E’ l’incubo di qualunque malato: le ambulanze che si fanno la guerra. E’ ciò che è successo a Bologna dove due autisti della Croce Azzurra cittadina per mesi hanno forato le gomme delle ambulanza di un’altra ‘croce’, la Croce Bianca di Ferrara. I due sono stati beccati dopo 5 raid sempre di fronte al Pronto soccorso del capoluogo emiliano, grazie a una telecamera piazzata dalla polizia all’interno dei mezzi che periodicamente venivano presi di mira. Ora il pm Massimiliano Rossi che coordina le indagini vuole vederci chiaro perché si teme una vera e propria guerra tra bande nel settore.

I dubbi degli inquirenti vengono tutti da una misteriosa telefonata partita da una cabina telefonica riferita dall’autista dell’associazione vittima dei danneggiamenti. I due indagati, un 25enne e un 34enne che subito si sono dimessi dal loro incarico nell’associazione, avrebbero detto, in sostanza, che sarebbe stato meglio lasciarli a loro ‘certi servizi a pagamento’.

Ma quando sono stati interrogati dal magistrato e dalla Polizia, i due ‘foratori’ hanno spiegato che tutto era nato perché in precedenza, un giorno che arrivavano al Maggiore con un paziente e hanno trovato la rampa occupata da un mezzo di soccorso della Croce Bianca, con autista e soccorritore a bordo. Dopo una loro richiesta di poter passare i due non avevano voluto spostare il mezzo, a loro dire rispondendo in modo maleducato e costringendoli a un ampio giro per scaricare il loro paziente, passando dai sotterranei. Insomma, ciò che li ha spinti a vendicarsi è stato il rancore e, hanno detto, non si è trattato di azioni programmate, né ci sono mandanti.

Eppure i dubbi rimangono. Dall’associazione Croce Bianca di Ferrara, che con la sua denuncia ha permesso l’identificazione, non sanno spiegarsi l’accaduto. “La cosa è cominciata in aprile, fino poi ad arrivare a un mese fa. In tutto ci hanno forato 5 gomme. Poi c’erano le telefonate minatorie di notte ai nostri centralini”, spiega l’avvocato Gisella Rossi, legale della Croce Bianca di Ferrara. “Prima abbiamo fatto degli appostamenti senza risultato, poi abbiamo deciso di installare delle telecamere sulle ambulanze e un mese fa abbiamo individuato chi erano gli autori. Non so se abbiano agito a titolo personale o per qualche altro motivo, questo lo verificherà la procura”, commenta l’avvocato Rossi. Ma non si sbilancia di più: “Lavoriamo in ambiti diversi con la croce azzurra. Ci sono le ambulanze che fanno i servizi a pagamento, come le nostre sette e quelle convenzionate, come sono le loro”. E allora la misteriosa chiamata dalla cabina telefonica? “Magari hanno voluto depistare facendo credere si trattasse di persone appartenenti ad altre associazioni che fanno il servizio a pagamento”. Poi la legale precisa: “Abbiamo l’autorizzazione del comune di Ferrara che vale su tutto il territorio nazionale. L’ambulanza non è mica un taxi che è limitato a un comune”.

Ad ogni modo la Procura di Bologna, che ha indagato i due per danneggiamento aggravato e interruzione di pubblico servizio vuole vederci chiaro su questa vicenda ed ha aperto anche un fascicolo conoscitivo. “Al momento – ha sottolineato comunque il procuratore aggiunto e portavoce della procura, Valter Giovannini – non ci sono ipotesi o moventi diversi da quelli ammessi dagli indagati”.

Arriva anche la posizione della Croce Azzurra,  che afferma “che le motivazioni dei gravi episodi sono riconducibili esclusivamente a futili motivi personali degli autori stessi e che in alcun modo, diretto o indiretto, la Cooperativa era al corrente di quanto accadeva. La Croce azzurra dichiara infine che non e’ in corso ne’ lo e’ mai stata, nella civile Bologna, alcuna ‘guerra’ delle ambulanze e che principi ispiratori del proprio agire sono la qualità del servizio reso e l’assoluto rispetto della legge. Oltre 40 anni di apprezzata attività lo testimoniano inequivocabilmente”.

 
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