Proviamo a rimettere ordine, considerato che mancano ormai poco più di due mesi alle elezioni politiche.
Il centrosinistra ha fatto le primarie e ha eletto Pier Luigi Bersani. Quindi ha un leader. Il Partito democratico ha anche convocato le primarie (il 29 e 30 dicembre) per scegliere i parlamentari. Stessa cosa ha fatto SEL: primarie prima di capodanno. La scelta inconsueta di convocare nel periodo festivo il popolo di centrosinistra dipende dal fatto che si voterà ancora con il “porcellum”, nonostante il Presidente del Senato Schifani abbia più volte annunciato l’accordo su una nuova legge elettorale, celebrando la grande responsabilità politica dei partiti. Poiché l’annuncio reiterato non produce effetti giuridici il centrosinistra ha deciso di provvedere per conto suo. Da qui la scelta di fare le primarie per nominare chi siederà nel Parlamento prossimo venturo. Un bell’innesto di novità e sensibilità politica. Anche se, a volerla dire tutta, manca una base programmatica al centrosinistra, tant’è che Vendola e Bersani fanno scintille ogni volta che si tocca l’argomento dell’agenda Monti. Tutto sommato, però, la coalizione guidata da Bersani è avanti anni luce rispetto agli altri.
Rimanendo nel campo del centrosinistra, non si sa, invece, cosà farà Di Pietro con l’Idv (che le ultime rilevazioni registrano in caduta libera) né cosa faranno i verdi o i comunisti di Diliberto e Ferrero.
La stessa incertezza la ritroviamo al centro dello scacchiere politico. Rimane avvolto in un alone di mistero il destino dell’Udc di Casini e del Fli di Fini. E persino dell’Api di Rutelli. Tutto dipende da cosa farà Mario Monti. Se il premier scenderà in campo sarà una cosa, se invece desistesse sarà un’altra. In entrambi i casi non si sa, però, cosa succederà. Allo stesso filo montiano è legato anche Montezemolo. Se il premier è della partita giocherà anche il presidente della Ferrari, altrimenti Italia Futura resterà a guardare.
Nel frattempo Berlusconi ripropone il tradizionale copione delle sue campagne elettorali: promesse sparse a piene mani dagli studi televisivi, intervistatori indulgenti e pubblico plaudente a ogni annuncio e battuta. Ha ribadito che sarà lui il candidato del Pdl. Sempre che Monti non decidesse di diventare leader del campo che si oppone a Bersani. Allora Berlusconi farebbe un passo indietro. E in questo caso Monti, secondo Berlusconi, diventerebbe il candidato di uno schieramento che va dall’Udc alla Destra di Francesco Storace, passando per la Lega di Maroni. Tutti finora hanno risposto picche a questa ipotesi, compreso lo stesso Monti.
In alternativa Berlusconi ha rilanciato anche l’idea di Alfano come candidato a Palazzo Chigi, senza chiarire, però, quale sarà, nell’eventualità, il ruolo che pensa di ritagliarsi. Anche perché Maroni ha detto sì a un’alleanza con il Pdl ma solo se Berlusconi si tira indietro e se Alfano fa un passo avanti.
Mentre ai piani alti del centrodestra si discute di alte strategie, ai piani bassi si prepara più di una separazione. La prima, quella più probabile, riguarda una parte degli ex An, anche loro, però, in attesa di sapere cosa farà Monti. Ma anche cosa farà Berlusconi, cosa farà Montezemolo, cosa farà Casini, cosa farà Fini, cosa farà Storace e Alemanno e Cicchitto e Gasparri. Persino cosa faranno Crosetto e la Meloni, che da orfani delle primarie reali, hanno preso la via di quelle delle idee. Non si sa come si svolgeranno ma, nel frattempo, sono convocate. C’è poi il Movimento Cinque Stelle, cioè Beppe Grillo. Ha convocato le parlamentarie, ma sembra siano state un flop. Bisogna usare il “sembra” perché si sa poco o nulla di quanti abbiano effettivamente partecipato alla consultazione via internet. Certo è che hanno scatenato più di una polemica tra i militanti, alcuni dei quali si sono organizzati in gruppi per raccogliere i voti e rifare i conteggi.
A poche settimane dalla presentazione delle candidature, se dovessimo eliminare tutto ciò che è incerto, sul tavolo rimarrebbe solo il centrosinistra e, forse, Grillo (nonostante le fibrillazioni). E non è un caso se tutti i sondaggi, in questo momento, danno la coalizione di Bersani ampiamente vincente e il Movimento Cinque Stelle seconda forza politica. A dire la verità, però, un’altra cosa la sappiamo: Berlusconi si è fidanzato. Bene, auguri. Però non lamentiamoci se dall’Europa ci guardano come fossimo dei marziani.
Carlo Buttaroni
Sociologo e politologo
Elezioni 2013 - 17 Dicembre 2012
Elezioni 2013: manuale di sopravvivenza per il pianeta Italia
Proviamo a rimettere ordine, considerato che mancano ormai poco più di due mesi alle elezioni politiche.
