Le firme necessarie per le elezioni. E’ stato convocato il Consiglio dei ministri alle 18.45 per l’esame di un decreto legge sulle elezioni politiche. Il provvedimento risponde all’appello del Quirinale per snellire gli adempimenti dei partiti, come la raccolta delle firme, in vista delle elezioni. Nei giorni scorsi Beppe Grillo aveva lanciato il “Firma Day” dichiarando di non volersi fidare delle parole del ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri che aveva spiegato che in caso di elezioni anticipate il numero di firme necessario, come prevede la legge, è dimezzato ovvero 60 mila firme.
Il rischio, in caso di conferma che invece le firme debbano essere 120 mila, lo corrono i piccoli partiti o anche chi come il Movimento 5 Stelle o la Lista degli Arancioni che in Parlamento non hanno ancora rappresentati. A due mesi dalle elezioni, se la data dovesse essere confermata per il 17 o il 24 febbraio come si ipotizza, il caos sulla presentazione delle liste potrebbe essere più di un rischio. Il Porcellum prevede infatti che non siano obbligati a raccogliere le firme i gruppi che sono già presenti in Parlamento dall’inizio della legislatura e quindi: Pd, il Pdl, Idv, Udc e Lega Nord. Esentati anche i partiti che alle ultime elezioni si erano presentati in coalizione con uno dei gruppi di cui sopra. Niente gazebo nemmeno per chi ha già almeno un seggio in rappresentanza delle minoranze linguistiche. In tutti gli altri casi bisognerà avere le firme.
La raccolta deve essere effettuata in ogni regione e il numero varia a seconda della grandezza dei comuni. In totale, però, si calcola che siano circa 120mila. Chi vuole presentare una lista, dunque, deve scegliere i 945 candidati alla Camera e al Senato, ritirare la modulistica, trovare gli autenticatori (consiglieri regionali e/o provinciali) e cominciare la raccolta. La legge, firmata dal senatore Roberto Calderoli, prevede anche che nel caso di elezioni anticipate di almeno quattro mesi, il numero delle firme da raccogliere possa essere dimezzato come ha già ricordato la responsabile del Viminale appunto. Comunque i 120 giorni sono rispettati solo le Camere si sciolgono non più tardi del prossimo 28 dicembre. Intanto, dopo il ritiro del ricorso al Tar del ‘Movimento in difesa del cittadino’, si profila un , election day che accorpi, come del resto chiedevano con forza Pdl e Lega, le consultazioni politiche con quelle regionali di Molise, Lazio e Lombardia.