Francesco Zaccaria è un eroe, lo ha decretato la rete dove in molti, nei social network, lo hanno salutato affidando a quella parola il molto non detto. Come lui ad altri, purtroppo, era già capitata la stessa cosa mi ricordo Sandro Usai e Giuseppe Di Girolamo.
Chi erano? Non è un gioco a premi. Francesco Zaccaria è morto pochi giorni fa all’Ilva di Taranto ucciso dal vento che ha schiantato il suo posto di lavoro, una gru. Sandro Usai era un Vigile del Fuoco volontario, morto a Monterosso durante l’alluvione dello scorso anno nel tentativo di soccorrere due donne in grave pericolo. Giuseppe Di Girolamo invece era batterista e nel naufragio della Concordia lasciò il proprio posto su una scialuppa di salvataggio ad una bambina, ma non sapeva nuotare, il suo corpo è stato trovato e riconosciuto mesi dopo.
Sono tre storie del tutto diverse accomunate da una unica parola loro spontaneamente tributata: “Eroe”. Sono le persone al cui comportamento affidiamo tutta la nostra rabbia, la frustrazione, la disperazione, sono gli esempi che non vorremmo avere, sono il contraltare alla delusione della vita che facciamo in questo paese in cui viviamo come in un girone infernale dantesco e i nostri tormenti hanno i nomi di politici, corrotti, furbetti, arroganti, evasori, falsi, mafiosi, mistificatori, qualunquisti, amministratori, economisti, banchieri, esattori, liberisti, governanti, violenti… quante volte abbiamo piagnucolato chiedendoci cosa mai avessimo fatto di male per meritarci tanti demoni… bè la risposta è semplice: li abbiamo eletti.
Nessuno si chiami fuori! Nemmeno chi non li ha votati! Per potersi chiamare fuori bisogna avere fatto altro, ma poi a cosa serve “chiamarsi fuori”? A fingere di potersi guardare allo specchio? A pensare di poter avere ragione in una discussione al bar?
Forse aveva ragione Vasco a cantare “… ognuno in fondo perso dentro ai cazzi suoi…” forse aveva ragione Lucio a cantare “… che mondo sarà se ha bisogno di chiamare Superman…”, forse aveva ragione Francesco a cantare “… ma s’io avessi previsto tutto questo, dati, causa e pretesto, forse farei lo stesso…” e Luca cantava “… ci vuole un fisico bestiale…”.
Ci vuole altro che la parola “Eroe” per rendere merito a chi fa il proprio dovere non scritto di cittadino, lavoratore, genitore
Poi ci sono gli applausi della Marcegaglia all’amministratore delegato della Thyssen Krupp, poi ci sono le manganellate gratuite dei poliziotti sugli studenti, poi ci sono le lacrime della ministra Fornero, l’incubo del sorriso di gomma di Berlusconi, gli interessi dei parlamentari, gli utili degli azionisti, gli incentivi degli industriali e le distrazioni dei giornalisti che però hanno bisogno di sentirsi eroi anche loro.
Tutti ci parlano e nessuno che ascolti, così restano soli anche gli eroi, fino al momento di scoprire che erano eroi.
“… ci stancano tutte queste cose che ci mancano…” cantava Lucio
“Sergentmagiù ghe riverem a baita?”
Avranno avuto paura Francesco, Sandro e Giuseppe?
“… o sì di cose qui ne succedono e ci illudiamo di inventarle noi…” cantava Roberto.
(i cantautori sono Lucio Dalla, Francesco Guccini, Luca Carboni, Vasco Rossi e Roberto Vecchioni – poi Mario Rigoni Stern)