Pronti a tutto. Fino a votare, 315 come fossero stati un sol uomo, che, sì, Silvio Berlusconi credeva davvero che Ruby fosse la nipote di Mubarak. Data simbolica – era il 3 febbraio 2011 – che fece coincidere il punto di più ferrea (e cieca) fedeltà del Pdl (insieme al resto del centrodestra) e quello tra i punti più bassi raggiunti dal Parlamento. Poco meno di due anni sembrano ora come cinquanta: i pidiellini guardano altrove, guardano oltre, in ogni caso non si curano più di colui che ha sempre deciso tutto, fino all’ultimo, fino alle primarie prima annunciate e poi lavate via con un colpo di spugna (e insieme alle primarie anche un bel pezzo dell’autorevolezza del segretario Angelino Alfano).
Quel giorno c’erano tutti. I banchi del governo traboccavano e Giorgia Meloni, allora ministro, dovette votare dal seggio di deputato. A quella votazione partecipò anche Crosetto. C’era anche il titolare della Farnesina, Franco Frattini, che si trovava al fianco di Michela Vittoria Brambilla, per l’occasione tronfia al posto del presidente (assente). Berlusconi “ha poco da temere – dirà con sicumera qualche giorno dopo Maurizio Lupi – perché anche questa volta tutto finirà in una bolla di sapone. Per questo dobbiamo continuare a percorrere con convinzione la strada delle riforme”. Un mese dopo Gaetano Quagliariello firmava un’interrogazione urgente al ministro della Giustizia (Alfano) perché mandasse gli ispettori alla Procura di Milano. Il processo arriverà a sentenza a febbraio.
Di tutto questo restano i ricordi sbiaditi. Come della legge sul conflitto di interessi (2004) di Franco Frattini, che per molti non ha risolto alcun conflitto. “A questo punto non si possono più tenere le primarie del Pdl il 16 dicembre” dichiarava solenne il 28 novembre Lupi a Porta a Porta. A cambiare il quadro, diceva, è stato l’annuncio di “Lui” di voler tornare in campo. Nessuno, comunque, aveva alcun dubbio sulla statura dell’uomo: “Credo che Berlusconi sarà ancora il leader naturale di una grande coalizione di moderati ancorati ai valori della tradizione nazionale” vaticinava l’ex craxiano Maurizio Sacconi, il 14 novembre 2011, due giorni dopo le dimissioni del capo del governo ottenute dopo settimane dal Colle e da tutta Europa. Per non parlare di Isabella Bertolini, una proto-Cicchitto per il record di dispacci dati alle agenzie nel secondo governo B. Dopo una sfida tv per la campagna elettorale 2006 parlava così del leader: “Il premier da alto statista, ha rinunciato alla conferenza stampa finale, per informare doverosamente gli italiani su quanto fatto dal Governo. Un atto di profonda generosità e nobiltà. Prodi faccia il piacere, non parli di regole, lui che le calpesta quotidianamente. E’ lui il liberticida. Ora vedremo come farà a coprire lo sbando della sua coalizione, la sua totale nullità. Il premier Berlusconi lo farà nero”. Infatti perse. E dopo qualche anno, in ogni caso, tutto sembra essere finito nel nulla.
Ora però tutto cambia, si rovescia. Anche i fedelissimi diventano un po’ meno fedelissimi e forse neanche più fedeli. E il fenomeno diventa lampante proprio sull’icona della “battaglia politica” del centrodestra berlusconiano: il taglio delle tasse. Anzi, di più: proprio su quell’Imu che è erede dell’Ici. Un totem: l’annuncio dell’eliminazione dell’imposta sulla casa per molti fu all’origine dello strabiliante recupero che portò il Cavaliere (già settantenne) al quasi pareggio del 2006 (che portò Prodi a Palazzo Chigi per meno di due anni): “Avete capito bene – vendemmiò il Cavaliere nel confronto tv, puntando l’indice contro la telecamera – aboliremo l’Ici su tutte le prime case”.
