Il Senato converte definitivamente in legge il decreto a tutela della salute, dell’ambiente e dei livelli di occupazione in caso di crisi di stabilimenti industriali strategici, messo a punto per l’Ilva di Taranto. I sì sono stati 217, 10 i no e 18 gli astenuti.
Il pronunciamento del Senato segue il via libera della Camera, arrivato nella giornata di giovedì con 420 sì, 21 no e 49 astenuti. “Approviamo un provvedimento chiave per lo sviluppo sostenibile del Paese, per l’equilibrio tra industria, ambiente e salute”, ha assicurato il ministro dell’Ambiente Corrado Clini nel ringraziare, in Aula, le forze politiche e i relatori del dl. Mercoledì il governo aveva ottenuto la fiducia sul decreto messo a punto per impedire la chiusura dell’impianto siderurgico sequestrato dal gip di Taranto Patrizia Todisco lo scorso luglio nell’ambito dell’inchiesta sul disastro ambientale provocato dall’inquinamento prodotto dalla fabbrica.
Sempre mercoledì il presidente dell’Ilva, Bruno Ferrante, prima custode giudiziale poi protagonista insieme all’azienda di un braccio di ferro con la magistratura, aveva detto agli operai che la volontà dei magistrati è chiudere l’azienda. Durante l’intervento l’ex prefetto di Milano ha dichiarato che “l’autentica volontà” dei magistrati “si è scoperta il 26 novembre con il sequestro dei prodotti finiti”, e cioè “non di salvare uno stabilimento e i posti di lavoro, ma di andare verso una chiusura tragica di questo stabilimento”. Il decreto salva-Ilva era stato messo a punto a novembre e prevede il prosieguo della produzione e la contemporanea bonifica. Dopo il sequestro da parte del gip il ministro Clini aveva fatto sapere che sarebbe stato presentato un emendamento per consentire l’utilizzo dei prodotti sequestrati. Il 3 dicembre scorso il presidente Giorgio Napolitano aveva quindi emanato il decreto. Un provvedimento che, si diceva nei giorni scorsi, potrebbe “scatenarsi” una guerra tra poteri se la Procura di Taranto decidesse di sollevare il conflitto di attribuzione davanti alla Corte Costituzionale. Intanto oggi il dl è passato alla Camera.