Sabato 29 e domenica 30 dicembre gli elettori democratici sceglieranno il 90% dei propri candidati parlamentari. Il partito di Bersani si divide tra uomini forti sul territorio e soliti noti. Tra questi Rosy Bindi, Anna Finocchiaro e Vladimiro Crisafulli. Ma c'è anche qualche sorpresa
Un’operazione chirurgica necessaria. Le primarie per i parlamentari, dopo l’opposizione (almeno a parole) al Porcellum, il Partito democratico le doveva fare. Per questo motivo sabato 29 e domenica 30 dicembre i volontari del partito riapriranno i gazebo per far votare chi si è già espresso alle primarie del centrosinistra e ora vuole dire la sua anche sulla rappresentanza parlamentare. In piene vacanze natalizie, di certo non è favorita la partecipazione.
In più non ci sono da aspettarsi grandi nomi vip: il segretario democratico si è riservato un listino bloccato all’interno del quale coinfluiranno tutti i bersaniani più stretti e anche i candidati “protetti”delle altre correnti del partito. A cercarsi le preferenze sono stati mandati quelli che lo fanno con grande esperienza o chi non ha altra scelta per arrivare a un seggio. Della prima categoria, quella più affollata, fanno parte i dirigenti sul territorio. Segretari provinciali e regionali ma anche molti amministratori che hanno chiesto una deroga per poter approdare a Roma. L’ordine di Bersani è stato chiaro: le buone prassi amministrative possono aiutarci a spiegare come vogliamo governare il Paese ed evitare così il rischio di un pareggio al Senato. Anche se, salvo deroghe, restano fuori dalle primarie i presidenti di Regioni e Province, e i sindaci delle città con più di 5mila abitanti. Così stabilisce il regolamento sottoposto alla direzione nazionale del partito democratico. Non potranno correre neppure i presidenti dei municipi, e i consiglieri regionali, a meno che i consigli non siano stati sciolti. Fuori anche i parlamentari europei.
Battaglia dura in Lombardia , Lazio e Sicilia. Dove si preferisce il re delle preferenze Vladimiro Crisafulli alla più debole Anna Finocchiaro, costretta a emigrare in Puglia. Anche per Rosy Bindi niente sfide con la sua Toscana, meglio trasferirsi a Reggio Calabria. Del resto, dei dieci derogati, solo quattro si sottoporranno al giudizio dei gazebo. Oltra a Finocchiaro e Bindi anche Garavaglia e Cesare Marini. Della società civile, invece, rarissime tracce.
Alle prese con le primarie, negli stessi giorni, anche Sinistra ecologia e libertà. Nichi Vendola ha scelto una rosa di parlamentari da inserire nel listino bloccato tra esterni (come il segretario Fiom-auto Giorgio Airaudo) e uomini del partito. Escluso invece il leader dei giovani, Marco Furfaro.
NORD
Gli amministratori per spiegare il buon governo
LOMBARDIA
Dove c’è bisogno dei voti dal territorio scendono in campo gli amministratori storici: Mirabelli ha una vita tutta dentro al partito. Coordinatore cittadino, poi segretario provinciale, dal 2005 è consigliere regionale alla Regione Lombardia.
GABRIELE MESSINA
LOMBARDIA
Uomo di Penati e tesoriere del Pd lombardo, Messina ha stupito tutti quando si è schierato a sorpresa con i renziani. Con lui una pattuglia di 5 candidati pro sindaco di Firenze, da Marco Campione a Lia Quartapelle.
LUIGI VIMERCATI
LOMBARDIA
Già sottosegretario ai Trasporti del secondo governo Prodi e assessore provinciale con Filippo Penati. Il fratello Giordano è coinvolto nell’inchiesta sul “sistema Sesto”.
LOMBARDIA
Nato rottamatore e cresciuto battitore libero, Civati è uno dei volti noti tra i giovani del Pd e tenta di arrivare a Roma dalla natia Monza.
CESARE DAMIANO
PIEMONTE
Nella provincia di Torino è schierata la nomenklatura piemontese, ma i risultati non sono alla portata di tutti. Può farcela Damiano. Candidati anche Pietro Marcenaro, Fabrizio Morri, Magda Negri.
STEFANO ESPOSITO
PIEMONTE
É il deputato che porta avanti la battaglia a favore del Tav. Ha proposto di non rinnovare la tessera del Pd a chi si fosse mostrato contrario alla nuova ferrovia Torino-Lione e denunciato due insegnanti che avevano portato gli alunni in gita nella Valle.
ALESSANDRO NACCARATO
VENETO
Ci riprova per la terza volta Naccarato, già in Parlamento nel 2001 e 2006 dopo una carriera politica a Padova in cui è stato anche segretario regionale. La Puppato invece aspira a un posto nel listino bloccato.
VENETO
Uno dei big del partito, derogata, già vicesindaco di Roma, che si candiderà in una regione non di appartenenza è Maria Pia Garavaglia. A Verona ci sarà lei e non Alessandra Moretti che punta al listino bloccato.
PAOLO COPPOLA
FRIULI VENEZIA GIULIA
Assessore all’Innovazione del Comune di Udine è un esperto di nuovi media ed è l’artefice del boom internet di Debora Serracchiani.
LIGURIA
Possibile capolista della sua Regione, il responsabile Giustizia del Pd, uno dei volti più noti tra i quarantenni, ha chiesto di sottoporsi alle primarie ed è candidato a La Spezia.
MARIO TULLO
LIGURIA
Deputato uscente è uno degli uomini-macchina del partito. Tullo ha ricoperto tutti i ruoli, dalla Federazione Ds comunale a quella regionale.
