Il Pdl è diviso in mille anime, ma chi festeggia in questi giorni sono gli animatori di "Italia popolare", la fronda del partito pronta a rifugiarsi sotto l'ala di Mario Monti in una nuova formazione ispirata al Ppe. Tra loro potrebbero esserci anche Cicchitto e Alfano, ma c'è il veto di Montezemolo e Riccardi
É entrato ufficialmente nella famiglia Popolare europea, evviva evviva”. Eccoli là, pronti a intestarsi la mossa politica di Mario Monti. Quel che resta del Pdl è frammentato in mille pezzi (più verosimilmente quattro parti), e tutti cercano una strada per uscire dal pantano. Ma a festeggiare ieri erano gli animatori di “Italia popolare”, quella fronda del Popolo della libertà che cerca riparo sotto l’ala sicura del premier in carica. Domenica si incontreranno a Roma, al teatro Olimpico, per dimostrare di essere pronti a una federazione di liste ispirata al modello del Ppe.
Ci sarà il sindaco Gianni Alemanno, la fondazione Alcide De Gasperi presieduta da Franco Frattini e “Capitani Coraggiosi” di Andrea Augello, “Costruiamo il futuro” di Maurizio Lupi, “Europa Civiltà” di Roberto Formigoni, “Fare Italia” di Adolfo Urso e Andrea Ronchi e “l’Occidentale-Magna Carta” di Gaetano Quagliariello. Poi ci saranno quelli che vogliono salire sul carro del “vincitore” come il capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto, e non mancherà il segretario del Pdl, Angelino Alfano (che in realtà non vuole farsi sfilare sotto al naso la parte di partito a lui più vicino): per loro domenica porte aperte, ma un po’ più difficilmente riusciranno a rientrare dalla finestra tra i “montiani”.
Sono ancora vivide nella memoria del premier le parole di sfiducia pronunciate da entrambi in Aula. A sbarrare la strada ai non graditi ecco pronti due scudieri: Luca Cordero di Montezemolo e il ministro Andrea Riccardi. L’ipotesi è quella di non coinvolgere in una federazione ispirata al Ppe chi ha portato avanti una linea anti-europea e populista. Ma sarà difficile fare dei distinguo. C’è anche chi osa: “La nuova formazione ha il sostegno del Capo dello Stato”. Addirittura? “Ieri quando ha parlato di facilitare la raccolta firme secondo lei si riferiva ai montiani o a Grillo?” dice un parlamentare del Pdl. Gli ex An restano in attesa, Monti non lo digeriscono, ma rischiano di rimanere a piedi. “Noi continuiamo a seguire la situazione politica che è ancora molto fluida. Per questo motivo non abbiamo ancora dato il via definitivo al nuovo movimento ‘Centrodestra nazionale’ – dichiara Ignazio La Russa – l’obiettivo principale comunque è quello di essere protagonisti in un centrodestra che non consenta alla sinistra di vincere”. Già, ma come? Il duo Crosetto-Meloni, unito nel no a Monti e no a Berlusconi, non vuole accompagnarsi con nessuna delle altre due compagini.
Mentre le amazzoni di Silvio continuano a sperare in un suo impegno diretto. Uno smarcamento deciso dal vecchio Pdl di Angelino Alfano, con un sì all’agenda Monti, potrebbe ricomporre il quadro e ottenere l’attesa benedizione del senatore a vita. Che, nel frattempo, sta studiando i sondaggi, esaminando i meccanismi della legge elettorale, pesando le valutazioni del Colle e di Bersani. La candidatura arriverà solo con la vittoria in tasca.