“Toglietemi tutto, ma non toglietemi il fatto che sono italiano, perché ne vado fiero”, ci vuole coraggio di questi tempi cupi ad esordire così. Invece ieri sera su Rai Uno Roberto Benigni lo ha detto e si è guadagnato applausi a scrosci. L’attore toscano, due volte premio Oscar, a “La più bella del mondo” ha riletto a modo suo la Carta fondamentale della Costituzione.
Prima spara battute al vetriolo su Berlusconi, sempre apprezzate: “Tutti gli italiani vogliono andare in pensione. Ce n’è uno che ci potrebbe andare e non c’è verso di mandarcelo. S’è ripresentato, Signore Pietà. Dice che ce l’avete con lui. No, è lui che ce l’ha con noi…”.
Poi punta al cuore della Costituzione, recita gli articoli come fossero versi, li declama con anema ‘e core. Suda, si asciuga il sudore con un fazzoletto, si commuove. Confesso che non li avevo mai sentiti interpretati con tanto ardore. Quel suo modo di fare un po’ da burattino dinoccolato, scattante come un furetto, ha incantato pure mia figlia di 12 anni. Cos’è la Costituzione? mi chiede. Ascolta lui.
Ecco, Benigni dovrebbe andare nelle scuole a diffondere il verbo costituente fra gli alunni che di senso patriottico hanno ben poco. Dire di lui che è un comico, come d’altronde dirlo di Grillo, è assolutamente una deminutio. Ci insegnano e comunicano molto meglio di tanti professionisti della politica.
Grande elogio della Costituzione e a un ragazzo pugliese che allora aveva 29 anni, di nome Aldo Moro, uno dei padri fondatori. Promuove, incoraggia: “Mentre la legge vieta, ti trattiene, fa paura, la Costituzione spinge, ti protegge, ti vuole bene. E’ la nostra mamma, è tutto a favore. I dieci comandamenti sono tutti un no, la Costituzione è tutta un sì. E’ la legge del desiderio”.
Benigni si esalta mentre legge l’articolo 3 che prescrive l’uguaglianza dei cittadini davanti alla legge, senza distinzione di sesso, razza, lingua e religione, di opinioni politiche. “Siamo stati i primi al mondo a scriverlo”. Poi commenta: “Questa è Imagine di John Lennon composta trent’anni prima. L’avranno scritta a Woodstock. Me li immagino a Montecitorio, come frichettoni, che si passano il “cannone”.
Yoko Ono dovrebbe pagare le royalties ai nostri padri, De Gasperi, Togliatti, Nenni…
Legge l’articolo 11: L’Italia ripudia la guerra….E Benigni si sofferma sulla grandezza del verbo ripudiare, a lui suona quasi biblico. “Grandi sono stati i nostri Padri costituenti. Moderni e visionari, me li andrei ad abbracciare ad uno ad uno… Mi mandano al manicomio”, sbraita. Al manicomio sarebbero da mandare i nostri (dis)onorevoli.
Dopo il vibrante Benigni show, si cambia giro. Ospite del salotto vespasiano, c’è Ignazio La Russa, dicasi un professionista della politica, emozionante quanto uno sbadiglio. Il meglio di La Russa? Quando Fiorello fa l’imitazione.
E ho cambiato canale.
P.S. C’era da aspettarselo: Berlusca dice che abolirà l’Imu. Chi di voi ci crede?