“Almeno 90 morti” è la spaventoso cifra che i Comitati di Coordinamento Locali hanno dato riguardo alle vittime della strage di Helfaya, piccolo villaggio vicino a Hama. Un Mig governativo ha sorvolato la città e ha sganciato una bomba sulla panetteria del paese, in quel momento affolata di persone in fila per prendere il pane.
I video (attenzione: il contenuto del video potrebbe è molto forte) e le foto pubblicati in rete mostrano decine di corpi smembrati in seguito all’esplosione. Da un paio di settimane nella regione è in atto un’offensiva dell’Esercito Libero Siriano. Probabilmente il bombardamento del forno -non è il primo caso- è una ritorsione contro la popolazione civile, colpevole di offrire sostegno ai ribelli.
In un paese stremato da quasi due anni di scontri i beni di prima necessità, come il pane, scarseggiano, specialmente nelle aree sotto il controllo della rivoluzione. Decine sono i feriti e molti corpi aspettano di essere estratti da sotto le macerie. Queste stragi e l’uso dei missili Scud, qualche giorno fa, contro i ribelli, dimostrano il collasso del regime che non riuscendo a ottenere il controllo sul terreno si affida ai bombardamenti indiscriminati.