I tempi delle elezioni si allungano? Alcuni partiti fanno “melina”? Beppe Grillo reagisce così: “Io non muoio neppure se mi ammazzano – scrive il leader del Movimento 5 Stelle su Twitter -, la raccolta firme continua nel prossimo fine settimana con il #MassacroTour“. Il comico genovese, poi, si scatena sul suo blog: “Lo scioglimento delle Camere si fa dopo Natale, forse dopo Capodanno, probabilmente nella notte della Befana. Si vota a metà febbraio, si dice anche a fine febbraio, ma può essere anche a marzo, il giorno del compleanno di Rigor Montis, per rispetto all’uomo più amato dalla BCE e meno amato dagli italiani. Per le elezioni politiche c’è il caos più completo, il tutto sotto l’attenta guida di Napolitano, 87 anni e non li dimostra. Sembra la ritirata della Beresina“. Per Grillo è tutta una farsa, degna di “Totò truffa”, i cui motivi ufficiali sarebbero “la sfiducia e lo spread”, secondo Grillo “entrambi falsi”.
L’attacco a Monti prosegue senza giri di parole: “La sfiducia al governo Monti è inesistente. Questo tizio ha annunciato le sue dimissioni (come se fosse un impiegato e non il presidente del Consiglio) con il beneplacito di Napolitano. Entrambi non devono aver letto con attenzione la Costituzione che impone la sfiducia parlamentare per lo scioglimento delle Camere. Se Monti vuole dare le dimissioni ha l’obbligo di recarsi di fronte al Parlamento e porre la fiducia (e sa che la otterrebbe). Non può sfiduciarsi da solo. Ma chi si crede di essere? Napolitano non può sciogliere le Camere perché Monti tiene il broncio. Qui siamo all’asilo Mariuccia”.
Secondo Grillo, la fretta nell’andare alle elezioni dopo le dimissioni personali di Monti “è dovuta alla grande preoccupazione del Capo dello Stato sullo spread”. Lo stesso spread che, per il leader del M5S, “non ha mai goduto di miglior salute da quando Monti ha annunciato la sua dipartita”. Per Grillo “lo spread è Monti stesso” e “anticipare le elezioni ha un unico scopo: depotenziare il M5S“. La mossa del governo sarebbe dunque un modo per costringere il movimento a raccogliere le firme in fretta e furia, con il rischio di commettere degli errori nel processo di certificazione da parte dei Comuni e dei consolati all’estero.
“La raccolta da parte del M5S – spiega Grillo – non poteva essere avviata prima perché non si sapeva ancora con quale legge elettorale si sarebbe votato. E ridurre le firme per grazia della Cancellieri non riduce i tempi. Altra ragione dell’anticipo, accorpare le regionali con le politiche annulla il possibile effetto Sicilia, dove il M5S è risultato il primo votato. In caso di vittoria alle regionali del Lazio o della Lombardia ci sarebbe stato un trascinamento nel voto nazionale”.