L’Imu, l’imposta municipale propria, è aumentata in 3 comuni su 10 per la prima casa e in più del 50% dei comuni per la seconda. Le prime abitazioni sono sicuramente state meno colpite dal caro-saldo Imu rispetto alle seconde, ma il 27,92% dei comuni ha comunque aumentato l’aliquota di base, rispetto all’acconto. Tra questi, 257 centri (il 3,21%) hanno optato per l’aliquota massima al 6 per mille. E’ quanto risulta da uno studio della Consulta dei Centri di assistenza fiscale sulle delibere adottate dai comuni. L’Imu sulle seconde proprietà, invece, è stata decisamente più salata: il 55,95% dei comuni ha alzato l’aliquota di base, con il 7,97% degli enti (quasi uno su dieci) che ha optato per l’aliquota massima al 10,6 per mille.
Nelle elaborazioni dell’Ufficio Studi della Consulta dei Caf risulta che tra i capoluoghi di provincia hanno optato per le aliquote massime (10,6 per mille per la seconda casa e 6 per mille per la casa di abitazione) i Comuni di Agrigento, Alessandria, Caserta, Messina, Parma, Rieti e Rovigo. Ma ci sono anche dei comuni che hanno abbassato le aliquote di base (562 comuni, il 7,62% del totale per le prime case e 143, l’1,78%, per le seconde) e dunque in questi casi il saldo sarà più leggero dell’acconto.
Secondo quanto stimato dall’ufficio politiche abitative della Cgil, si parla di una vera e propria stangata di Natale: il conto più salato, alla fine, lo pagheranno soprattutto romani e torinesi che in alcuni casi vedranno addirittura raddoppiata, se non quadruplicata, la prima rata al momento del saldo. E tra prima e seconda casa dovranno sborsare fino a 3mila euro.
Lo studio riporta poi che nel 2012 ”la quasi totalità dei comuni non ha adottato lo strumento delle detrazioni quale possibile mezzo di ‘governance’ dell’imposta”. Sono pochissimi infatti i casi in cui sono state aumentate le detrazioni per situazioni particolari, come la presenza di invalidi nel nucleo familiare o case affittate. E’ invece alto il numero dei comuni (5.046, il 63% del totale) che ha deciso l’agevolazione prima casa per gli anziani ricoverati nelle case di riposo. I Caf hanno anche sottolineato che nel 2013 sarà necessario “anticipare il più possibile le date delle delibere dei Comuni per evitare che i cittadini siano costretti, come è accaduto quest’anno, a fare i conti all’ultimo momento”.