Il crollo del mercato dell’auto non si ferma: a novembre le immatricolazioni in Europa sono state 965.918, con un calo su base annua del 10,1%. Nei primi 11 mesi dell’anno, con 11.690.109 immatricolazioni, scendono del 7,2% rispetto allo stesso periodo del 2011. E’ il dato peggiore dal 1993. L’unico paese in cui le immatricolazioni a novembre sono risultate in crescita è il Regno Unito, +11,3%, mentre si registrano cali in tutti gli altri mercati principali: -3,5% in Germania, -19,2% in Francia, -20,1% in Italia e -20,3% in Spagna. Il quadro per i primi 11 mesi è simile: il mercato del Regno unito è l’unico in espansione (+5,4%). Germania (-1,7%), Spagna (-12,6%), Francia (-13,8%) e Italia (-19,7%) sono in calo. Dato che conferma quello comunicato il primo del mese dal ministero dei Trasporti.

Poco confortanti anche i dati riguardanti la Fiat, che pure sottolinea un miglioramento in Germania, Regno Unito, Spagna, Belgio e Svizzera. Nel complesso, il gruppo ha fatto segnalare un calo di vendite in Europa del 12,8%, con una quota di mercato scesa al 6,1%, rispetto al 6,3% di un anno fa ed al 6,5% segnato ad ottobre. Preoccupante anche il dato relativo ai primi 11 mesi del 2012, durante i quali il gruppo torinese ha registrato una quota di mercato del 6,4%, contro il 7,1% ottenuto nello stesso periodo del 2011: nello stesso periodo le vendite sono calate del 16%, dalle 869.542 di gennaio-novembre 2011 alle 730.250 di quest’anno. In crescita Volkswagen (dal 23,2% al 24,8%) e Bmw (dal 5,9% al 6,3%); in calo Renault (dal 9,7% al 8,5%) e il gruppo Peugeot-Citroen (dal 12,6% all’11,9%).

La diffusione dei dati, unita allo spettro di un aumento di capitale poi smentito dall’azienda, ha comportato un prevedibile crollo delle azioni Fiat. A Piazza Affari il titolo del Lingotto, sospeso in apertura per eccesso di ribasso, è stato riammesso alle contrattazioni e dopo aver toccato una perdita vicina la 6% a chiuso la seduta in calo dell’1,94% a 3,63 euro.

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

Bankitalia, debito pubblico sfonda quota 2000 miliardi

next
Articolo Successivo

I politici devono confrontarsi su idee e programmi

next