E ora rieccoci: abolire l’Imu? “Se si fa quella proposta, bisogna anche individuare le spese da tagliare o altri modi per compensare quella perdita di gettito”. Chi lo dice: Bersani? Casini? Monti? No, il vicecapogruppo al Senato del Pdl Gaetano Quagliariello. “Ovviamente la tassa sulla prima casa è odiosa – chiarisce alla Stampa – ma in questa delicata situazione chi fa una proposta del genere deve corredarla con l’indicazione di alternative per raggiungere quegli effetti che l’Imu ha prodotto, insomma per trovare le coperture”. Il Pdl sembra riscoprire sul serio la libertà che porta nel nome e si affaccia perfino una critica al fondatore inattaccabile che ha rispolverato i vecchi arnesi del mestiere nel monologo tenuto sulla sua televisione davanti a una Barbara D’Urso di sale. La verità è che a quanto pare le sicurezze iniziano a scricchiolare anche tra chi sembrava avere una fiducia indissolubile. Fiducia nella propria rielezione, oltre che nelle proprie scelte politiche.
Se il senatore Quagliariello non auspica apertamente l’ingresso in politica di Mario Monti, c’è chi – tra quelli presenti all’assemblea di Italia Popolare organizzata ieri mentre Berlusconi comiziava in tv – porta l’assalto da schermidore: “La candidatura di Berlusconi – parla chiaro Franco Frattini, già considerato “dissidente” (!) da mesi – farebbe venir meno l’unità dei moderati italiani e questo condannerebbe quel campo ad una sconfitta”. “Se Monti sarà in campo, la strada è tracciata – sottolinea l’ex ministro degli Esteri intervistato dal Messaggero – In caso contrario, per il centrodestra sarà una sorta di tsunami. Il nostro obiettivo deve essere quello di creare il campo dei Popolari italiani, ispirato al Ppe. Questo campo non può avere Berlusconi come federatore perché chi dovrebbe federarsi con lui non è d’accordo”. E arriva un altro jab al presidente del partito sulla questione dell’Imu. “Certamente – rileva Frattini – l’abolizione dell’Imu, almeno per la prima casa, è una cosa che oggettivamente gli italiani apprezzerebbero. Però che si possa o meno fare non può dipendere da un annuncio: servono delle spiegazioni che ancora non vedo. A partire dalla principale: dov’è la copertura finanziaria?”.
Tutto questo equivale a fotografare, una volta di più, un Pdl a pezzi: solo Monti potrebbe essere l’unico mastice per ricomporre i cocci. Da qui il pressing dell’area di Comunione e Liberazione: “Se dovessimo fare da noi, ciascuno non sceglierebbe l’altro – spiega al Corriere della Sera il vicepresidente della Camera Maurizio Lupi – Questa è la grande occasione che ha il professor Mario Monti, solo lui può rimettere insieme tutti i moderati”. E si danna Lupi, ora, per quell’astensione strepitata al Senato e alla Camera con le facce arrossate di Gasparri prima, Cicchitto poi, Alfano infine: “Col senno di poi – dice Lupi – l’astensione che voleva segnalare una presa di distanze non su Monti, ma su alcune proposte del suo governo, forse andava evitata. Forse avremmo dovuto arrivare alla scadenza naturale, perché questo fatto potrebbe rivelarsi un inciampo sul percorso di questo nuovo polo”. Macché: “Tutte le iniziative per la nascita di nuovi partiti nel centro-destra sono velleitarie e controproducenti, così come altrettanto sbagliate sono la demonizzazione o la mitizzazione di Mario Monti”.
A proposito di Pdl a pezzi, proprio la candidatura eventuale del presidente del Consiglio è il motivo per cui gli orfani delle primarie del partito agognate e poi volatilizzate si sono ritrovati su un palco diverso ad annunciare: né con Berlusconi né con Monti. Giorgia Meloni ventila quasi la scissione: “Stiamo aspettando ancora delle risposte, se non arriveranno nelle prossime ore faremo le nostre scelte”. Ieri mentre coloro che si sono improvvisamente riscoperti filomontiani si sono trovati con Italia Popolare l’ex ministro proveniente da An ha organizzato “Le primarie delle idee” con Guido Crosetto. E di Monti dice: “Non ho capito cosa farà, ma mi sembra sia entrato molto bene nel teatrino della politica. Prima dice mi candido, poi non mi candido, forse faccio una lista mia, forse no, non mi candido, ma sono disposto a governare che è un’altra tesi curiosa che il professore ogni tanto sostiene”. Comunque vada, per l’ex ministro “Monti ha dato più volte l’impressione di considerare la democrazia una cosa un po’ così… paesana, nella quale non vale la pena mescolarsi”.
