“Solo in Italia ha vinto il comunismo ortodosso...per questo sono costretto a candidarmi ancora..”, naturalmente sono parole di Berlusconi, biascicate nel corso dell’ultima esibizione televisiva, questa volta ospite di Uno Mattina, trasmissione della Rai.

Naturalmente l’ortodossia comunista sarebbe oggi incarnata da Bersani che, in caso di vittoria, come è noto porterebbe i cosacchi a cavallo ad abbeverarsi nella fontana di San Pietro come per altro recitava uno slogan elettorale del 1948.

Dalla tragedia alla farsa, come avrebbe scritto Carlo Marx, comunista non ortodosso, ovviamente senza  voler mancare di rispetto agli autori ed interpreti delle farse, antico e nobile genere letterario. Non contento di aver rievocato lo spettro del “comunismo ortodosso”  ci ha fatto sapere che, da oltre un anno, non voleva e non poteva andare più in tv, per questo ora si è visto costretto a discendere un campo per abbattere il “muro del silenzio”.

Di fronte a questo delirio molti, troppi, anche nel centrosinistra, alzano le spalle, ridono, si fregano le mani “perché più parla, più perde voti …”, frasi sbagliate e pericolose nel metodo e nel merito. Quello che a noi sembra osceno e ridicolo è già sembrato credibile a milioni di italiani perché una bugia ripetuta ogni giorno per milioni di volte può assumere il volto della verità, soprattutto se, senza contraddittorio alcuno, potrà continuare a ripetere che le tasse scenderanno e che la giustamente odiata Imu sarà subito abrogata.

Ricordiamo a tutti che Romano Prodi, sia pure in un altro contesto, perse 10 punti in poche settimane, anche allora i furbi e gli opportunisti di sempre si davano di gomito, anzi spiegavano che “tanto la tv sposta poco, il conflitto di interessi non pesa sul risultato elettorale..”, infatti fu quasi pareggio!

In ogni caso non si può assistere in silenzio a questa nuova strage di legalità, questo a prescindere da qualsiasi valutazione sulla efficacia delle esternazioni del Cavaliere. Dal momento che proprio Lui continua a ripetere che “Il suo schieramento e le sue posizioni sono state oscurate”, l’Autorità di garanzia delle comunicazioni potrebbe rendere pubblici i dati relativi all’ultimo anno? Risponde al vero, come ha dimostrato, tra gli altri, il professor Roberto Zaccaria, che il centro destra avrebbe goduto di un largo vantaggio sui competitori?

Nelle ultime due settimane, cioè in questo inizio di campagna elettorale, di quale ” tempo di antenna” (esposizione diretta e senza contraddittorio) avrebbe goduto il cavaliere oscurato? Perché mai l’Agcom sta a guardare e non dispone da subito i tempi compensativi per quelle forze politiche cosiddette minori e che sono state e sono il vero oggetto del massacro? Possibile mai che, almeno in questo,periodo, i dati in possesso dell’Autorità di garanzia, non possano essere forniti ogni giorno, in modo pubblico e immediatamente leggibili da parte di ogni cittadino?

Sono questi i momenti nei quali si rivela tutta la debolezza di un arbitro integralmente nominato dai governi e dai partiti e che fatica a far prevalere l’interesse generale sul conflitto di interessi. Se la situazione attuale dovesse perdurare sarà davvero il caso di chiedere alla agenzie internazionali, che da tempo hanno assegnato all’Italia una maglia nera in materia di libertà di informazione, di sostituirsi all’arbitro nazionale e di ricondurre l’Italia nei parametri europei.
Qualcuno avverta anche quelli che: ” Tanto la tv non sposta voti”!

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