"Merry Christmas and happy new year": è il messaggio ricevuto dalla redazione dell'Altomilanese. Destinatari il direttore Ersilio Mattioni e il promotore della Carovana Antimafia locale Giampiero Sebri. Il settimanale da tempo si occupa di inchieste sulla criminalità organizzata
Una busta rinforzata, gialla, di quelle imbottite che si usano per spedire non solo materiale cartaceo, ma anche oggetti di piccole dimensioni. Piccoli come un proiettile, dono inviato per posta e ricevuto dalla redazione del settimanale L’Altomilanese. E’ accaduto a Magenta, cittadina dell’hinterland passata alla storia per i moti risorgimentali e saltata agli onori delle cronache nazionali per via dell’ondata di arresti che ad inizio ottobre ha visto finire dietro le sbarre, tra gli altri, l’ex assessore lombardo Domenico Zambetti.
Regolarmente chiusa e imbucata, smistata nel magazzino di un ufficio postale della città e affrancata con timbro “Milano“. Ed infine recapitata. Mittente: ignoto. Destinatari: Ersilio Mattioni, direttore del settimanale Altomilanese e Giampiero Sebri, promotore della Carovana Antimafia dell’Ovest Milanese. All’interno della busta, oltre al bossolo marca Winchester calibro 9×21, due fotografie del giornalista e dell’attivista e un biglietto d’auguri: “Merry Christmas and Happy New Year”. Buon natale e felice anno nuovo. Un messaggio che, visti i recenti fatti di cronaca che hanno coinvolto il magentino, ha un suono tutt’altro che sereno. Immediata la denuncia ai carabinieri e la solidarietà dei lettori.
A trovare la lettera è stato il caporedattore del settimanale che, come ogni mattina, ritira la corrispondenza e la porta nell’ufficio del direttore. La busta si trovava fra lettere degli avvocati, cartoline e depliant pubblicitari, nella cassetta postale del condominio di piazza Vittorio Veneto che dall’ottobre 2011 ospita la redazione. Giovane di nascita e di fatto: l’età media dei collaboratori è 24, la data del primo articolo entrato in stampa ottobre 2011. La linea editoriale del settimanale diretto da Mattioni è chiara: inchieste e approfondimenti sulle reali problematiche del territorio. Un’area che si estende da Vanzaghello nei pressi dell’aeroporto Malpensa sino all’uscita dell’autostrada di Arluno, passando per i paesi dell’Ovest di Milano bagnati dal Naviglio Grande affluente del Ticino.
Ma quella di giovedì non è la prima intimidazione ai danni del direttore: sia il 1 novembre che nella notte a cavallo fra il 6 e il 7 dicembre, giorno in cui a Milano è stata pronunciata la sentenza del maxi processo Infinito, le ruote della sua auto parcheggiata vicino alla redazione sono state squarciate. Il sospetto del direttore ricade sul titolare di un nuovo locale di Magenta il quale, nella stessa ordinanza di custodia cautelare che ha portato in carcere Celeste, viene indicato come “soggetto contiguo alla famiglia mafiosa dei Musitano” e da cui ultimamente Mattioni ha ricevuto precise intimidazioni verbali.
Altomilanese dà fastidio a destra e a sinistra. Ma soprattutto alla ‘ndrangheta, ben radicata nell’hinterland e a cui ogni settimana Mattioni e la sua redazione dedicano intere pagine di approfondimento. La cronista Ester Castano, per esempio, diffidata e accusata del reato di diffamazione pluriaggravata dal sindaco Pdl e professore di religione Alfredo Celeste, intercettato mentre parlava al telefono con presunti ‘ndranghetisti, per aver condotto un’inchiesta sul territorio. Una denuncia presentata da un sindaco agli arresti domiciliari per corruzione dal 10 ottobre 2012, stesso giorno in cui a Sedriano furono arrestati marito e padre di due consigliere della giunta Celeste: il medico del pavese Silvio Marco Scalambra accusato dalla magistratura di essere il collettore di voti della ‘ndrangheta e l’imprenditore dell’oro Eugenio Costantino legato alle cosche Di Grillo-Mancuso. Da parte di Silvia Stella Fagnani e Teresa Costantino, rispettivamente moglie e figlia dei due imputati detenuti al carcere San Vittore, l’intenzione di dimettersi chiesta a gran voce dalla cittadinanza è pressoché nulla.
Un’esigenza urlata ai megafoni e portata in piazza dalla Carovana Antimafia dell’Ovest di Milano di cui Giampiero Sebri, co-intestatario dell’augurio natalizio con bossolo, è fondatore ed esponente di spicco. Mattioni e Sebri si incontrano a Sedriano, all’indomani degli arresti di Celeste, Costantino e Scalambra. Nel frattempo la situazione di Ester Castano, cui Mattioni e Sebri restano vicini, è finita anche nelle relazioni di Ossigeno per l’Informazione, l’osservatorio sui giornalisti minacciati.