Se a destra è diventato il bersaglio preferito, più prudenza pare esserci a sinistra. Il segretario del Pd e candidato alla presidenza del Consiglio per il centrosinistra Pierluigi Bersani attende le prossime mosse del presidente del Consiglio Mario Monti: “Ho il massimo rispetto per lui – dice – Ora aspettiamo di vedere se sarà sopra le parti e o sceglierà piuttosto una parte. Questo non l’ha chiarito”. Il Pd è aperto al dialogo con tutti coloro che sono contrari al berlusconismo di ritorno, ma senza ambiguità né “complicazioni” aggiunge Bersani. “Nell’Agenda Monti, intanto, non ho visto nulla di sorprendente. Ci sono alcune cose condivisibili, altre un po’ meno, altre su cui si può discutere”. Bersani ha poi aggiunto che in quella del Pd sicuramente c’è “più lavoro, più equità e più diritti”.

Chi teme di più Bersani, dunque? Berlusconi, Grillo o Monti? “Io non temo nessuno” assicura lui, ma aggiunge però che “dopo tanto tempo il ritorno del messaggio berlusconiano non è una cosa bella per l’Italia”. Quanto al dialogo con le forze di centro sorride: “Quante complicazioni…”. In particolare la replica è a Pier Ferdinando Casini, per la sua collocazione “troppo a sinistra” a causa dell’alleanza con Vendola.

Una vicinanza con Sel che impedirebbe, secondo il leader centrista, possibili alleanze future. Bersani, però, tiene a precisare: “Noi siamo il Pd, di gran lunga il più grande partito italiano, europeista e riformatore. Un partito alternativo a Berlusconi, alla Lega e ai populismi” e che “è aperto a discutere con chi è contro Berlusconi, la Lega e i populismi”. Possibile, quindi, per Bersani aprire a prospettive future tenendo però conto che “queste sono le nostre posizioni, gli altri decidano cosa fare a noi va bene qualunque cosa. Certamente bisogna che queste posizioni escano dalle ambiguità. Noi siamo questo”.

Sulla cosiddetta “agenda Monti” arriva anche il giudizio, a dir poco prudente, dei senatori dell’area ecodem democratici Roberto Della Seta e Francesco Ferrante: “Sull’importanza sociale ed economica dell’ambiente, l’agenda Monti dice cose interessanti e largamente condivisibili, ma tra le parole e le politiche la differenza la fanno le persone e se il ‘green’ di Monti sarà affidato a ministri come Corrado Passera, il verde d’incanto diventerebbe grigio scuro, come il petrolio”.

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