E da Crosetto arriva un’altra bordata al suo partito: “Mentre non mi trovo male in compagnia della Meloni – afferma ad Agorà, su Rai Tre – non starei in un Pdl che dal mattino alla sera fa cadere Monti, poi invece è per Monti. Con i pagliacci non riesco a stare. Sarà anche vincente politicamente ma a me non interessa andare a dire ‘evviva Monti’ quando ne ho contestato la politica economica nell’ultimo anno”. E’ da segnalare che dalla loro Crosetto e Meloni possono vantare il fatto che sono stati sempre dalla stessa parte fin dall’inizio, cioè all’opposizione – “disciplinata” – del governo Monti (l’ex sottosegretario non ha mai votato un provvedimento economico dell’esecutivo).
In tale contesto diventa anche difficile avere un minimo di bussola. Perché Sandro Bondi, spesso più berlusconiano di Berlusconi, dichiara: “Il centrodestra in Italia potrà riconquistare la fiducia dei propri elettori se saprà opporre a Monti e alla sinistra un programma credibile di ripresa dello sviluppo economico, di superamento delle diseguaglianze sociali più marcate, un programma fondato sulla libertà della persona e della società civile”.
Dello statista della Bertolini, nel frattempo, che è rimasto? “Non è possibile equiparare, come se fossero equivalenti, la candidatura di Mario Monti con quella di Berlusconi. Come diciamo da tempo il presidente del Consiglio è l’unica opzione possibile e credibile per dare una casa, con fondamenta forti, ai moderati italiani” dice, oggi, la stessa Bertolini. E il grande leader “naturale” che giusto un anno fa si parava davanti agli occhi di Sacconi? E’ un altro: “Monti è il nuovo De Gasperi”.
Politica
Pdl, da fedeltà cieca al rompete le righe: B. snobbato dai suoi perfino sull’Imu
Il Cavaliere promette l'abolizione dell'imposta sulla prima casa, ma si volta e trova quasi il deserto. Quagliariello: "Dove prende i soldi?". Il partito va in ordine sparso. Lupi insiste: "Voglio Monti". Bondi: "Dobbiamo opporci al Professore". Crosetto: "Non voglio più stare con i pagliacci". E' finito il tempo dei fedelissimi
Pronti a tutto. Fino a votare, 315 come fossero stati un sol uomo, che, sì, Silvio Berlusconi credeva davvero che Ruby fosse la nipote di Mubarak. Data simbolica – era il 3 febbraio 2011 – che fece coincidere il punto di più ferrea (e cieca) fedeltà del Pdl (insieme al resto del centrodestra) e quello tra i punti più bassi raggiunti dal Parlamento. Poco meno di due anni sembrano ora come cinquanta: i pidiellini guardano altrove, guardano oltre, in ogni caso non si curano più di colui che ha sempre deciso tutto, fino all’ultimo, fino alle primarie prima annunciate e poi lavate via con un colpo di spugna (e insieme alle primarie anche un bel pezzo dell’autorevolezza del segretario Angelino Alfano).
Quel giorno c’erano tutti. I banchi del governo traboccavano e Giorgia Meloni, allora ministro, dovette votare dal seggio di deputato. A quella votazione partecipò anche Crosetto. C’era anche il titolare della Farnesina, Franco Frattini, che si trovava al fianco di Michela Vittoria Brambilla, per l’occasione tronfia al posto del presidente (assente). Berlusconi “ha poco da temere – dirà con sicumera qualche giorno dopo Maurizio Lupi – perché anche questa volta tutto finirà in una bolla di sapone. Per questo dobbiamo continuare a percorrere con convinzione la strada delle riforme”. Un mese dopo Gaetano Quagliariello firmava un’interrogazione urgente al ministro della Giustizia (Alfano) perché mandasse gli ispettori alla Procura di Milano. Il processo arriverà a sentenza a febbraio.
