I parlamentari berlusconiani Romani e Gasparri, quello che prestò la firma alla legge berlusconissima sulle tv, hanno sparato a zero contro Benigni e la serata dedicata alla Costituzione. Per farlo hanno usato l’espressione “uso improprio del servizio pubblico“.
La stessa espressione con l’aggiunta dell’aggettivo “criminoso” era stata scagliata, dalla trasferta di Sofia, da un Berlusconi furente che aveva chiesto, e poi ottenuto, le teste di Enzo Biagi, Michele Santoro, Daniele Luttazzi. Tra gli altri capi di imputazione a carico dei rei vi era, anche in quella occasione, una esibizione di Roberto Benigni nello studio di Enzo Biagi. Naturalmente allora la frase del presidente in carica fu accolta con un misto di rabbia, indignazione e paura.
Questa volta si potrebbe liquidare il tutto come una manifestazione di estremismo senile, più patetico che terribile, ma guai ad abbassare la guardia perché il Berlusconi furente ed il suo servizio d’ordine non vanno mai sottovalutati. Per queste ragioni continueremo a chiedere alla Autorità di garanzia del settore e al gruppo dirigente della Rai, ancora saldamente legato al passato, di vigilare e di disarmare l’ultima raffica bulgara.
Siamo invece solidali, si fa per dire, con il presidente editore colpito al cuore, anzi al doppia cuore, dalla esibizione di Benigni. Il primo colpo l’hanno subito come proprietario di Mediaset, dato che il programma contestato ha centrato ascolti record sfondando il muro dei primati. Il secondo, non meno grave, è che il trionfo è arrivato sotto forma di una serata dedicata alla “più bella del mondo” e cioè quella Costituzione che il cavaliere avrebbe volentieri fatto a pezzi e piegata ai suoi voleri, anzi al suo conflitto di interessi.
Almeno in questa occasione diamogli il beneficio delle attenuanti, dal momento che, purtroppo per Lui, almeno in questo caso la prescrizione non potrà più scattare.