Le dichiarazioni di Monti non sono piaciute al presidente del Senato Schifani. Sin qui nulla di male, anche perché le parole del presidente del consiglio non sono piaciute a molti e per diverse ragioni. Perché mai hanno disturbato tanto Schifani? Le ha forse trovate troppo deboli sull’Europa? Voleva qualcosa di piú sul contrasto agli illeciti mafiosi? Si attendeva un giro di vite contro i conflitti di interesse? Attendeva impegni stringenti contro i corrotti in Parlamento?

Nulla di tutto questo, Schifani era deluso perché “Monti aveva espresso valutazioni politiche in una sede situazionale” che, per altro, era la sede della conferenza stampa di fine anno, dove da qualche decennio si esprimono “valutazioni politiche”.

In ogni caso comprendiamo il disagio di Schifani che era abituato a ben altro tipo di prestazioni. Come dimenticare le corna ai vertici internazionali? Oppure quell’editto bulgaro che ci qualificò anche in terra straniera? Cosa dire di quell’indimenticabile viaggio in Brasile accompagnato dall’amico Lavitola?

Quanto garbo nelle parole “scagliate” contro la Costituzione, la magistratura, le istituzioni, e persino contro quella c…della signora Merkel…Per non parlare  della generosità di chi ha sacrificato se stesso pur di non compromettere i rapporti con l’Egitto e con la famiglia Mubarak.

Queste Si che erano azioni e parole degne di uno statista, espresse sempre con il dovuto senso delle istituzioni e nelle sedi opportune. Come dare torto al povero Schifani? Comunque buon Natale anche a Lui costretto a credere, pur di sopravvivere, agli asini volanti e ai Berlusconi “Mosé” come simpaticamente amava autodefinirsi lo statista di Arcore, nonché capo ufficio del presidente del Senato.

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