Di tutto questo restano i ricordi sbiaditi. Come della legge sul conflitto di interessi (2004) di Franco Frattini, che per molti non ha risolto alcun conflitto. “A questo punto non si possono più tenere le primarie del Pdl il 16 dicembre” dichiarava solenne il 28 novembre Lupi a Porta a Porta. A cambiare il quadro, diceva, è stato l’annuncio di “Lui” di voler tornare in campo. Nessuno, comunque, aveva alcun dubbio sulla statura dell’uomo: “Credo che Berlusconi sarà ancora il leader naturale di una grande coalizione di moderati ancorati ai valori della tradizione nazionale” vaticinava l’ex craxiano Maurizio Sacconi, il 14 novembre 2011, due giorni dopo le dimissioni del capo del governo ottenute dopo settimane dal Colle e da tutta Europa. Per non parlare di Isabella Bertolini, una proto-Cicchitto per il record di dispacci dati alle agenzie nel secondo governo B. Dopo una sfida tv per la campagna elettorale 2006 parlava così del leader: “Il premier da alto statista, ha rinunciato alla conferenza stampa finale, per informare doverosamente gli italiani su quanto fatto dal Governo. Un atto di profonda generosità e nobiltà. Prodi faccia il piacere, non parli di regole, lui che le calpesta quotidianamente. E’ lui il liberticida. Ora vedremo come farà a coprire lo sbando della sua coalizione, la sua totale nullità. Il premier Berlusconi lo farà nero”. Infatti perse. E dopo qualche anno, in ogni caso, tutto sembra essere finito nel nulla.
Ora però tutto cambia, si rovescia. Anche i fedelissimi diventano un po’ meno fedelissimi e forse neanche più fedeli. E il fenomeno diventa lampante proprio sull’icona della “battaglia politica” del centrodestra berlusconiano: il taglio delle tasse. Anzi, di più: proprio su quell’Imu che è erede dell’Ici. Un totem: l’annuncio dell’eliminazione dell’imposta sulla casa per molti fu all’origine dello strabiliante recupero che portò il Cavaliere (già settantenne) al quasi pareggio del 2006 (che portò Prodi a Palazzo Chigi per meno di due anni): “Avete capito bene – vendemmiò il Cavaliere nel confronto tv, puntando l’indice contro la telecamera – aboliremo l’Ici su tutte le prime case”.
E ora rieccoci: abolire l’Imu? “Se si fa quella proposta, bisogna anche individuare le spese da tagliare o altri modi per compensare quella perdita di gettito”. Chi lo dice: Bersani? Casini? Monti? No, il vicecapogruppo al Senato del Pdl Gaetano Quagliariello. “Ovviamente la tassa sulla prima casa è odiosa – chiarisce alla Stampa – ma in questa delicata situazione chi fa una proposta del genere deve corredarla con l’indicazione di alternative per raggiungere quegli effetti che l’Imu ha prodotto, insomma per trovare le coperture”. Il Pdl sembra riscoprire sul serio la libertà che porta nel nome e si affaccia perfino una critica al fondatore inattaccabile che ha rispolverato i vecchi arnesi del mestiere nel monologo tenuto sulla sua televisione davanti a una Barbara D’Urso di sale. La verità è che a quanto pare le sicurezze iniziano a scricchiolare anche tra chi sembrava avere una fiducia indissolubile. Fiducia nella propria rielezione, oltre che nelle proprie scelte politiche.
Se il senatore Quagliariello non auspica apertamente l’ingresso in politica di Mario Monti, c’è chi – tra quelli presenti all’assemblea di Italia Popolare organizzata ieri mentre Berlusconi comiziava in tv – porta l’assalto da schermidore: “La candidatura di Berlusconi – parla chiaro Franco Frattini, già considerato “dissidente” (!) da mesi – farebbe venir meno l’unità dei moderati italiani e questo condannerebbe quel campo ad una sconfitta”. “Se Monti sarà in campo, la strada è tracciata – sottolinea l’ex ministro degli Esteri intervistato dal Messaggero – In caso contrario, per il centrodestra sarà una sorta di tsunami. Il nostro obiettivo deve essere quello di creare il campo dei Popolari italiani, ispirato al Ppe. Questo campo non può avere Berlusconi come federatore perché chi dovrebbe federarsi con lui non è d’accordo”. E arriva un altro jab al presidente del partito sulla questione dell’Imu. “Certamente – rileva Frattini – l’abolizione dell’Imu, almeno per la prima casa, è una cosa che oggettivamente gli italiani apprezzerebbero. Però che si possa o meno fare non può dipendere da un annuncio: servono delle spiegazioni che ancora non vedo. A partire dalla principale: dov’è la copertura finanziaria?”.
