Negli ultimi vent'anni, osserva l’agenzia dell’Onu, la mortalità infantile è scesa da 12 a 6,9 milioni, ma la malnutrizione è una piaga che colpisce ancora duramente i paesi in via di sviluppo: ogni giorno più di 6mila bambini muoiono di fame
L’Unicef lancia l’allarme: ogni giorno nel mondo muoiono 19mila bambini per cause prevenibili e curabili e oltre un terzo di questi decessi – 2,3 milioni di bambini nel solo 2011 – ha come causa concomitante la malnutrizione. Un’emergenza che riguarda circa 200 milioni di bimbi nei paesi in via di sviluppo: 60 milioni ne soffrono in maniera acuta, di cui oltre 20 milioni in modo grave.
E’ un vero e proprio grido d’allarme quello lanciato dall’Unicef attraverso il rapporto “La malnutrizione dei bambini – L’impegno dell’Unicef contro la mortalità infantile”. Rispetto al 1990, osserva l’agenzia dell’Onu, quando morivano ogni anno 12 milioni di bambini, nel 2011 la mortalità infantile è scesa a 6,9 milioni, ma – come sottolineato dal presidente di Unicef Italia, Giacomo Guerrera, “sono ancora troppi i bambini che perdono la vita per cause prevenibili, non possiamo voltare loro le spalle”.
Anche uno dei più noti testimonial di Unicef nel nostro paese, l’attore Lino Banfi, ha voluto ricordare che, nonostante gli sforzi compiuti, l’obiettivo è ancora lontano: “Nel 2010 morivano 22 mila bambini al giorno, nel 2011 19 mila. Non basta, dobbiamo arrivare a quota zero”. Banfi ha invitato le isituazioni italiane a seguire l’esempio danese: “Il governo di Copenhagen ha recentemente deciso di donare all’agenzia dell’Onu una somma importante a sostegno degli interventi. Le istituzioni nostrane potrebbero fare lo stesso”.
La maggior parte dei bambini malnutriti, si legge nel rapporto, vive nell’Asia meridionale e in Africa Subsahariana. L’80% dei cronicamente malnutriti (178 milioni secondo le stime del 2008) è concentrato in 24 paesi del mondo; di questi, 14 rientrano tra i più poveri. Un bambino su 4 tra quelli che vivono nei paesi in via di sviluppo soffre di malnutrizione acuta, il 10% in forma grave. Rischia di più chi vive nelle zone rurali, rispetto a chi vive nelle città, perché ha il doppio delle probabilità di essere sottopeso. I bambini gravemente sottopeso hanno inoltre nove volte più probabilità di morire rispetto a quelli ben nutriti.
Le conseguenze della malnutrizione cronica, denuncia ancora l’Unicef, sono ritardo nella crescita (circa 165 milioni di bambini sotto i cinque anni) e deperimento (51 milioni). In 7 dei paesi più poveri del mondo (Afghanistan, Etiopia, Madagascar, Malawi, Ruanda, Timor Est e Yemen) il 50% o più dei bambini tra zero e cinque anni sono cronicamente malnutriti.
Nonostante la drammatica situazione dipinta dal rapporto, l’Unicef sottolinea i passi avanti fatti negli ultimi anni e ricorda l’importanza degli aiuti, provenienti anche dal nostro paese. “Tra ottobre 2011 e marzo 2012, 1.266 bambini affetti da malnutrizione acuta grave hanno ricevuto terapie salvavita nel Myanmar. In Camerun nel settembre 2011 l’Unicef ha lanciato la produzione di alimenti fortificanti e almeno tre fabbriche ora li stanno producendo. A Bangui, infine, nella Repubblica Centrafricana l’ospedale pediatrico ha una nuova struttura per la terapia della malnutrizione acuta grave”. Tutto questo, ricorda l’agenzia dell’Onu, “grazie al sostegno dei donatori italiani”.