Il 2012 è stato, per me come per altri, l’anno dell’e-book, quindi condivido volentieri alcune considerazioni su un tema molto specifico quale quello dei libri elettronici venduti a “prezzi eccezionali”, solitamente per un periodo di 24 ore e, molto spesso, a un costo inferiore all’euro.
Una piccola premessa: io ho sempre “visto” l’e-book come un sistema alternativo di lettura, e non come un surrogato/sostituto del libro cartaceo. Ho, quindi, continuato ad acquistare i libri cartacei che per lavoro (o per passione) di solito compro, ma ho affiancato alle mie “abitudini di consumo” questo nuovo strumento elettronico che utilizzo, soprattutto, per scaricare opere gratuite legali o per approfittare di qualche “affare”, appunto, a prezzo speciale. In concreto: nel corso del 2012, di 365 offerte giornaliere, ne ho sfruttate circa 70. Ho quindi acquistato più o meno 70 libri a un prezzo quasi sempre inferiore a 1 euro, per una spesa complessiva di circa 80/90 Euro in un anno.
Vorrei ragionare, ad alta voce, proprio su questi dati, e in particolare:
a) il prezzo realmente basso di simili offerte speciali
Siamo onesti: un libro a 0,99 euro è un vero affare. Non solo perché queste offerte speciali riguardano spesso libri di grande successo o, comunque, di autori molto validi (non vengono, insomma, messe in vendita “fregature” o libri che nessuno vorrebbe leggere) ma anche perché, in rapporto ad altri beni digitali, è comunque un ottimo prezzo. Quando, diversi anni orsono, furono messi in vendita i primi brani musicali in formato “.mp3” a 0,99 euro, noi appassionati di album “interi” (e non di canzoni singole) facemmo rapidamente un calcolo: un album veniva venduto attorno ai 9 Euro e, quindi, al 50% del costo in negozio (i Cd erano venduti attorno ai 18 euro). Era, certo, un’offerta interessante, ma non clamorosa. Io penso, in tutta la mia vita, di avere acquistato in formato elettronico non più di una ventina di album. Un libro a meno di 1 euro è, invece, spesso venduto a un decimo del prezzo di copertina, anche scontato, in libreria (ipotizzando un 20% di sconto fatto da un libraio amico). Il costo così basso genera, a mio parere, la seconda conseguenza, ossia:
b) la modifica dei gusti e delle abitudini.
Ho notato, nel mio comportamento, un cambiamento sensibile nei confronti del libro elettronico che mi permette di “osare” di più. Detto in parole povere: se il libro non piace, aver “buttato” 0,90 euro fa molto meno male dei numerosi acquisti sbagliati che, a volte, si fanno in libreria. Ciò mi ha portato a “spostare” su e-book tutti quei libri che i) penso che mi possano piacere, ma non ne sono sicuro; ii) sono scritti da autori nuovi che non conosco, ma che mi potrebbero piacere; iii) sono “a rischio”, magari scritti da un autore di cui ho letto il primo libro e non mi è piaciuto, ma cui vorrei dare una seconda possibilità; iv) non sono il mio genere, ma mi incuriosiscono. Riguardando l’elenco, sul mio Kindle, dei libri acquistati, noto chiaramente di avere comprato libri su temi che non avrei mai acquistato a prezzo pieno (perché non nel mio interesse tipico) ma che ho acquistato e letto in formato elettronico. Mi riferisco, ad esempio, a libri sul downshifting, a libri di viaggi, a biografie e storie personali, a opere lontane, insomma, dai miei gusti soliti; v) suggeriti da amici o amiche, e letti unicamente per il piacere di condividere l’esperienza, cosa che, a prezzo pieno, è molto difficile potersi permettere. Questa mia chiara modifica delle abitudini di lettore, mi ha portato a una terza considerazione, ossia:
c) i nuovi rapporti commerciali e autorali tra lettori, editori, autori e provider.
Sono consapevole, è inutile dirlo, che un sistema economico globale che mettesse in vendita tutti i libri a 1 euro presenterebbe molti rischi circa la sua sostenibilità, e che la posizione dell’autore (e dei suoi diritti) sarebbe forse la più delicata. Come lettore, la sensazione che ho provato è, comunque, quella della legalità: certo, 0,99 euro per un libro è poco, ma tutto il procedimento è legale, e si confida che una parte di quei 0,99 euro arrivi comunque all’autore. Si ha la sensazione, insomma, di poter usufruire di un’opera (quasi) gratuitamente e, al contempo, di poter contribuire ad alimentare un sistema che possa aiutare gli autori a continuare a produrre cultura. La mia spesa di circa 70/80 euro in libri elettronici in un anno è bassissima: è pari a una ricarica tipica di cellulare fatta da un adolescente in un mese. Non è, quindi, un esborso pesante per gli appassionati di lettura. Dall’altro, ho notato che i volumi ancora bassi (credo) di vendita degli e-book danno una grande visibilità di vendita all’autore che ha il suo libro scontato. Avrete fato caso che, quasi sempre, tutti e 365 i libri che sono stati venduti a meno di 1 euro, tranne alcuni rari casi, sono balzati ai primi posti in classifica (tipico è vedere, il giorno dopo, il libro in cima alla classifica con il prezzo pieno). Non so se il volume di vendita possa dare un ristoro economico all’Autore ma, di certo, in visibilità e “autostima” può essere un’ottima cosa.
Molto più delicata è l’analisi globale commerciale per quanto riguarda editori, provider e, perché no, librai “tradizionali”. Un medio/grande editore di oggi può permettersi, oppure no, di vendere tutti i suoi libri migliori a 99 centesimi? Qui si apre un dibattito vivace basato sulla seguente domanda: gli ipotizzati grandi volumi di vendita del digitale potrebbero compensare un drastico abbassamento del prezzo? In sintesi: è vero che io, editore, vendo il libro a 0,99 euro, ma il digitale mi permette di venderne migliaia di copie, mentre il cartaceo fatica con numeri attorno alle centinaia. Questo punto, oggi, non è pacifico. Si spera che saranno resi pubblici, il prossimo anno, i dati di vendita di e-book nel 2012, ma sono consapevole che ancora oggi, per molti libri dei grandi editori, è il cartaceo il traino del loro mercato. In questa ottica, il libro messo a 0,99 euro ha, anche per l’editore, uno scopo in un certo senso “promozionale” (far conoscere un Autore di cui sta uscendo un libro nuovo, suggerire alcuni argomenti di attualità, o approfittare di determinati eventi).
Da appassionato di lettura, ho trovato queste iniziative promozionali di enorme utilità, e auspico che saranno sempre più frequenti: mi hanno permesso di dividere il “peso economico” delle mie letture (compro l’edizione cartacea solo dei libri che realmente voglio tenere, coccolare, sottolineare, consumare, e “sposto” verso il digitale tutto ciò che m’interessa, ma che acquisterei solo a un prezzo basso, e in piena legalità) e, al contempo, il territorio digitale è, per me, luogo di nuove scoperte e dove posso rischiare maggiormente nella scelta, visto il basso costo. D’altro canto, come autore, sono un po’ preoccupato che molti libri abbiano successo e “volino” nel mercato dell’e-book solo a seguito del prezzo molto basso e, soprattutto, sarei curioso di analizzare i dati reali di vendita per poter fare riflessioni più accurate e per poter comprendere a pieno gli equilibri di questo settore in rapidissima evoluzione.