Il centrosinistra ha fatto le primarie e ha eletto Pier Luigi Bersani. Quindi ha un leader. Il Partito democratico ha anche convocato le primarie (il 29 e 30 dicembre) per scegliere i parlamentari. Stessa cosa ha fatto SEL: primarie prima di capodanno. La scelta inconsueta di convocare nel periodo festivo il popolo di centrosinistra dipende dal fatto che si voterà ancora con il “porcellum”, nonostante il Presidente del Senato Schifani abbia più volte annunciato l’accordo su una nuova legge elettorale, celebrando la grande responsabilità politica dei partiti. Poiché l’annuncio reiterato non produce effetti giuridici il centrosinistra ha deciso di provvedere per conto suo. Da qui la scelta di fare le primarie per nominare chi siederà nel Parlamento prossimo venturo. Un bell’innesto di novità e sensibilità politica. Anche se, a volerla dire tutta, manca una base programmatica al centrosinistra, tant’è che Vendola e Bersani fanno scintille ogni volta che si tocca l’argomento dell’agenda Monti. Tutto sommato, però, la coalizione guidata da Bersani è avanti anni luce rispetto agli altri.
Rimanendo nel campo del centrosinistra, non si sa, invece, cosà farà Di Pietro con l’Idv (che le ultime rilevazioni registrano in caduta libera) né cosa faranno i verdi o i comunisti di Diliberto e Ferrero.
La stessa incertezza la ritroviamo al centro dello scacchiere politico. Rimane avvolto in un alone di mistero il destino dell’Udc di Casini e del Fli di Fini. E persino dell’Api di Rutelli. Tutto dipende da cosa farà Mario Monti. Se il premier scenderà in campo sarà una cosa, se invece desistesse sarà un’altra. In entrambi i casi non si sa, però, cosa succederà. Allo stesso filo montiano è legato anche Montezemolo. Se il premier è della partita giocherà anche il presidente della Ferrari, altrimenti Italia Futura resterà a guardare.
Nel frattempo Berlusconi ripropone il tradizionale copione delle sue campagne elettorali: promesse sparse a piene mani dagli studi televisivi, intervistatori indulgenti e pubblico plaudente a ogni annuncio e battuta. Ha ribadito che sarà lui il candidato del Pdl. Sempre che Monti non decidesse di diventare leader del campo che si oppone a Bersani. Allora Berlusconi farebbe un passo indietro. E in questo caso Monti, secondo Berlusconi, diventerebbe il candidato di uno schieramento che va dall’Udc alla Destra di Francesco Storace, passando per la Lega di Maroni. Tutti finora hanno risposto picche a questa ipotesi, compreso lo stesso Monti.
In alternativa Berlusconi ha rilanciato anche l’idea di Alfano come candidato a Palazzo Chigi, senza chiarire, però, quale sarà, nell’eventualità, il ruolo che pensa di ritagliarsi. Anche perché Maroni ha detto sì a un’alleanza con il Pdl ma solo se Berlusconi si tira indietro e se Alfano fa un passo avanti.
Mentre ai piani alti del centrodestra si discute di alte strategie, ai piani bassi si prepara più di una separazione. La prima, quella più probabile, riguarda una parte degli ex An, anche loro, però, in attesa di sapere cosa farà Monti. Ma anche cosa farà Berlusconi, cosa farà Montezemolo, cosa farà Casini, cosa farà Fini, cosa farà Storace e Alemanno e Cicchitto e Gasparri. Persino cosa faranno Crosetto e la Meloni, che da orfani delle primarie reali, hanno preso la via di quelle delle idee. Non si sa come si svolgeranno ma, nel frattempo, sono convocate. C’è poi il Movimento Cinque Stelle, cioè Beppe Grillo. Ha convocato le parlamentarie, ma sembra siano state un flop. Bisogna usare il “sembra” perché si sa poco o nulla di quanti abbiano effettivamente partecipato alla consultazione via internet. Certo è che hanno scatenato più di una polemica tra i militanti, alcuni dei quali si sono organizzati in gruppi per raccogliere i voti e rifare i conteggi.
A poche settimane dalla presentazione delle candidature, se dovessimo eliminare tutto ciò che è incerto, sul tavolo rimarrebbe solo il centrosinistra e, forse, Grillo (nonostante le fibrillazioni). E non è un caso se tutti i sondaggi, in questo momento, danno la coalizione di Bersani ampiamente vincente e il Movimento Cinque Stelle seconda forza politica. A dire la verità, però, un’altra cosa la sappiamo: Berlusconi si è fidanzato. Bene, auguri. Però non lamentiamoci se dall’Europa ci guardano come fossimo dei marziani.
