Farmacisti, tabaccai, liberi professionisti. Sono loro le vittime prescelte di quella che Federconsumatori non esita a definire una “truffa bella e buona”. Chiamiamola pure la truffa dei buoni viaggio, tanto per intenderci. A essere interessate moltissime persone su tutto il territorio nazionale: da Mantova a Bergamo, passando per Verona e Pistoia fino a Roma, Napoli e Reggio Calabria. “Ma una stima precisa di quanti siano i truffati – spiega Iacopo Rebecchi, avvocato di Federconsumatori Mantova, dove in pochi giorni sono arrivate decine di segnalazioni di persone entrate nel mirino di questo imbroglio fatto di pezzi di carta e atti di citazione avanti al giudice di Pace – non siamo ancora in grado di farla, poiché i casi stanno venendo a galla in questi giorni e aumentano a vista d’occhio su tutto il territorio nazionale. Senza dimenticare il sommerso, ossia coloro che hanno già pagato evitando di segnalare la vicenda”.
Il raggiro funziona più o meno in questo modo. Una agenzia viaggi contatta telefonicamente i malcapitati e propone loro meravigliosi tour a prezzi stracciati. Nessuno, o quasi, accetta, ma dopo qualche settimana a casa degli interessati, loro malgrado, arriva una busta raccomandata con ricevuta di ritorno. All’interno 4 buoni viaggio del valore di 260 euro. “Ho firmato – racconta una signora proprietaria di una tabaccheria in provincia di Mantova, caduta nella rete dei truffatori – pensando si trattasse dell’ennesima trovata pubblicitaria di un’agenzia viaggi e subito dopo ho gettato la busta con tutto il contenuto nel cestino. Dimenticandomene”. A rinfrescarle la memoria, qualche settimana più tardi, arriva una lettera dall‘avvocato di Euroservice: “Una società fantomatica – sostiene Rebecchi di Federconsumatori Mantova – già con sede legale a Lecce e domiciliata a Roma”. Nella missiva, dai toni minacciosi, la società ricorda alla signora che non ha ancora pagato i buoni viaggio già inviati e che, non avendo esercitato il diritto di recesso nei dieci giorni previsti dalla legge, è tenuta a farlo avendo ordinato telefonicamente la merce per un valore di 260 euro.
“La signora non ha mai ordinato nulla – prosegue Rebecchi – così come non hanno ordinato nulla le centinaia di persone a cui sono arrivate queste lettere. Alle quali Euroservice ha pensato bene, a scopo intimidatorio, di allegare un fac simile di un atto di citazione davanti al giudice di Pace. Per far capire bene, a chi non avesse intenzione di pagare, quale sarebbe stato il prossimo passo”. Passano ancora alcune settimane e arriviamo ai giorni nostri. Da fine novembre Euroservice inizia a mandare una valanga di atti di citazione avanti al Giudice di Pace di Roma, redatti senza l’assistenza di un avvocato in quanto la controversia è al di sotto dei mille euro. La richiesta è di versare 392 euro, i 260 dei buoni ordinati più gli interessi e le spese. Ma la fantomatica società aggiunge, bontà sua, che rinuncerà a iscrivere a ruolo la causa se gli interessati pagheranno la somma dovuta entro 15 giorni dal ricevimento dell’atto giudiziario. “In molti hanno pagato – spiega il legale dell’associazione che difende i diritti dei consumatori – perché trattandosi, per lo più, di commercianti e liberi professionisti con buone disponibilità economiche, hanno preferito non trascinare troppo a lungo la faccenda evitandosi ulteriori spese legali”. Per fortuna, però, non tutti hanno saldato e chi non l’ha fatto si è rivolto alle associazioni dei consumatori o alle forze dell’ordine per denunciare i tentativi di raggiro. “Insieme a Federconsumatori nazionale – spiega ancora Rebecchi – stiamo raccogliendo tutte le segnalazioni che ci stanno arrivando sul caso Euroservice. E sono moltissime. Aumentano ogni giorno. Per questo stiamo costituendo, a livello nazionale, una task force di legali per perseguire questa truffa, scovare Euroservice e fare in modo che nessuno ci caschi più”. Federconsumatori invita i cittadini che hanno ricevuto tale atto di citazione a rivolgersi ai suoi uffici.