Sono ormai oltre quattordici anni che i cinque cubani che stavano raccogliendo informazioni atte a prevenire le attività di tipo terroristico svolte da settori dei fuoriusciti di Miami, languiscono nelle carceri degli Stati Uniti.
Il loro crimine? Essersi mossi per impedire ulteriori attentati terroristici, in un Paese dove hanno già fatto oltre tremila vittime nel corso degli anni, come documentato fra gli altri da Micol Savia e Pascual Serrano nel loro libro Congiura contro Cuba. Avere sacrificato la propria vita per garantire la sicurezza dei cittadini cubani e la pace nell’emisfero occidentale.
Il film realizzato dal giovane regista Alberto Antonio Dandolo, già vincitore di premi per il bel documentario sulle lotte per la casa a Roma , Strade di Casa, racconta questa storia. E lo fa in modo avvincente ed originale, scavando in particolare nel punto di vista delle donne (mogli, madri e figlie) dei cinque, colpite duramente nei loro affetti per l’impossibilità di vedere da tanti anni i loro uomini, se non, quando va bene (e non tutte vi sono ammesse) per brevi colloqui nei penitenziari.
Il modo in cui queste donne sopportano l’assenza dei loro uomini, sottratti arbitrariamente da un potere repressivo, la dice anche lunga com’è la vita a Cuba e che tipo di forza morale posseggono le persone che hanno avuto la fortuna di formarsi all’interno di quel sistema, che non è perfetto (come nessuno lo è), ma possiede una capacità senza pari di offrire punti di riferimento ideali e di nutrire al suo interno un’efficace e profonda solidarietà umana e politica che dalle nostre parti purtroppo ci sogniamo. Come pure, dai discorsi delle loro donne e dalle lettere che vengono citate emergono ritratti dei cinque a tutto tondo, che ne esprimono la forte umanità, la personalità solida e la creatività anche artistica di cui sono dotati. Inoltre, quadretti occasionali e spontanei di vita cubana, come gli scugnizzi che si tuffano dal malecon (il lungomare dell’Avana) e riassumono a loro le differenze tra capitalismo e socialismo: “qui qualcuno ti aiuta”.
Il film, The Cuban Wives, contiene interviste di grande interesse a protagonisti della politica sia cubana che statunitense, giornalisti, avvocati ed intellettuali come il brasiliano Frei Betto. L’ottica è quella di ricercare la storica riconciliazione che è necessaria fra Cuba e Stati Uniti, ma deve avvenire sulla base della giustizia e del rispetto dei diritti reciproci, sulla base di un riconoscimento da parte dell’amministrazione statunitense della sovranità di Cuba, che in realtà non c’è mai stato e che, proprio in seguito alla vicenda dei cinque, ha portato per la prima volta gli Stati Uniti sul banco degli accusati di fronte alle Nazioni Unite e al suo Comitato per i diritti umani.
Oggi il presidente Obama ha la possibilità di dare un contributo notevole a questa riconciliazione, accordando la grazia ai cinque, come gli è stato richiesto da vari Premi Nobel e da numerose altre personalità. Se lo facesse darebbe un senso, sia pure molto parziale, al Nobel della pace di cui è stato insignito e del quale sono in molti a chiedersi il perché.
Un film, quindi, con forte contenuto civile e politico. Ma un film che si fa vedere volontieri anche per le belle riprese di Cuba, del suo popolo, dei suoi cieli e delle sue strade. Un modo davvero originale e convincente di abbinare etica ed estetica. E non lo dico solo perché ho avuto la fortuna di contribuire in vario modo alla sua realizzazione.
Dopo aver vinto il premio della critica al Festival del cinema latinoamericano di Trieste ed essere stato proiettato in numerosi altri, stasera The Cuban Wives sarà presentato in prima romana al Palazzo delle Esposizioni. Ne parleranno l’ambasciatrice di Cuba in Italia, Milagros Carina Soto Aguero, Gianni Minà, il direttore del Dipartimento di comunicazione e spettacolo dell’Università di Roma Tre (che unitamente all’Associazione culturale Mimesi’S ha promosso l’evento), professor Giorgio De Vincenti, e il regista.
Siete tutte invitate e tutti invitati ad assistere (l’ingresso è libero fino ad esaurimento dei posti). Troveremo poi altre occasioni e modalità per diffondere questo film, bello ed importante.