La tassa sulla tv pubblica registra un incremento di 1,50 euro rispetto al 2012. Intanto il dg Luigi Gubitosi fa sapere che per combattere l'evasione dell'imposta sono previste alcune misure come la possibilità di accedere agli archivi degli abbonati Sky e conoscere gli acquirenti di apparecchi televisivi
Con il nuovo anno aumenterà anche il canone della televisione pubblica. L’importo del canone Rai che gli italiani dovranno pagare entro il 31 gennaio 2013 sarà infatti di 113,50 euro, con un aumento di 1,50 euro. L’ammontare è stato stabilito con decreto del ministero dello Sviluppo Economico. Il rinnovo degli abbonamenti tv ordinari – spiega la Rai sul suo sito – può avvenire tramite il bollettino postale di c/c 3103 o utilizzando le modalità di pagamento alternative. Il canone può essere saldato dagli abbonati con tre modalità e scadenze: unica rata annuale (importo euro 113,50) con scadenza il 31 gennaio, due rate semestrali (importo euro 57,92) con scadenze il 31 gennaio e il 31 luglio, quattro rate trimestrali (importo euro 30,16) con scadenze 31 gennaio, 30 aprile, 31 luglio, 31 ottobre. Gli importi sono comprensivi della tassa di concessione governativa e dell’Iva al 4%, esclusa la tassa di versamento postale o le commissioni dovute per le altre modalità di pagamento.
In occasione dell’approvazione del budget 2013 in cda il 19 dicembre il dg Luigi Gubitosi aveva spiegato che “il canone risulterà essere l’unica voce di ricavo in lieve incremento anno su anno”, ponendo l’accento sulla necessità “di cercare di migliorare la capacità di riscossione e la riduzione del fenomeno dell’evasione”. Infatti oltre il 25% delle famiglie italiane non paga il canone, si tratta di circa 500 milioni di euro evasi ogni anno. Tra le misure per limitare il fenomeno, la tv pubblica conta di poter accedere agli archivi dei clienti Sky per sapere chi paga l’abbonamento all’emittente satellitare e non il canone. Altra mossa del nuovo management Rai è conoscere gli acquirenti dei nuovi apparecchi televisivi.
Il canone infatti è una tassa legata al possesso del televisore, come chiariscono gli spot antievasione trasmessi dalla Rai. “Lo spot – commenta Vincenzo Donvito, presidente dell’Associazione per i diritti degli utenti e consumatori (Aduc) – oltre ad essere stupido è anche un insulto all’intelligenza media di un qualsivoglia contribuente. Pur se usi la scatola del televisore per farci la casa delle bambole, o l’acquario o il barbecue, devi comunque pagare la tua imposta. Un’imposta sul contenitore, in sostanza”.
Critiche anche dall’associazione di telespettatori cattolici Aiart, secondo cui non c’è un equo rapporto qualità-prezzo.”Inopportuno l’aumento, seppur modesto, del canone Rai, senza nemmeno consultare gli utenti – afferma Luca Borgomeo, presidente di Aiart – la qualità dell’offerta Rai rimane ancora modesta, a fronte di costi interni davvero spropositati. Purtroppo l’ultimo atto del governo dei tecnici dimostra scarsa sensibilità: gli italiani perdono potere d’acquisto ma un’imposta come il canone aumenta”.