La Procura ha chiesto un anno di pena per l'ex presidente del Consiglio che è imputato in concorso in rivelazione di segreto d'ufficio con il fratello Paolo nell'inchiesta della scalata a Bnl per il nastro dell'intercettazione Fassino-Consorte. Il sindaco di Torino chiede un risarcimento di un milione di euro
Il procuratore aggiunto di Milano Maurizio Romanelli ha chiesto una condanna a un anno per Silvio Berlusconi, imputato per concorso in rivelazione di segreto d’ufficio assieme al fratello Paolo per la vicenda della fuga di notizie relativa all’intercettazione Fassino-Consorte, ai tempi della scalata di Unipol alla Bnl. Il pm nel corso della requisitoria, ha affermato che l’ex premier è “responsabile” assieme al fratello della rivelazione del segreto d’ufficio e “questo processo lo ha dimostrato”. L’accusa ha chiesto invece tre anni e tre mesi per il fratello Paolo.
Piero Fassino, attraverso il legale Carlo Federico Grosso, ha chiesto un milione di euro di risarcimento ai fratelli Berlusconi denunciando un danno “enorme” per l’attuale sindaco di Torino, dal punto di vista “morale, politico ed esistenziale”.
Appello Mediaset “incredibilmente già fissato”; “pressioni” dei pm sul calendario del processo Ruby, richiesta di condanna per Unipol dopo aver chiesto l’archiviazione: la magistratura milanese sta assumendo atteggiamenti “al di fuori dell’ordinario, destinati ad incidere pesantemente sulle elezioni”. Lo dice l’avvocato di Berlusconi, Niccolò Ghedini.
La procura, in fase di indagini aveva chiesto l’archiviazione dell’accusa per Berlusconi, ma il gip di Milano Stefania Donadeo ha disposto l’imputazione coatta per l’ex premier, bocciando la richiesta del pm. Il procedimento è arrivato in udienza preliminare e il gup ha mandato l’ex presidente del consiglio a processo. Il pm Romanelli, nella sua requisitoria, ha descritto proprio questi passaggi spiegando che il vaglio del gip sulla richiesta di archiviazione è stato importante e “ha fatto bene il giudice a disporre il processo”. Nel’udienza preliminare l’ex premier aveva fatto anche dichiarazioni e risposto alle domande del pm e del giudice, “ma la sua versione – ha aggiunto Romanelli – non ci ha convinto”.
Il processo, secondo il pm, ha dimostrato la colpevolezza dell’ex premier in una vicenda che “non è la solita fuga di notizie” e che ha danneggiato “Fassino all’epoca parlamentare e capo d’opposizione”. L’intercettazione venne pubblicata il 31 dicembre 2005 su Il Giornale, il cui editore è Paolo Berlusconi (accusato anche di ricettazione e millantato credito), dopo un passaggio di mano tra due imprenditori e dopo, secondo l’accusa, un incontro avvenuto il 24 dicembre 2005 ad Arcore alla presenza di Paolo e Silvio Berlusconi.