Tutto questo equivale a fotografare, una volta di più, un Pdl a pezzi: solo Monti potrebbe essere l’unico mastice per ricomporre i cocci. Da qui il pressing dell’area di Comunione e Liberazione: “Se dovessimo fare da noi, ciascuno non sceglierebbe l’altro – spiega al Corriere della Sera il vicepresidente della Camera Maurizio Lupi – Questa è la grande occasione che ha il professor Mario Monti, solo lui può rimettere insieme tutti i moderati”. E si danna Lupi, ora, per quell’astensione strepitata al Senato e alla Camera con le facce arrossate di Gasparri prima, Cicchitto poi, Alfano infine: “Col senno di poi – dice Lupi – l’astensione che voleva segnalare una presa di distanze non su Monti, ma su alcune proposte del suo governo, forse andava evitata. Forse avremmo dovuto arrivare alla scadenza naturale, perché questo fatto potrebbe rivelarsi un inciampo sul percorso di questo nuovo polo”. Macché: “Tutte le iniziative per la nascita di nuovi partiti nel centro-destra sono velleitarie e controproducenti, così come altrettanto sbagliate sono la demonizzazione o la mitizzazione di Mario Monti”.
A proposito di Pdl a pezzi, proprio la candidatura eventuale del presidente del Consiglio è il motivo per cui gli orfani delle primarie del partito agognate e poi volatilizzate si sono ritrovati su un palco diverso ad annunciare: né con Berlusconi né con Monti. Giorgia Meloni ventila quasi la scissione: “Stiamo aspettando ancora delle risposte, se non arriveranno nelle prossime ore faremo le nostre scelte”. Ieri mentre coloro che si sono improvvisamente riscoperti filomontiani si sono trovati con Italia Popolare l’ex ministro proveniente da An ha organizzato “Le primarie delle idee” con Guido Crosetto. E di Monti dice: “Non ho capito cosa farà, ma mi sembra sia entrato molto bene nel teatrino della politica. Prima dice mi candido, poi non mi candido, forse faccio una lista mia, forse no, non mi candido, ma sono disposto a governare che è un’altra tesi curiosa che il professore ogni tanto sostiene”. Comunque vada, per l’ex ministro “Monti ha dato più volte l’impressione di considerare la democrazia una cosa un po’ così… paesana, nella quale non vale la pena mescolarsi”.
E da Crosetto arriva un’altra bordata al suo partito: “Mentre non mi trovo male in compagnia della Meloni – afferma ad Agorà, su Rai Tre – non starei in un Pdl che dal mattino alla sera fa cadere Monti, poi invece è per Monti. Con i pagliacci non riesco a stare. Sarà anche vincente politicamente ma a me non interessa andare a dire ‘evviva Monti’ quando ne ho contestato la politica economica nell’ultimo anno”. E’ da segnalare che dalla loro Crosetto e Meloni possono vantare il fatto che sono stati sempre dalla stessa parte fin dall’inizio, cioè all’opposizione – “disciplinata” – del governo Monti (l’ex sottosegretario non ha mai votato un provvedimento economico dell’esecutivo).
In tale contesto diventa anche difficile avere un minimo di bussola. Perché Sandro Bondi, spesso più berlusconiano di Berlusconi, dichiara: “Il centrodestra in Italia potrà riconquistare la fiducia dei propri elettori se saprà opporre a Monti e alla sinistra un programma credibile di ripresa dello sviluppo economico, di superamento delle diseguaglianze sociali più marcate, un programma fondato sulla libertà della persona e della società civile”.
Dello statista della Bertolini, nel frattempo, che è rimasto? “Non è possibile equiparare, come se fossero equivalenti, la candidatura di Mario Monti con quella di Berlusconi. Come diciamo da tempo il presidente del Consiglio è l’unica opzione possibile e credibile per dare una casa, con fondamenta forti, ai moderati italiani” dice, oggi, la stessa Bertolini. E il grande leader “naturale” che giusto un anno fa si parava davanti agli occhi di Sacconi? E’ un altro: “Monti è il nuovo De Gasperi”.
