In un qualunque paese europeo, un cittadino più o meno attento alle dinamiche ambientali e chiamato a partecipare alle elezioni sa di poter contare su un partito che per tutto l’arco della legislatura si impegnerà a tutelare il territorio dalla cementificazione, si batterà per la lotta ai cambiamenti climatici, favorirà lo sviluppo delle energie rinnovabili.
Generalmente è il partito dei Verdi che in paesi come l’Austria, la Germania, la Francia, il Belgio, la Danimarca o la Svezia arriva ad attirare consensi che si aggirano attorno al 10%.
In Italia le cose stanno in modo diverso e, alle elezioni del 2008, il partito dei Verdi è stato confinato al di fuori del Parlamento insieme al proprio misero 3% di preferenze ricevute.
Nonostante questo, però, c’è stato uno sparuto gruppo di parlamentari che per tutto il corso dell’ultima legislatura si è battuto per tenere l’energia nucleare fuori dal nostro paese, per incentivare l’uso delle energie rinnovabili, per mostrare al mondo gli orrori dell’Ilva di Taranto, per porre un freno al consumo di suolo nel nostro paese, per favorire la mobilità sostenibile e per fermare la Tav Torino-Lione. Sto parlando di Ermete Realacci, Roberto Della Seta e Francesco Ferrante, che nel 2008 furono eletti nelle fila del Partito Democratico.
Oggi, alla vigilia delle elezioni, si scopre che questi tre campioni della sostenibilità non saranno candidati dal partito, a meno che non partecipino alle “primarie” di capodanno dove, però, non avranno alcuna possibilità di vincere perché alle primarie vince chi possiede un maggiore legame con il territorio e non chi rappresenta interessi diffusi e universali. Insomma, alle primarie è più probabile che vinca chi promette condoni e non chi invece vuole fermare l’abusivismo edilizio.
E quindi? Certo, basta non votare il Partito Democratico alle prossime elezioni, ma non sarebbe bello se tutti i partiti presentassero nelle proprie liste delle persone che abbiano dimostrato onestà e che abbiano a cuore la tutela del nostro territorio, dei nostri polmoni, delle nostre acque invece che dei beceri imbonitori pronti a svendere il nostro paese ad una qualunque lobby del cemento, del petrolio o delle acque minerali?
È per questo motivo che ho firmato la petizione per chiedere al segretario del Pd, Bersani, di non dimenticarsi dell’ambiente e di inserire all’interno delle proprie liste qualcuno che abbia dimostrato di volersi impegnare per la tutela del nostro territorio e non solo dei furbetti interessati unicamente alla propria carriera politica.
In un paese martoriato dal dissesto idrogeologico, in cui il sole e il vento rappresentano fonti di energia inesauribili ma ancora si parla di trivelle e di petrolio, in cui le mafie proliferano sulla speculazione edilizia, prendersi cura dell’ambiente e del territorio non può essere considerato un lusso, ma il minimo sindacale.
Credo che firmare la petizione sia un gesto necessario affinché nel prossimo parlamento ci sia il maggior numero possibile di persone per bene. Che siano di destra o di sinistra importa poco, perché a febbraio dobbiamo poter votare per i migliori e non per i meno peggio.