I due fucilieri della Marina sono atterrati a Roma e nel pomeriggio saranno ricevuti dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. "Finalmente respiriamo l'aria di casa. Faccio fatica a rendermene conto", ha commentato Latorre scendendo dall'aereo. Terzi: "Passo significativo perché si creino le condizioni per un ritorno definitivo"
“Finalmente respiriamo l’aria di casa. Faccio fatica a rendermene conto”, così Massimiliano Latorre ha raccontato la sua emozione poco dopo l’atterraggio. Lui e Salvatore Girone sono arrivati Roma poco prima dell’una. I due marò sono tornati in Italia a bordo di un Airbus 319C-J del ministero della Difesa atterrato alle 12.48 sulla pista dell’aeroporto militare di Ciampino. Con i due fucilieri della Marina, accusati di aver ucciso due pescatori indiani scambiati per pirati mentre scortavano la petroliera Enrica Lexie, ha viaggiato il generale Pasquale Preziosa, capo di Gabinetto del ministro della Difesa. Latorre e Girone potranno restare in Italia per due settimane, per poi far ritorno a Kochi. Durante questo periodo non potranno andare in altri paesi. Alla Farnesina, però, c’è ottimismo: secondo il ministro degli Esteri, Giulio Terzi, il rientro temporaneo in Italia dei due marò “è un passo significativo anche perché si creino le condizioni affinché il loro ritorno sia definitivo e non soltanto per un permesso natalizio”.
Nel pomeriggio i due militari saliranno al Quirinale dove incontreranno il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Ad accogliere i due marò, trattenuti da dieci mesi in India, c’è il ministro della Difesa, Giampaolo Di Paola, insieme al Capo di Stato Maggiore, l’ammiraglio Luigi Binelli Mantelli. Latorre e Girone potranno festeggiare il Natale insieme alle loro famiglie grazie al permesso speciale di 15 giorni concessi dall’Alta Corte del Kerala. “Siamo sempre stati fiduciosi, e lo siamo ancora”, ha assicurato Girone. “E’ con grande gioia che ringraziamo i governi italiano e indiano per la grande fiducia accordataci, che ci consente di passare il Natale con i nostri cari”.
Dall’India, intanto, emerge un’indiscrezione riguardante un tentativo di bloccare la partenza dei militari italiani. Uno dei principali leader dell’opposizione comunista nello Stato indiano del Kerala, V. S. Achuthanandan, ha presentato, senza successo, un ricorso alla Corte Suprema di New Delhi. Achuthanandan ha raggiunto la capitale indiana per chiedere al massimo tribunale del Paese un esame di urgenza della richiesta avversa all’ordinanza dell’Alta Corte di Kochi che ha concesso il permesso per l’espatrio temporaneo. La Corte, però, ha respinto il ricorso per vizi di documentazione, non essendoci in allegato una copia dell’ordinanza del giudice dell’Alta Corte. Dato il poco tempo a disposizione, ha riferito l’avvocato di Achuthanandan, non è stato possibile trovare il documento mancante, per cui i marò alla fine sono ugualmente partiti.