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Meloni legge in Aula il Manifesto di Ventotene: “Non è la mia Europa”. Opposizioni protestano, caos e seduta sospesa. Lei: “Non ho tempo per la lotta nel fango”
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Mosca: ‘Kiev viola la tregua sui siti energetici’. Raid su Ucraina. Zelensky: ‘Oggi sento Trump’. Il piano Kallas è già un flop: da 40 a 5 miliardi
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No del Mef all’emendamento (di maggioranza) sui fondi contro il tumore al seno. M5s: “Propaganda”
Palermo, 19 mar. (Adnkronos) - Sono riprese all'alba di oggi le ricerche, con le motovedette della Guardia costiera e Guardia di Finanza, delle decine di dispersi del naufragio avvenuto ieri nel Canale di Sicilia. Si parla di circa 40 persone. Martedì sera le motovedette hanno portato a Lampedusa i 10 superstiti e i sei cadaveri recuperati al largo dell'isolotto di Lampione.
Sono stati i naufraghi a raccontare che erano partiti in 56 dalla Tunisia, da Sfax, a bordo di un gommone. Ma mentre erano in acque internazionali decine di loro sarebbero caduti in acqua a causa del maltermpo.
I 10 superstiti in queste ore vengono sentiti dalla Polizia. Si tratta di uomini, tutti giovanissimi. Sono stati portati all'hotspot di Lampedusa.
Oggi, a causa delle condizioni meteomarine particolarmente avverse, le operazioni di ricerca proseguono con il supporto di mezzi aerei, tra cui l'aereo Manta della Guardia costiera e velivoli di Frontex, di forze armate e polizia. Sono stati inoltre allertati i Centri di coordinamento del soccorso marittimo di Malta e della Tunisia per le ricerche nelle rispettive aree Sar di competenza.
"Ieri abbiamo accolto in hotspot i 10 superstiti del naufragio. L'imbarcazione era partita dalla Tunisia e si tratta di persone provenienti dall'Africa subsahariana. Hanno riposato tutta la notte, sono tutti in buone condizioni di salute e dopo le procedure di identificazione forniremo loro un ulteriore supporto psicologico con la nostra equipe multidisciplinare". A dirlo è Cristina Palma, vice direttore dell'hotspot di Lampedusa gestito dalla Croce Rossa italiana.
Il naufragio è avvenuto ieri sera a largo dell'isola. Secondo i primi racconti sull'imbarcazione ci sarebbero state 56 persone: 10 sono sopravvissute, sei i corpi senza vita portati a Lampedusa e sono ancora in corso le ricerche di 40 dispersi. I migranti erano partiti da Sfax, in Tunisia.
Roma, 19 mar. (Adnkronos) - "La compattezza del Governo non è data dalla presenza dei ministri in Aula, ho detto spesso ai ministri che quando sono impegnati in altre vicende fanno bene a fare il loro lavoro, penso che la possibilità per loro di dare risposta agli italiani sia molto più importante che fare compagnia a me mentre sono nell'Aula, me la posso grandemente cavare da sola". Lo ha affermato il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nella sua replica alla Camera sulle comunicazioni in vista del prossimo Consiglio europeo.
Parigi, 19 mar. (Adnkronos/Afp) - La ripresa degli attacchi israeliani contro la Striscia di Gaza costituisce "un passo estremamente pericoloso" che aggiunge "nuova desolazione a una situazione umanitaria già disastrosa". Lo ha detto re Abdallah II di Giordania al suo arrivo all'Eliseo.
Il re giordano ha invitato la comunità internazionale ad agire “immediatamente” per “un ritorno al cessate il fuoco” e la ripresa degli aiuti internazionali, denunciando “il blocco” da parte di Israele della fornitura di acqua ed elettricità che “mette in pericolo la vita di una popolazione estremamente vulnerabile”.
Roma, 19 mar. (Adnkronos Salute) - E' ai nastri di partenza il terzo Congresso nazionale 'Infermiere³ - innovazione, sfide e soluzioni' della Fnopi, Federazione nazionale Ordini professioni infermieristiche. Dal dal 20 al 22 marzo sono attesi al Palacongressi di Rimini 5mila infermieri provenienti da tutta Italia.
