Vuoi mettere lavarsi i denti con uno spazzolino personalizzato col proprio nome? Tra le “spese pazze” di Renzo Bossi, tra un mojito e un campari, spuntano anche “due spazzolini con nome“: il figlio del “Senatur” non si faceva mancare proprio niente. Nemmeno un localizzatore di autovelox: non sia mai, che dopo una serata in discoteca (tra gli scontrini ci sono anche consumazioni all’Hollywood), “il Trota” si facesse sorprendere dai rilevatori di velocità.
Coi soldi pubblici del gruppo consiliare regionale della Lega Nord Bossi avrebbe comprato anche “8 pacchetti di sigarette“, “salviette rinfrescanti” e “birra“. Dagli atti della procura di Milano che sta indagando sui presunti rimborsi illeciti al Pirellone spunta anche un frigorifero da 159 euro. L’elenco delle uscite di Renzo Bossi è contenuto nell’invito a comparire notificato oggi con la convocazione in procura prevista per il 10 gennaio. Una vera e propria lista della spesa: il figlio del leader della Lega avrebbe speso qualcosa come 22mila euro in “spremuta d’arancia e brioches farcite”, “chewing gum, caramelle, acqua e caffè, salatini, red bull, sigarette, birra e toast”.
Non mancano le cene, tra cui una da 120 euro per “5 menù”. Poi 22,90 euro spesi in pasticceria il 13 dicembre 2011 e 210 euro per “4 focacce, 24 aperol, 5 sanbitter, 2 acque” il 3 ottobre 2011 al locale “Cantina 61”. Niente a confronto dei 1.740 euro spesi all’Apple Store il 20 settembre 2011.
Rimborsi, Rosi Mauro in Procura: “Maroni? Eterno secondo” (video di Franz Baraggino)
Nello scandalo sui presunti rimborsi illeciti in Regione Lombardia è finita anche la senatrice Rosi Mauro, vicepresidente del Senato ed ex bossiana di ferro. “Tutto regolare”, ha detto ai cronisti uscendo dal Tribunale di Milano, dove è stata sentita dal procuratore aggiunto Alfredo Robledo. Alla ex leghista vengono contestati rimborsi per 7.400 euro fino al 2008, anno in cui lasciò la Lombardia per passare in Parlamento. Si tratterebbe di alcuni computer, un telefono e un televisore. “Tutto materiale che acquistai per il lavoro dei miei collaboratori”. Nell’intervista rilasciata ai cronisti, gli stessi coi quali aveva avuto un diverbio all’ingresso in procura, la Mauro parla anche di Roberto Maroni. “Un eterno secondo”, assicura, “che non voterò di certo alle regionali lombarde”. Nessun commento invece sugli ex colleghi del Carroccio coinvolti nella vicenda dei rimborsi. Ma il rancore nei confronti del suo ex partito non manca, “e le lacrime di Bossi al congresso che ha incoronato Maroni”, promette, “non le potrò mai cancellare”. Insomma, la “Lega 2.0”, come l’ha definita oggi, non convince la ex pasionaria del sindacato padano, che ammette di non aver ancora deciso se candidarsi alle prossime politiche. “Con il movimento ‘Siamo gente comune’, fondato con Bodega, vogliamo ripartire dal territorio”, spiega, “poi si vedrà”.