Politica

Elezioni 2013, Bersani: “Monti ora chiarisca come si pone rispetto al Pd”

Casini: "Oggi non nasce un partito, ma una speranza per gli italiani". Alfano: "Candidature moderate che nascondono un disegno di alleanza con la sinistra". Di Pietro: "Il Professore si è tolto la maschera e si è mostrato per quel che è: un veterodemocristiano"

“Oggi non nasce un partito personale ma una speranza per gli italiani: adesso tutti al lavoro”. Pierferdinando Casini battezza attraverso Twitter l’inizio della corsa elettorale della coalizione che vedrà come capo il presidente del Consiglio Mario Monti. Futuro e Libertà farà la sua parte, assicura il presidente della Camera Gianfranco Fini: “La coalizione annunciata da Monti apre all’Italia una prospettiva di rinnovamento” dice. E continua, apparentemente, a raccogliere adesioni, nel Pdl come nel Pd. L’ultimo in ordine cronologico è Mario Adinolfi, entrato in Parlamento da pochi mesi proprio nelle file dei democratici.

Carlo Calenda e Andrea Romano, rispettivamente direttore politico e direttore di Italiafutura, affermano: “E’ stata una giornata di grande soddisfazione che vede coronare il lavoro di tre anni di Italiafutura e del presidente Montezemolo, per riportare al centro della politica la società civile. Ringraziamo il presidente Monti per il suo impegno e il suo coraggio in questa decisiva sfida per le sorti dell’Italia”.

Dagli altri schieramenti replica Pier Luigi Bersani, candidato a Palazzo Chigi per il centrosinistra, che ha invitato Monti a chiarire come si porrà rispetto al Pd. “Bisogna vedere come Monti stesso e queste formazioni centrali si riterranno rispetto al Pd che è il primo e più grande partito di questo Paese”, ha detto al Tg5. “Si riterranno alternativi, competitivi, disponibili a un’alleanza?”, ha chiesto. “Ho sempre detto che i progressisti sono aperti a discutere una convergenza – ha ricordato – con una forza europeista, moderata, centrale che si ritenga alternativa alla destra”. “Non tocca a noi chiarire – ha insistito – Questo si chiarirà conoscendo le intenzioni degli altri”. Quanto all’endorsement dell’Osservatore Romano “non penso sia ingerenza, è una libera espressione di giudizio, va benissimo, ognuno può dire quello che pensa. Io però la nobiltà della politica preferisco guardarla dal basso, i 100mila volontari al lavoro, durante le ferie, per le nostre primarie o le sindache della Locride”.

Diversa interpretazione quella del segretario del Pdl Angelino Alfano: “La conferenza stampa del senatore Monti – spiega – rivela in modo inequivocabile il tentativo di nascondere dietro qualche candidatura moderata un disegno di alleanza con la sinistra”. “In un colpo solo – aggiunge Sandro Bondi – Monti ha usurpato la fiducia dei partiti che lealmente lo hanno sostenuto alla guida del governo, del presidente della Repubblica che lo ha chiamato ad assumere un incarico tecnico, degli italiani che hanno creduto alla sua promessa da marinaio di non schierarsi politicamente”. Attacca anche il capogruppo del partito alla Camera Fabrizio Cicchitto: “Nei giorni pari Monti fa ilPresidente del Consiglio,nei giorni dispari il capo di una mini coalizione centrista. La confusione dei ruoli ètotale,con conseguenze assai negative anche dal punto di vista istituzionale”. Il fuoco di fila prosegue con il fondatore di “Fratelli d’Italia” Ignazio La Russa: “Smascherato il progetto oligarchico, il premier accetta di guidare una lista di poteri forti. La sua vera e unica emergenza è quella di mantenere la poltrona. E meno male che aveva giurato di non volersi mai candidare”. 

Critico anche il presidente dell’Italia dei Valori Antonio Di Pietro: “Monti finalmente si è tolto la maschera e si è mostrato per quel che è veramente: un vetero-democristiano della Prima Repubblica che, pur di sopravvivere politicamente, vuole stare con la sinistra ma anche con la destra”. “La carica di senatore a vita per Monti è solo un alibi – per non verificare di persona quanto egli sia impopolare nel Paese. Monti non si candida alle elezioni solo perchè probabilmente non verrebbe eletto e perchè teme il giudizio del popolo sovrano: non ci sono altre ragioni plausibili”.