L'inchiesta Varano è in fase di dibattimento preliminare. Coinvolti nel 2008 i vertici della Cassa di Risparmio di San Marino e mille persone, di cui la metà riminesi. Il presidente Vitali: "Problema etico ed economico". Possibile una class action dei cittadini truffati
Essere un ente pubblico e costituirsi parte civile in un procedimento penale di evasione fiscale e riciclaggio. Aprendo un precedente per tutta l’Italia e, quindi, una potenziale class action.
E’ l’ultima strada percorsa dalla Provincia di Rimini per tentare di stroncare gli evasori e i falsi poveri, mai domi in riviera. La richiesta di parte civile è stata avanzata perché, dice il presidente dell’ente riminese, Stefano Vitali del Pd, l’evasione e il riciclaggio sono reati non solo patrimoniali o contro l’economia, ma che “offendono la corretta evoluzione economica delle comunità”. Chi evade il fisco, continua l’amministratore romagnolo, “sottrae due volte risorse perché finisce in automatico tra le categorie più fragili socialmente e, dunque, più tutelate dallo stato sociale”.
Il procedimento in questione è l’ormai celebre inchiesta ribattezzata Varano e condotta nel 2008 dalla procura di Forlì nell’ambito di una grossa operazione anti evasione fiscale e riciclaggio malavitoso. Al momento il processo è nella fase preliminare, le indagini hanno coinvolto l’area di Rimini, Bologna e San Marino portando in carcere i vertici della Cassa di risparmio di San Marino (venne messa sotto inchiesta anche la bolognese Delta Banca, poi liquidata) e indagando quasi un migliaio di persone, per metà riminesi.
La Provincia di Rimini ha ricevuto parere favorevole ad accedere agli atti del procedimento da parte del gip di Forlì Alessandro Trinci come parte offesa nell’udienza preliminare del procedimento. L’istanza firmata dal procuratore capo Sergio Sottani e dal sostituto Fabio Di Vizio è stata depositata al gip in cancelleria il 12 dicembre, la richiesta di Vitali è stata inoltrata dal legale Nicoletta Flamigni con esito positivo. “La procura di Forlì è stata molto coraggiosa e il procuratore mi ha chiesto sei volte se ero sicuro di procedere”, spiega il presidente della Provincia. Al momento nessuna richiesta precisa di danni è stata ipotizzata, bisognerà aspettare l’evolversi del procedimento: “Ma anche un solo euro che dovesse arrivarci sarà investito nello sviluppo imprenditoriale locale”, promette Vitali.
Il presidente Pd assicura che il caso potrebbe ‘fare scuola’ a livello nazionale: “Nell’inchiesta sono coinvolte un migliaio di persone per circa la metà riminesi. Il nostro territorio in Italia è quarto per qualità della vita e 94esimo per il pagamento delle tasse, non si può andare avanti così. Altri enti potranno agire come noi, può nascere una sorta di class action. Il punto è che questo livello di evasione fiscale non ce lo possiamo più permettere se vogliamo guardare al futuro”.
La Provincia a Rimini è l’ente che in riviera si spende di più contro l’evasione e il suo presidente non da oggi incassa antipatie per questo da parte di qualche associazione di categoria. “Il problema non è solo etico o morale, ma economico. Se i soldi non ci sono non si possono investire in infrastrutture o servizi”, taglia corto Vitali.