La sicurezza nazionale dipende dalla nostra capacità di condividere l’informazione giusta con la gente giusta al momento giusto.

Giusto, verrebbe da dire.

L’incipit è “rubato” dal memo che la Casa Bianca ha allegato alla recentissima “National Strategy for Information Sharing and Safeguarding”, ovvero la Strategia nazionale per la condivisione e la protezione delle informazioni che – presentata mercoledì – stabilisce le regole con cui il Governo federale, i suoi Dipartimenti e le sue Agenzie dovranno scambiarsi dati e informazioni nell’interesse del popolo americano.

Il documento sottolinea l’importanza della condivisione per l’esclusivo scopo di assumere nell’interesse collettivo la miglior decisione. Obama ha scritto che “questa strategia chiarisce in maniera inequivocabile che la privacy del cittadino, i diritti civili e le libertà degli statunitensi devono essere – e saranno – protetti”.

Il Presidente Usa ha spiegato che i termini “sharing” e “safeguarding”, apparentemente contrapposti, si rafforzano in modo vicendevole.

Alla base dell’appena varata strategia c’è anche la condivisione della gestione dei rischi alla luce della consapevolezza della rapidità con cui evolvono le minacce e della celerità necessaria per non farsi trovare impreparati.

La cosiddetta NSISS fissa gli indirizzi da seguire per ottenere la massima efficacia nell’integrazione dei dati, nonché nell’implementazione di regole, processi, standard e tecnologie che possano promuovere una condivisione blindata e responsabile delle informazioni di interesse per la sicurezza nazionale.

Auspicando la massima trasparenza amministrativa e l’interoperabilità delle diverse reti, la strategia chiede a tutti di lavorare insieme, utilizzando modelli di governo che facilitino il perseguimento dell’obiettivo, adottino processi comuni per l’incremento dell’affidabilità dei sistemi in termini di sicurezza, semplifichino lo sviluppo delle dinamiche di condivisione, supportino lo sforzo con risultati gestionali, formazione ed incentivi.

In un Paese come il nostro, dove copiare senza ritegno alle prove scritte ha fatto assurgere a ruoli di vertice molti soggetti improbabili, non si dovrebbe perdere l’occasione.

Gli italiani sono disposti a chiudere un occhio e, volendo, a …far credere di aver creduto che un eventuale clone del documento di Obama sia farina del sacco di qualche connazionale lungimirante.

Ma ad un patto. Ineludibile.

Che ci si ricordi di tradurre anche quei passaggi in cui si rimarca l’indifferibile missione di tutelare la privacy, i diritti e le libertà dei cittadini….

umberto@rapetto.it

 

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