Il 20 marzo a inaugurare il Congresso saranno i saluti istituzionali del ministro della Salute Orazio Schillaci, del ministro per la Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo, del presidente della Conferenza delle Regioni Massimiliano Fedriga. Le conclusioni della prima giornata saranno affidate al sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato. Per tutta la durata del congresso interverranno i rappresentanti del Governo, i presidenti delle Commissioni Affari sociali di Camera e Senato, Ugo Cappellacci e Francesco Zaffini, e molti esperti. La seconda giornata sarà aperta dal vice ministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto. A seguire, lo scrittore ed ex magistrato Gianrico Carofiglio terrà uno speech sul valore delle professioni di cura. Nella stessa giornata, alle 14, l'attore comico Paolo Cevoli si esibirà nello spettacolo 'I fatti mi cosano', e dalle 18.30 alle 20 la cantante Tosca terrà il suo in 'Conversa-Concerto'. Il 22 marzo, prima della cerimonia di chiusura, con la proclamazione della mozione congressuale, uno spazio sarà dedicato all'intervento a cura della Fondazione Gimbe e a un approfondimento sulla dimensione internazionale della professione, grazie alla partecipazione dellìEuropean Nursing Council che riunisce gli organismi di regolamentazione europei della professione infermieristica. Nella stessa mattinata verrà presentato l'aggiornamento del Codice deontologico delle professioni infermieristiche con una lettura a cura dell'attore Paolo Romano.
Per tutta la durata del congresso, al programma della sala plenaria si affiancheranno numerose attività a disposizione dei congressisti: il Villaggio della formazione in simulazione, allestito al primo piano del Palacongressi, con 10 simulation room a disposizione dei congressisti dalle 12.30 del 20 marzo alle 13.30 del 22 marzo; 'evento formativo Simmed; la Giornata della libera professione e l'evento formativo Cives. Al piano terra del Palacongressi sarà attiva una experience area, dove sarà possibile navigare in esclusiva il sito del progetto 'Infermieri oggi e domani', visitare alcune sezioni del Museo internazionale dell'arte filatelica infermieristica e del Mosai, Mostra storica dell'assistenza infermieristica. Una sala sarà invece dedicata ai professionisti e ai ricercatori che hanno presentato lavori incentrati sul tema dell'innovazione in sanità e dell'uso della tecnologia. Inoltre, grazie a una convenzione con il Comune di Rimini, tutti gli infermieri iscritti al congresso avranno la possibilità di visitare gratuitamente 3 poli museali della città: Museo della Città, Domus del Chirurgo e Fellini Museum.
Gaza, 19 mar. (Adnkronos/Afp) - Il ministero della Salute della Striscia di Gaza, controllato da Hamas, ha dichiarato che un dipendente straniero delle Nazioni Unite è stato ucciso e altri cinque sono rimasti gravemente feriti in un attacco israeliano al loro quartier generale. I feriti sono stati trasportati nell'ospedale dei martiri di Al Aqsa.
Roma, 19 mar. (Adnkronos) - Quando arte, design e tecnologia si incontrano, nasce una nuova e straordinaria dimensione. glo, brand di punta di Bat Italia per i dispositivi scalda stick per consumatori adulti, consolida il suo ruolo di mecenate e nell’ambito del progetto “glo for art” presenta Hyper Portal in occasione della Milano Design Week 2025: un’esperienza sensoriale unica, dove arte, tecnologia e creatività si intrecciano in un viaggio straordinario. Firmata dall’artista Michela Picchi, nota per il suo approccio surrealista e pop, Hyper Portal, interpreta perfettamente il tema del Fuorisalone 2025 “Mondi Connessi”, integrando la filosofia del brand che promuove la positività attraverso la condivisione e la convivialità. L’opera è una sinfonia di luci, colori e forme che abbatte le barriere tra spettatore e arte, invitando il pubblico a partecipare attivamente. Dal 7 al 13 aprile, Hyper Portal sarà il cuore pulsante del glo Creative Hub, situato in Palazzo Moscova 18, nel Brera District, uno degli spazi più iconici e frequentati del Fuorisalone.
La Milano Design Week sarà inoltre l’occasione per raccontare un nuovo e inedito incontro: quello di glo con il mondo della moda. Nel segno dell’innovazione, glo presenterà una collezione in collaborazione con Suns, il brand che ha rivoluzionato il concetto di daywear tecnico e sporty-chic. In un'era in cui tecnologia e lifestyle si intrecciano sempre di più, glo e Suns danno vita a una collaborazione innovativa, capace di fondere insieme moda e design hi-tech.
