A tre giorni dall’espulsione dal Movimento 5 stelle dei consiglieri Giovanni Favia e Federica Salsi, Parma prende finalmente una posizione, ma senza sbilanciarsi troppo e rimanendo, almeno in apparenza, super partes rispetto a ogni sorta di polemica. Senza parteggiare apertamente per i due ex colleghi né per Beppe Grillo, in una nota scritta che secondo gli annunci degli attivisti avrebbe dovuto essere mandata sin dalle prime ore dopo l’epurazione, e che in questi giorni di ritardo è stata più volte abbozzata, rivista, corretta e riscritta a più mani, il Movimento 5 stelle ducale invita all’unità. Puntando il dito più sui toni, che sul merito della questione.

“Quanto successo negli ultimi giorni ha portato a modalità di confronto che ci colpiscono. – scrivono – I toni molto alti di queste divergenze hanno generato un conflitto che ha trasceso l’oggetto del contendere. Le idee uniscono, questo è il nostro sentire. Le divisioni sono figlie di un pensiero che non ci appartiene”. I rappresentanti del Movimento si dicono “sorpresi proprio dall’intensità di questa dinamica azione-reazione” e chiedono chiarimenti su quanto accaduto, come aveva anticipato il sindaco Federico Pizzarotti. “Impossibile esprimersi senza i dovuti approfondimenti – continua la nota – Si deve chiarire il perché di alcune scelte e delle conseguenze. È doveroso verso i cittadini e verso questo Movimento in continuo sviluppo che tutta Italia e l’Europa guardano con interesse”.

Quindi l’invito al confronto e al dialogo, sempre però senza parlare di espulsioni e soprattutto senza mai citare Favia, Salsi o Grillo: “Al di là di questa vicenda, restiamo convinti che solo attraverso la discussione ed un confronto civile si generino le idee migliori per la società. È un’opinione che portiamo spesso anche in consiglio comunale. In questo periodo politicamente complesso – concludono – e di transizione sentiamo la necessità di restare uniti: il vero avversario infatti è un sistema politico che da 20 anni a questa parte non è stato in grado di rispondere alle esigenze dei cittadini. Tanti consiglieri svolgono un’importante e cruciale lavoro per la nostra società e sicuramente tutti, nessuno escluso, continueranno a lavorare con questo preciso intento”.

A rompere per primo il silenzio quasi irreale in cui si erano chiusi dopo la scomunica i Cinque stelle di Parma, è stato in realtà il capogruppo in consiglio comunale Marco Bosi, che sulla sua pagina di Facebook si era espresso sulla vicenda proprio poche ore prima che venisse inviato il comunicato. “Mi è stato chiesto da diversi giornalisti cosa pensassi del caso Favia-Salsi – ha scritto Bosi – Premesso che li ritengo due ottimi consiglieri, Favia in particolare è uno di quelli che ha dato di più per il M5S. Il tour semestrale ha dimostrato la fiducia degli elettori nei suoi confronti”. Sulla decisione di Grillo il capogruppo ha però una posizione più netta: “Non mi permetto di dire se le ultime vicende fossero tali da espellere qualcuno o meno. Mi permetto però di dire che vorrei che scelte così influenti per il nostro movimento fossero prese dopo una discussione interna nella quale ognuno può esprimere la sua opinione. Io credo che se si voglia maturare fino ad arrivare a forza di governo il metodo sia fondamentale. È su quello che dobbiamo continuare a lavorare”.

Dichiarazioni che, come quelle del Movimento, arrivano dopo giornate di incontri e discussioni. Nelle ultime ore attivisti ed eletti dei Cinque stelle si sono confrontati su quale linea tenere: quella di appoggio indiscusso a Beppe Grillo (e Gianroberto Casaleggio) e quella di solidarietà a Favia e Salsi, mista però alla paura di fare la loro stessa fine. Ma le posizioni non sono state unanimi. Se fin dal primo giorno qualcuno avrebbe voluto schierarsi dalla parte dei due espulsi, qualcun altro ha invece invitato alla cautela per non scatenare ulteriori bufere interne e danneggiare l’immagine del Movimento in vista delle elezioni. Altri invece non hanno gradito le esternazioni in televisione di Salsi e di Favia la sera dell’espulsione. “Avevamo già pronto un comunicato il primo giorno – spiegano alcuni – ma poi abbiamo sentito cosa hanno detto in tv e non ci sono piaciuti. Quindi abbiamo deciso di riscriverlo”.

Il silenzio dei Cinque stelle parmigiani pesava come un macigno in questi giorni. La collaborazione tra la città ducale e Bologna è sempre stata molto forte: durante la campagna elettorale di Pizzarotti a tenere a battesimo gli eventi più importanti, tra cui anche i due comizi di Grillo in piazzale della Pace, c’erano sempre Favia e il collega Andrea Defranceschi, come c’erano, insieme alla Salsi, a festeggiare davanti al Municipio la vittoria del sindaco parmigiano. E il legame con i due “fratelli maggiori” di via Aldo Moro è continuato anche dopo la vittoria di Parma. Tanto che nemmeno un mese fa, quando Favia e Defranceschi avevano rimesso nelle mani degli elettori il proprio mandato, gli attivisti locali li avevano promossi in pieno, al di là di tutte le polemiche appena scoppiate sul fuorionda di Favia e sulla partecipazione ai talk show. Per questo già dalle prime ore dopo l’epurazione in tanti su Facebook avevano chiesto di prendere una posizione a Pizzarotti e ai suoi. 

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