La Commissione dà il via libera con riserva al salvataggio pubblico della banca di Siena con una somma che equivale a quasi un quinto dell'incasso dell'Imu. L'approvazione definitiva di Bruxelles, però, arriverà solo a fronte della presentazione, entro sei mesi, di un piano di ristrutturazione dell'istituto con obiettivi vincolanti, a differenza di quello appena elaborato dal direttore generale Fabrizio Viola
Il salvataggio del Monte dei Paschi di Siena “è necessario per preservare la stabilità del sistema finanziario italiano”. E’ quanto sostiene la Commissione europea che ha dato il via libera, con riserva, agli aiuti di Stato per la banca senese che sta scontando le operazioni dell’era di Giuseppe Mussari. A partire dall’acquisizione di banca Antonveneta del 2007 recentemente finita nel mirino della magistratura e per la quale i sindacalisti della Fiba chiedono a gran voce un’azione di responsabilità per gli ex vertici.
L’approvazione definitiva di Bruxelles, però, arriverà solo a fronte della presentazione, entro sei mesi, di un piano di ristrutturazione della banca con obiettivi vincolanti, a differenza di quello appena elaborato dal direttore generale Fabrizio Viola. E la richiesta lascia la porta aperta alla possibilità che la Commissione europea chieda misure aggiuntive al Monte oltre a quelle già annunciate in giugno e relative al taglio di 4.600 posti di lavoro e di 400 filiali per ridurre i costi.
Dopo di che Mps potrà ricevere i suoi 3,9 miliardi di euro, somma che, visto l’andamento dei conti del gruppo e le soluzioni elaborate dal governo e dalla politica in questi mesi di lunghe trattative con l’Ue, potrebbe salire fino a quota 4,45 miliardi di euro. Praticamente, dopo le ultime richieste della banca e la formula allunga-debito escogitata per il pagamento degli interessi, la cifra corrisponderebbe a un miliardo in più rispetto alla richiesta iniziale di 3,4 miliardi e a poco meno di un quinto dell’incasso che, secondo le stime, l’Erario riceverà dal pagamento dell’Imu.
Gli aiuti arriveranno attraverso i cosiddetti Monti bond, emissioni obbligazionarie della banca che verranno sottoscritte dal ministero del Tesoro e che sostituiranno, aggiungendovi 2 miliardi, i precedenti Tremonti bond, cioè gli aiuti ricevuti dal precedente ministro del Tesoro nel 2009, che Mps non è stata in grado di rimborsare. La misura consentirà alla banca di conformarsi alle raccomandazioni dell’Autorità bancaria europea (Eba) che prevede una riserva supplementare temporanea per contrastare l’esposizione al rischio sovrano. La Commissione ritiene che la ricapitalizzazione di Mps mediante strumenti ibridi di capitale sia necessaria per preservare la stabilità del sistema finanziario italiano, in linea con la comunicazione della Commissione sulle norme in materia di aiuti di Stato alle banche nel contesto della crisi finanziaria.
L’aiuto di Stato, inoltre, come ricorda l’agenzia americana Bloomberg, consentirà al direttore generale Viola di “sostenere il bilancio della banca dopo che lui stesso non è riuscito a a trovare dei finanziatori privati“, sostegno che si affianca “alla vendita di asset e a riduzione di rischi e costi all’interno di un piano triennale per riportare liquidità nelle casse della banca” che ha chiuso i primi nove mesi del 2012 con un rosso di 1,664 miliardi. La sostanziale approvazione comunitaria, ha comunque dato slancio al titolo dell’istituto che oggi in Borsa ha guadagnato il 6,09 per cento.