Hyper portal di glo è un’esperienza sensoriale che sfida i confini tra arte e tecnologia. Creata da Michela Picchi, l'installazione esplora l'idea di un futuro connesso, un universo in continua evoluzione, dove ogni gesto, ogni movimento, contribuisce a trasformare e plasmare lo spazio. Il portale d’ingresso, simbolo di apertura e connessione, diventa il punto di partenza di un viaggio immersivo che invita lo spettatore a vivere l'arte come co-creatore attivo dell’opera stessa. Con il suo approccio surrealista e pop, Picchi esplora la fluidità dei mondi che si intrecciano attraverso forme dinamiche e colori vibranti, che evolvono in tempo reale, dando vita a un paesaggio in costante mutamento. Ogni interazione, tocco dopo tocco, fa crescere l’opera, trasformandola in un'entità viva, che si modella al ritmo delle azioni del pubblico. Le forme iconiche dei dispositivi glo Hyper pro si riflettono nell'ambiente circostante, richiamando l’incontro tra arte e innovazione tecnologica.
(segue)
Il viaggio proposto da Hyper portal è anche un'esplorazione dell'interconnessione tra l'individuo e la collettività, tra l'io e il noi e invita a riflettere sul nostro ruolo nel creare connessioni, dove ogni movimento e decisione, pur nascendo dall’individualità, plasmano l’esperienza collettiva. Il risultato è un'esperienza che non solo stimola i sensi, ma invita anche alla condivisione, incarnando perfettamente la visione positiva e inclusiva di glo.
"Con Hyper portal e Michela Picchi, Bat Italia unisce arte, design e tecnologia per creare un'esperienza immersiva che va oltre l'intrattenimento, rendendo l'arte più accessibile e interattiva, in linea con il nostro progetto artistico itinerante “glo for art” - commenta Fabio de Petris, Presidente e Amministratore Delegato di Bat Italia. Questo riflette il nostro impegno per un domani migliore, dove la nostra vision A Better Tomorrow™ si realizza attraverso la sinergia di sostenibilità, innovazione e accessibilità. Una promessa concreta che ci spinge a implementare costantemente le nostre pratiche aziendali, a investire in nuove tecnologie e a esplorare soluzioni che possano ridurre l'impatto ambientale. Essere pionieri nell'offrire un portafoglio completo di nuove categorie ci permette di anticipare le sfide future, contribuendo così a un cambiamento positivo e sostenibile per le generazioni a venire”.
“Un’esplosione di colori, linee sinuose e un’esperienza pop e surrealista insieme a tecnologia e design: Hyper portal, è un viaggio immersivo in cui lo spettatore, tocco dopo tocco, crea mondi interconnessi e diventa co-protagonista dell’opera attraverso la condivisione e la positività, perfettamente in sinergia con lo spirito di glo", commenta l’artista Michela Picchi. glo debutta nel mondo del fashion con una collaborazione inedita con Suns. Da questa sinergia nasce una collezione esclusiva che anticipa l’estate e che si nutre dei valori condivisi tra i due brand: innovazione, self-expression, funzionalità, ottimismo e uno stile distintivo. La collezione in edizione limitata, sarà svelata in occasione della Milano Design Week 2025.
18+ Only. Prodotto destinato esclusivamente a consumatori adulti. Questo prodotto contiene nicotina, che crea dipendenza.
Palermo, 19 mar. (Adnkronos) - "Sul caso Paragon non posso esprimere un giudizio troppo preciso perché gli elementi non sono stati ancora resi noti: ritengo che la libertà di stampa sia qualcosa di assolutamente fondamentale, che va rispettato nella sua pluralità, anche perché attraverso essa si garantiscono le libertà dei cittadini". Così il Procuratore generale militare della Corte di Cassazione Maurizio Block a margine del quinto forum internazionale 'Pace, prosperità e sicurezza' a Palermo. "Qualunque iniziativa dovesse porsi in contrasto o in ostilità alla libertà di stampa la vedo in senso negativo, ma sul caso specifico non ho elementi sufficienti per esprimere una valutazione - dice Block- Siamo in un contesto politico complesso, ci vuole molto equilibrio nel trarre conseguenze e conclusioni: io sono molto prudente in questo senso, dunque invito alla prudenza e ad attenersi agli oggettivi riscontri dei fatti, cercando di essere quanto più aderenti alla realtà. La priorità rimane comunque che i cittadini conoscano la verità e sussista un pluralismo di idee".