La notizia è stata data dal quindicinale 'RomaLavoro', attivo ormai da più di 10 anni nella Capitale. "Più che di una scelta si è trattato di una necessità - ha detto l’editore della testata Franco Nigro - vista la crisi del nostro territorio e l’incessante pressing dei lettori che ci chiedono una soluzione"
Più annunci di lavoro dall’estero che dall’Italia. La nuova cartina di tornasole della crisi che il nostro Paese sta vivendo è rappresentata dal numero di persone che si rivolgono ai giornali di settore per trovare lavoro all’estero. Il caso emblematico di questo nuovo trend, già evidenziato nell’agosto scorso per il flusso di nuovi emigranti verso la Germania, è il quindicinale ‘RomaLavoro‘, giornale che da oltre dieci anni è un punto di riferimento per chi cerca lavoro nella Capitale. Vari i profili professionali ricercati: dagli assistenti di lingua italiana nei paesi dell’Unione europea a quelli per le selezioni da Walt Disney negli Stati Uniti, dagli infermieri nel Regno Unito agli addetti ai fast food in Germania, e non solo.
Insomma, più di dieci pagine e circa mille offerte d’impiego dall’estero nell’ultimo numero. “Più che di una scelta si è trattato di una necessità – dichiara l’editore della testata Franco Nigro – vista la costante emorragia di posti di lavoro dal nostro territorio e l’incessante pressing dei lettori che ci chiedono una soluzione”. Per la prima volta sul numero 176, dunque, più annunci dall’estero che non dall’Italia. “Una decisione che non avremmo mai voluto prendere – conclude l’editore – ma avevamo il dovere di dare ai nostri lettori un’alternativa che per alcuni di loro può rappresentare un’ancora di salvezza”.
I dati sulla disoccupazione italiana, emersi anche dall’ultimo bollettino dell’Istat, sono allarmanti. I senza lavoro nel nostro Paese sono circa 2,9 milioni registrando un tasso dell’11,1% e una crescita su base annua del 28,9% (+644 mila unità). Le persone che vivono la precarietà sono 2,87 milioni, che se si considerano solo i dipendenti a termine si tratta del valore più elevato dal terzo trimestre 1993. Inoltre il tasso di trasformazione dei contratti da precario a stabile è calato dal 43% al 37%, dimostrando l’incapacità del sistema di garantire un rapporto a lungo termine. Infine ancora più preoccupante è la situazione dei giovani: tra coloro che hanno tra i 15 e i 24 anni di età, le persone in cerca di lavoro sono 639 mila e rappresentano il 10,6% della popolazione in questa fascia d’età. Come le aziende orientate all’export quindi, anche gli italiani guardano come orizzonte lavorativo l’Europa e i nuovi mercati mondiali.