Quattro anni. Questa la richiesta di squalifica della procura antidoping del Coni per Alex Schwazer. Al marciatore azzurro, risultato positivo all’epo in un controllo effettuato prima delle Olimpiadi di Londra 2012, vengono contestati anche il possesso di testosterone e anomalie riscontrate nei valori del passaporto biologico. Tra le motivazioni dell’accusa c’è anche il fatto di essersi avvalso “della consulenza/prestazione professionale di un soggetto inibito dall’ordinamento sportivo”, il dottor Michele Ferrari, coinvolto in numerosi casi di doping, nel ciclismo e non solo.
Il caso Schwazer era esploso fragorosamente lo scorso agosto, quando i Giochi di Londra erano in pieno svolgimento. Il marciatore azzurro aveva inizialmente dichiarato di aver fatto tutto da solo e di essersi procurato le fiale dopanti su Internet, ma in seguito erano emersi contatti con il medico ferrarese inibito a vita dal Coni. Schwazer è indagato anche dalla procura di Roma con l’accusa di frode sportiva.