“Tutto questo è a sostegno al divertimento dell’imperatore… ciarpame senza pudore… tutto in onore del potere… figure di vergini che si offrono al drago per rincorrere il successo…”. Era l’aprile del 2009 quando Veronica Lario, con queste parole, di fatto avviava la separazione da Silvio Berlusconi. Appena otto mesi prima, visto con gli occhi dell’imprenditore barese Gianpi Tarantini, Berlusconi viene descritto come il “dittatore” in un’intercettazione che – insieme ad altre, nelle quali Gianpi parla con l’allora ministro degli Affari Regionali, Raffaele Fitto, e la parlamentare del Pdl Elvira Savino – ora potete ascoltare su ilfattoquotidiano.it. Audio e toni che valgono più di mille parole e che raccontano come, almeno tra il 2008 e il 2010, il Paese fosse governato da un uomo sempre più preso dalla smania di autocelebrarsi, di organizzare feste e sedurre donne, tanto da passare innumerevoli notti in bianco, per poi “addormentarsi mentre parla”.

Collaborare, anzi organizzare la vita notturna di Berlusconi, significava conquistare un posto al sole della politica e degli appalti pubblici: questo comprende, Gianpi Tarantini, in poche settimane. Conosce Berlusconi al matrimonio di Elvira Savino, in pochi giorni è già ospite del premier nella sua villa in Sardegna, con Simon Le Bon e Simona Ventura, con “decine di guardie del corpo che scorrazzano, armi in pugno, a bordo di moto da cross”. Quella tra Gianpi e Berlusconi sembra davvero una folgorazione reciproca: ciascuno può offrire all’altro ciò che cerca, donne in cambio di affari, esattamente come dice Veronica Lario, quando parla del “divertimento dell’imperatore” in “onore del potere” per “rincorrere il successo”. Ma Tarantini – e le intercettazioni lo dimostrano – non naviga nell’oro. Anzi. È rincorso dai creditori. Eppure alza il tiro, chiede contanti su contanti, viaggia in continuazione, investe su Berlusconi e – per farlo – investe sulle donne da presentargli. In poche settimane la sorte inizia a sorridergli: parte in Cina con il premier, che gli procura un visto all’ultimo momento, attraverso la sua fidata segretaria personale, Marinella Brambilla. Gianpi è in bolletta, nel vero senso della parola, visto che da Pechino è costretto a chiamare l’azienda municipale del gas che, per una fattura insoluta, minaccia di sospendergli l’erogazione per la casa. Al ritorno da Pechino, però, mentre discute con il direttore di un’azienda di factoring, si vanta: “Berlusconi è un mio amico, mi candida alle prossime elezioni, sarò secondo nel listone bloccato”. Gianpi sta entrando nella stanza del potere. E sa che sono le donne, il suo vero passepartout, infatti il tono della sua voce diventa molto serio e professionale quando deve spiegare a Barbara Guerra come vestirsi per incontrare il premier.

Il futuro candidato per Forza Italia – candidatura tramontata prestissimo – inizia a mostrare i muscoli con il ministro Raffaele Fitto: gli fa capire che è lui, Gianpi, a ingraziare il ministro con il premier, che è lui, Gianpi, a garantire sulla fedeltà di Fitto. In poche parole: Gianpi gli dice che conta più del ministro. Anche Elvira Savino, che pure ha favorito il loro incontro, deve chiedere a Tarantini come incontrare Berlusconi. Poi però arriva l’inchiesta della procura di Bari, l’intervista di Patrizia d’Addario al Corriere della Sera, e il sogno di Gianpi s’infrange di colpo: conosce mille segreti di Berlusconi e, del premier, ai pm, dirà sempre e soltanto che no, proprio non sapeva che lui pagava le donne che gli portava.

Mesi dopo, grazie a un inchiesta della procura di Napoli, condotta dai pm Henry John Woodcock e Vincenzo Piscitelli, si scopre che Gianpi viene pagato, con oltre 500mila euro, da Berlusconi per tutelare – secondo l’accusa – l’immagine dell’ex premier dinanzi ai pm baresi. Berlusconi viene così indagato a Bari – insieme con Valter Lavitola – per aver indotto Tarantini a mentire. Tarantini, per le stesse vicende, viene invece indagato a Roma per estorsione. E tutto questo groviglio giudiziario, per quanto riguarda Gianpi e Berlusconi, nasce proprio nell’estate del 2008, quando Tarantini resta incantato dal “dittatore” che, oggi, dopo il divorzio dalla moglie, mira a rifarsi un’immagine – con la first lady Francesca Pascale – per convincere gli italiani che il “drago” è cambiato, che “le vergini” non gli interessano più, che è pronto a guidare, per l’ennesima volta, il governo del Paese.

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