C'era una volta la Sinistra
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Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Gli attacchi aerei non scoraggeranno i ribelli yemeniti, i quali risponderanno agli Stati Uniti. Lo ha scritto sui social Nasruddin Amer, vice capo dell'ufficio stampa degli Houthi, aggiungendo che "Sana'a rimarrà lo scudo e il sostegno di Gaza e non la abbandonerà, indipendentemente dalle sfide".
"Questa aggressione non passerà senza una risposta e le nostre forze armate yemenite sono pienamente pronte ad affrontare l'escalation con l'escalation", ha affermato l'ufficio politico dei ribelli in una dichiarazione alla televisione Al-Masirah.
In un'altra dichiarazione citata da Ynet, un funzionario Houthi si è rivolto direttamente a Trump e a Netanyahu, che "stanno scavando tombe per i sionisti. Iniziate a preoccuparvi per le vostre teste".
Damasco, 15 mar. (Adnkronos) - L'esplosione avvenuta nella città costiera siriana di Latakia ha ucciso almeno otto persone. Lo ha riferito l'agenzia di stampa statale Sana, secondo cui, tra le vittime della detonazione di un ordigno inesploso, avvenuta in un negozio all'interno di un edificio di quattro piani, ci sono tre bambini e una donna. "Quattordici civili sono rimasti feriti, tra cui quattro bambini", ha aggiunto l'agenzia.
Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Almeno nove civili sono stati uccisi e nove feriti negli attacchi statunitensi su Sanaa, nello Yemen. Lo ha dichiarato un portavoce del ministero della Salute guidato dagli Houthi su X.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Sono lieto di informarvi che il generale Keith Kellogg è stato nominato inviato speciale in Ucraina. Il generale Kellogg, un esperto militare molto stimato, tratterà direttamente con il presidente Zelensky e la leadership ucraina. Li conosce bene e hanno un ottimo rapporto di lavoro. Congratulazioni al generale Kellogg!". Lo ha annunciato su Truth il presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Oggi ho ordinato all'esercito degli Stati Uniti di lanciare un'azione militare decisa e potente contro i terroristi Houthi nello Yemen. Hanno condotto una campagna implacabile di pirateria, violenza e terrorismo contro navi, aerei e droni americani e di altri paesi". Lo ha annunciato il presidente americano Donald Trump su Truth. Senza risparmiare una stoccata all'ex inquilino della Casa Bianca, il tycoon aggiunge nel suo post che "la risposta di Joe Biden è stata pateticamente debole, quindi gli Houthi sfrenati hanno continuato ad andare avanti".
"È passato più di un anno - prosegue Trump - da quando una nave commerciale battente bandiera statunitense ha navigato in sicurezza attraverso il Canale di Suez, il Mar Rosso o il Golfo di Aden. L'ultima nave da guerra americana ad attraversare il Mar Rosso, quattro mesi fa, è stata attaccata dagli Houthi più di una decina di volte. Finanziati dall'Iran, i criminali Houthi hanno lanciato missili contro gli aerei statunitensi e hanno preso di mira le nostre truppe e i nostri alleati. Questi assalti implacabili sono costati agli Stati Uniti e all'economia mondiale molti miliardi di dollari, mettendo allo stesso tempo a rischio vite innocenti".
"L'attacco degli Houthi alle navi americane non sarà tollerato - conclude Trump - Utilizzeremo una forza letale schiacciante finché non avremo raggiunto il nostro obiettivo. Gli Houthi hanno soffocato le spedizioni in una delle più importanti vie marittime del mondo, bloccando vaste fasce del commercio globale e attaccando il principio fondamentale della libertà di navigazione da cui dipendono il commercio e gli scambi internazionali. I nostri coraggiosi Warfighters stanno in questo momento portando avanti attacchi aerei contro le basi, i leader e le difese missilistiche dei terroristi per proteggere le risorse navali, aeree e di spedizione americane e per ripristinare la libertà di navigazione. Nessuna forza terroristica impedirà alle navi commerciali e navali americane di navigare liberamente sulle vie d'acqua del mondo".
Whasington, 15 mar. (Adnkronos) - Funzionari statunitensi hanno affermato che gli attacchi aerei contro l'arsenale degli Houthi, gran parte del quale è sepolto in profondità nel sottosuolo, potrebbero durare diversi giorni, intensificandosi in portata e scala a seconda della reazione dei militanti. Lo scrive il New York Times. Le agenzie di intelligence statunitensi hanno lottato in passato per identificare e localizzare i sistemi d'arma degli Houthi, che i ribelli producono in fabbriche sotterranee e contrabbandano dall'Iran.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - Funzionari statunitensi hanno detto al New York Times che il bombardamento su larga scala contro decine di obiettivi nello Yemen controllato dagli Houthi - l'azione militare più significativa del secondo mandato di Donald Trump - ha anche lo scopo di inviare un segnale di avvertimento all'Iran. Il presidente americano - scrive il quotidiano Usa- vuole mediare un accordo con Teheran per impedirgli di acquisire un'arma nucleare, ma ha lasciato aperta la possibilità di un'azione militare se gli iraniani respingono i negoziati.