Sarebbe una questione tutta interna alla estrema destra i cui esponenti, alla ricerca di voti e consenso soprattutto fra le fasce più giovani della popolazione, stanno dando vita a una “battaglia” senza esclusione di colpi. Questa, secondo quanto riportato dal quotidiano L’Arena, la convinzione dei carabinieri che stanno indagando sull’assalto avvenuto nella notte tra il 17 e 18 febbraio nel circolo Casapound “Cutty Sark” di via Poloni a Verona, durante il quale la sede del locale è stata devastata e due persone sono rimaste ferite. Secondo gli inquirenti gli autori del blitz punitivo a suon di bastonate e pugni sarebbero una quindicina di non ancora identificati soggetti appartenenti al movimento di estrema destra Forza Nuova.
Indagine per niente facile quella che da dieci mesi stanno portando avanti i militari dell’Arma, che si sono dovuti continuamente scontrare con un muro di gomma. Testimoni che non parlano, vittime dell’assalto che minimizzano, nessuna presa di posizione ufficiale da parte del Movimento di estrema destra Casapound. Addirittura se non fosse stato per i residenti vicino al circolo, che hanno allertato i carabinieri svegliati in piena notte da urla e rumori molesti riconducibili alla devastazione in atto ne locale, è probabile che nessuna delle cinque persone all’interno del circolo a quell’ora avrebbe mai denunciato il fatto. Ma proprio questo alone di mistero, questa reticenza a parlare anche da parte di chi ha preso le botte, fin da subito ha fatto affermare agli inquirenti che in quest’episodio c’era qualcosa di strano. Ma come sono andate le cose quella notte di febbraio? Era mezzanotte e mezza.
All’interno del locale di via Poloni c’erano soltanto cinque persone, compreso il barista. Qualcuno suona alla porta e proprio quest’ultimo va ad aprire beccandosi immediatamente un pugno in faccia come biglietto da visita. Messo fuori uso il barista il gruppetto di quindici persone, armato di bastoni e spranghe, entra e inizia a spaccare tutto. A farne le spese, oltre agli arredi del locale, anche due ragazzi presenti al momento dell’aggressione: uno è il barista, che prende un diretto sul volto, l’altro un simpatizzante di Casapound che rimedia una ferita sul collo. Ma nessuno dei due si rivolge al pronto soccorso per farsi medicare. Esaurita la spedizione il gruppetto, senza proferire parola, esce dalla sede e si dilegua nella notte. I pochi testimoni che hanno visto qualcosa parlano di persone con abbigliamenti non riconducibili a qualche formazione politica in particolare. Dopo mesi di indagini i carabinieri, che non hanno mai abbassato la guardia sull’episodio ritenendolo gravissimo e riconducibile a una non ben identificata “strategia della tensione” in perfetto stile anni di piombo, sono arrivati a una prima conclusione: ad entrare in quel circolo e a devastarlo, ferendo due persone, è stato un gruppo di 15 persone appartenenti al movimento Forza Nuova. E ci sarebbe anche il movente. Da parecchio tempo, infatti, i rapporti fra il movimento di Roberto Fiore e quello che si ispira allo scrittore e poeta Ezra Pound, sono tesi e quest’assalto sarebbe un episodio chiave nella lotta per l’egemonia della destra estrema, alla ricerca di consensi soprattutto fra i giovani. Sembra infatti che Casapound stia sottraendo voti e consensi a Forza Nuova. E Verona è un buon bacino di consensi per i movimenti di quest’area. Una conferma ulteriore delle divisioni fra i due schieramenti è arrivata lo scorso primo dicembre. In occasione della visita a Verona del premier Mario Monti, Forza Nuova e Casapound hanno dato vita a due cortei di protesta separati e controllati a vista dalla polizia, preoccupata che i due gruppi neofascisti venissero a contatto. Un altro segnale di tensione che potrebbe portare a nuovi episodi violenti.