A denunciare subito la scomparsa, al termine di una rapina, è stata la madre. La sua auto è stata ritrovata nel letto del torrente Magra. Del caso si stanno occupando i carabinieri del Ros, coordinati dalla Dda di Genova, che mantiene uno stretto riserbo per garantire l'incolumità dell'uomo
Il trentenne imprenditore edile, Andrea Calevo, è stato sequestrato ieri sera nel corso di una rapina nella sua villa, sulle alture di Lerici, in provincia della Spezia. Presente in casa, durante l’assalto, anche la madre della vittima del sequestro. Tre malviventi con il volto travisato da un passamontagna dall’accento slavo e armati di pistola avrebbero legato la donna e sarebbero fuggiti con l’auto dell’uomo, trovata semi sommersa stamane nel letto del torrente Magra. L’auto, dopo esser stata recuperata, è stata trasferita in un garage ed è a disposizione del Ris di Parma. Il cellulare del giovane sarebbe stato trovato nel giardino della villa. Il giovane è l’erede di Ernesto Calevo, deceduto e titolare di diverse aziende edili a Romito Magra nello spezzino, a pochi chilometri di distanza dal luogo della rapina e del sequestro.
I rapitori avrebbero rassicurato i parenti del sequestrato su un rapido rilascio, tuttavia non ancora avvenuto. Secondo quanto riferito dal sindaco di Arcola, l’imprenditore sarebbe stato assalito da almeno due persone mentre stava rientrando nella sua villa, dove vive con la madre. Sotto gli occhi di lei lo hanno costretto ad aprire la cassaforte, poi alla donna avrebbero detto: “Tuo figlio ce lo portiamo con noi per sicurezza, ma non ti preoccupare, poi lo liberiamo”. Il bottino della rapina si aggira sui 3 mila euro. Del caso si stanno occupando i carabinieri del Ros, coordinati dalla Dda di Genova, competente per territorio.
L’ipotesi su cui sta lavorando il procuratore capo di Genova, Michele Di Lecce, è quella di rapina a scopo di estorsione. Sarebbe già stato attivato dalla procura distrettuale antimafia di Genova il protocollo antisequestri. Secondo quanto appreso due le ipotesi investigative: la prima è quella del sequestro a scopo di estorsione per modica la refurtiva; la seconda è che i rapinatori abbiano compiuto il sequestro solo per coprirsi la fuga. “La situazione è delicatissima – ha detto un inquirente impegnato nelle indagini – il fattore tempo è fondamentale, così come la riservatezza delle indagini”.