"Così sta avvenendo in Francia, dove attorno alle posizioni della Chiesa cattolica contraria al matrimonio omosessuale si stanno ritrovando ortodossi e protestanti, ebrei, musulmani, intellettuali laici" si legge in un editoriale dell'Osservatore Romano, a firma del direttore Giovanni Maria Vian, dedicato al messaggio per la Giornata Mondiale della Pace
La Chiesa non è isolata sul tema delle nozze gay. “Nell’esprimere preoccupazione e dissenso sull’ipotesi di nozze gay, la Chiesa Cattolica non è affatto isolata” si legge in un editoriale dell‘Osservatore Romano – a firma del direttore, professor Giovanni Maria Vian – dedicato al messaggio per la Giornata Mondiale della Pace reso noto oggi in cui il Papa definisce i tentativi di accomunare i matrimoni gay a quelli fra uomo e donna “un’offesa contro la verità della persona umana” e “una ferita grave inflitta alla giustizia e alla pace”.
“Così – rileva l’articolo – sta avvenendo in Francia, dove attorno alle posizioni della Chiesa cattolica contraria al matrimonio omosessuale si stanno ritrovando ortodossi e protestanti, ebrei, musulmani, intellettuali laici“. L’articolo si sofferma anche sul tema della libertà religiosa, affrontato nel testo con grande energia da Papa Ratzinger, in particolare riguardo alla situazione dei paesi di più antica evangelizzazione, quindi a partire dall’Europa. Un tema, scrive il professor Vian, “specialmente caro anche alle Chiese sorelle dell’ortodossia, come ha sottolineato nella festa di sant’Andrea il patriarca Bartolomeo”. Essa, ricorda il giornale della Santa Sede commentando il messaggio papale, “va promossa non soltanto come libertà da costrizioni di qualsiasi tipo ma, da un punto di vista positivo, come libertà di espressione pubblica della religione”.
“Accanto ai temi biopolitici e a quelli che riguardano l’ineliminabile dimensione sociale della fede Benedetto XVI – rileva ancora il direttore dell’Osservatore – colloca la critica al liberismo radicale e alla tecnocrazia e la difesa del diritto al lavoro. Per auspicare che temi come la strutturazione etica dei mercati e la crisi alimentare restino al centro dell’agenda politica internazionale. Ma nella convinzione – conclude l’editoriale – che il ruolo della famiglia e quello dell’educazione restano fondamentali. Su un tema, la pace, che davvero riguarda tutti”.