesso alle elezioni per chi non ha la vostra forza.
Non si può aspettare di vincere per affermare la democrazia.
Altrimenti le elezioni rimarranno una lotta tra potenti, quelli partitocratici da una parte e quelli rivoluzionari dall’altra.