E’ stata la prima grande reazione all’attivisimo particolarmente accentuato degli oppositori alla legge che in Francia dovrebbe spianare la strada verso il matrimonio gay e l’adozione da parte delle coppie dello stesso sesso. La risposta pubblica dei «pro» ai «contro», che, da parte loro, sono scesi in piazza a più riprese negli ultimi mesi. Le manifestazioni erano già iniziate sabato, il 15 dicembre, nelle città di provincia, ma il test fondamentale è stato quello di oggi a Parigi. Molti sostenitori della legge, voluta dalla sinistra, hanno sfilato in città nel pomeriggio, a partire dalla “solita” Bastiglia. Un fiume di manifestanti: non solo coppie gay, ma anche tanti giovani, coppie di genitori eterosessuali con i bambini nel passeggino e sindaci con l’immancabile fascia tricolore.

Gli slogan, fra rabbia e ironia – Le scritte sui cartelli, branditi in piazza, oscillavano tra gli appelli al riconoscimento dei diritti per i gay alla solita ironia dei movimenti omosessuali. Eccone alcuni esempi: «Voglio versare degli alimenti come una persona normale» (la nuova legge regolerà anche la situazione delle coppie gay divorziate con figli). «E’ una promessa Christine, non mi sposerò con mia cugina» (in riferimento a Christine Boutin, ex ministro della destra, espressione dei cattolici più intransigenti). «Meglio avere due madri che un padre di merda». Oppure : «Anche Gesù aveva due papà». «Siamo qui per rispondere agli oppositori del progetto. E per ricordare al governo gli impegni presi da François Hollande durante la campagna», ha sottolineato Gilles Dumoulin, presidente dell’associazione Lgp (Lesbian and Gay parade). “Per i nostri 300mila figli: in Parlamento, abbiate coraggio”, recitava uno striscione, ricordando che nella realtà dei fatti quello è il numero dei francesi, perlopiù minorenni, che già hanno genitori dello stesso sesso. Una realtà oggettiva da gestire.

Obiettivo: contrastare l’offensiva dei «contro» – E’ stata questa la volontà dei manifestanti: gridare la loro esistenza, dopo mesi e mesi in cui sono stati gli “anti” a occupare gli spazi, mediatici e non. Volevano anche esprimere all’esecutivo del socialista Jean-Marc Ayrault la delusione su alcuni punti, come la decisione di escludere dal progetto di legge, discusso in Parlamento a partire dal 29 gennaio, la possibilità di ricorrere alla procreazione assistita da parte delle coppie lesbiche. I movimenti contrari al matrimonio gay e all’adozione delle coppie dello stesso sesso avevano organizzato manifestazioni a Parigi e nel resto del Paese lo scorso 17 novembre. Allora, secondo le cifre delle forze dell’ordine, erano scese in piazza 100mila persone, 70mila a Parigi. E’ già iniziata la battaglia delle cifre con i “pro”, i quali rivendicano la presenza di 150mila e persone in strada oggi a Parigi e di 200mila nel fine settimana, considerando anche la provincia. I dati ufficiali della polizia, però, si fermano a 60mila per la Capitale, almeno secondo le stime rese pubbliche in serata. In ogni caso, secondo Stéphane Corbin, di Interpride France, «non è mai positivo lasciare la strada unicamente agli oppositori». I quali già stanno organizzando un’altra manifestazione nazionale il prossimo 13 gennaio.

I francesi scettici nei confronti dell’adozione – Intanto, mentre le interviste e le iniziative dei «contro» il progetto, perlopiù espressione della destra e dei movimenti cattolici più conservatori (resi ancora più aggressivi dalle recenti dichiarazioni di Benedetto XVI: “I matrimoni gay sono una ferita alla pace e alla giustizia”), si moltiplicavano negli ultimi mesi sui media, i sondaggi hanno indicato un raffreddamento dell’entusiasmo del francese medio nei confronti della futura legge. Secondo un sondaggio di Ifop, appena pubblicato, la maggioranza resta favorevole al matrimonio gay (il 60% degli intervistati), ma non all’adozione (il 46%, mentre la quota superava il 50% fino all’estate scorsa). I toni diventano sempre più accesi, anzi degenerano, con la commistione tra omosessualità e pedofilia. «Questo progetto di legge sta risvegliando un odio che doveva esistere, ma che non si esprimeva», ha sottolineato Justine, 38 anni, intervistata dal quotidiano Le Monde.

La legge e i nuovi diritti – Va sottolineato che la «rivoluzione» rappresentata dal provvedimento è relativa, perché in Francia già dal 1999 sono state autorizzate le unioni civili (Pacs). Il matrimonio gay, però, introduce una maggiore protezione nel caso muoia il congiunto, riconoscendo finalmente il diritto all’eredità da parte della moglie o del marito, oltre alla pensione di reversibilità: entrambi i casi non sono previsti in modo automatico dai Pacs. Ma la grande novità è il via libera alle adozioni, che permetterà di legalizzare tante situazioni pendenti. Inizialmente anche la procreazione assistita da parte delle coppie lesbiche doveva essere autorizzata, ma poi la novità è stata esclusa dal progetto e rinviata a una legge successiva. All’Assemblea nazionale, però, dovrebbero essere presentati emendamenti ad hoc per recuperare nel progetto attuale la questione. E’ uno dei punti di frizione fra i movimenti gay e la sinistra al potere. In ogni caso, vista la maggioranza su cui i socialisti possono contare in Parlamento, proteste o meno e anche con un dibattito dai toni violenti e un iter tortuoso, alla fine la legge dovrebbe essere approvata senza grossi problemi.

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