Lilio Giannecchini, 87 anni, è stato aggredito la sera del 23 a Lucca mentre stava rientrando a casa. Per anni è stato presidente dell'Istituto storico della Resistenza della provincia. In ospedale dice: "Quello che non sono riusciti a farmi i tedeschi, me lo hanno fatto gli italiani"
Preso a botte per una manciata di soldi. L’ex comandante partigiano di 87 anni, Lilio Giannecchini, è stato aggredito la sera del 23 dicembre a Lucca mentre stava rientrando nella casa del clero di via san Niccolao, dove vive insieme ad alcuni sacerdoti anziani e altri ospiti. Due giovani lo hanno preso a calci e pugni e poi lo hanno abbandonato sanguinante, dopo avergli strappato un marsupio che conteneva effetti personali e soldi.
Soccorso, l’ex partigiano, che per molti anni è stato anche presidente dell’Istituto storico della Resistenza della provincia di Lucca, è stato trasportato all’ospedale di Cisanello, dove gli sono state riscontrate varie escoriazioni e un ematoma cerebrale. “Quello che non sono riusciti a farmi i tedeschi, me lo hanno fatto gli italiani”, ha commentato l’anziano partigiano prima di perdere conoscenza.
Secondo quanto riportato dai giornali locali, dietro l’aggressione potrebbero esserci anche motivazioni di carattere politico. Una persona vicina all’ex partigiano racconta che negli ultimi tempi Giannecchini era stato spesso deriso e che aveva particolarmente sofferto il fatto di essere stato sollevato dall’incarico di presidente dell’Istituto della Resistenza, dopo essere stato accusato di uso inopportuno del suo ruolo.