CENTRO
Renzi punta tutto sulle Regioni rosse con Nardella e Richetti
TOSCANA
I renziani puntano tutto sulle regioni rosse. Nardella è il vicesindaco di Firenze, braccio destro di Matteo Renzi, che conta di andare ad infoltire il gruppo dei rottamatori in Parlamento.
KATIA FALEPPI
TOSCANA
Vicesindaco di Terranuova, anche lei renziana, punta tutto sul derby aretino dove il partito è spaccato a metà. In corsa Donella Mattesini e il segretario provinciale Marco Meacci, per i bersaniani, mentre Marco Donati è con lei. I posti in palio sono soltanto due.
PAOLO BOLOGNESI
EMILIA ROMAGNA
Presidente dell’associazione che riunisce i familiari delle vittime della strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980, viene dalla società civile e dice di sentirsi vicino anche alle ragioni del Movimento 5 stelle.
EMILIA ROMAGNA
Modenese, presidente dell’assemblea legislativa della Regione, Richetti viene dalla Margherita, è considerato “il bello” dei renziani e soprattutto ha i voti per farcela da solo e non necessita di uno dei pochi posti sicuri a Montecitorio che spetteranno al sindaco.
UMBERTO MARRONI
LAZIO
Figlio di Angiolo Marroni, oggi garante dei detenuti del Lazio e Leda Colombini, partigiana e figura di primo piano del Pci scomparsa un anno fa. Umberto Marroni è già capogruppo del Pd in Campidoglio e vuole comunque partecipare anche alle primarie per il sindaco.
DANIELA VALENTINI
LAZIO
É uno dei consiglieri regionali uscenti. Dopo la decisione di rinnovare completamente le liste della Pisana, in molti convergono sul Parlamento. Ci sono anche Astorre, Scalia, Moscardelli, Di Stefano, Lucherini.
LAZIO
Dalemiano di ferro, cresciuto nella sezione Mazzini di Roma, sotto casa del lìder maximo, Orfini (in ticket naturale con Giuseppina Maturani, presidente del consiglio provinciale) gioca contro un altro giovane turco, Stefano Fassina.
ROBERTO GIACHETTI
LAZIO
Dopo la battaglia in Parlamento contro il Porcellum che l’ha visto digiunare per quattro mesi, ora Giachetti tenta di ritornare a Montecitorio da solo, con le forze che gli sono rimaste.
EMILIA ROMAGNA
Atleta olimpica, oggi impegnata nel sociale, è una delle poche facce non di partito presenti nella competizione elettorale.
ORIANO GIOVANNELLI
MARCHE
Deputato uscente, già presidente nazionale della Lega delle Autonomie Locali, è stato il tesoriere della campagna elettorale di Bersani per le primarie.
STEFANIA PEZZOPANE
ABRUZZO
Presidente della Provincia ai tempi del terremoto ora è assessore al comune del L’Aquila con la giunta di Cialente.
SUD
La carica dei “mr preferenze” e i big nei seggi sicuri
ANTONIO AMATO
CAMPANIA
Tonino Amato, ex operaio metalmeccanico poi ferroviere è il vero uomo forte del partito campano su cui il Pd punta tutto per raccogliere i voti del territorio. Leader di Area Democratica, fortissimo a Bagnoli e Fuorigrotta. Ma passato il momento delle preferenze, gli stessi uomini sapranno ricostruire il consenso politico?
ANTONIO BORRIELLO
CAMPANIA
Già assessore con la Iervolino, è stato coinvolto nell’inchiesta Global Service e ha subìto il congelamento dell’indennità per la gestione della dismissione degli immobili comunali. È noto anche per un cameo nel film “La Cosa” di Nanni Moretti.
CAMPANIA
Presidente del consiglio comunale di Napoli dal 2006, già consigliere dal 2001, è figlio di Berardo Impegno, parlamentare del Pds coinvolto e poi assolto nell’inchiesta Mani pulite.
FRANCO CAPOBIANCO
CAMPANIA
Casertano, ex assessore provinciale, è stato arrestato nell’inchiesta Biopower e successivamente prosciolto.
PUGLIA
Per la presidente dei senatori è pronta una candidatura a Taranto e non nella sua amata Sicilia. Ma le primarie non servivano a dimostrare il radicamento dei parlamentari nei territori?
CALABRIA
Neanche la presidente del partito a quanto pare se l’è sentita di candidarsi nella sua Toscana, sedotta dal renzismo, ed è stata “paracadutata” a Reggio Calabria, regione nella quale sarà probabile capolista.
ALFREDO D’ATTORRE
CALABRIA
Professore di Filosofia a Salerno è il commissario del partito in Calabria dalla scorsa estate. “Non sono stato mandato qui da Bersani per essere candidato” diceva fino a pochi giorni prima di scegliere di partecipare alle primarie. Decisione che ha scatenato il caos nella provincia di Catanzaro.
TANIA RUFFA
CALABRIA
Candidata dei giovani democratici, non arriva a 30 anni. Già collaboratrice dell’ufficio stampa del Pd è la nipote dello storico direttore (oggi in pensione) del gruppo parlamentare della Camera.
SICILIA
È il re di Enna, già deputato e senatore, è l’uomo di cui il Pd non può fare a meno, nonostante le sue vicende giudiziarie ormai chiuse. Famosissima la sua frase “a Enna vinco con il proporzionale, con il maggioritario e anche con il sorteggio”. Per il resto, le liste in Sicilia devono ancora essere pubblicate.
da Il Fatto Quotidiano del 27 dicembre 2012