Di ritorno per le vacanze in Italia, ho finalmente un po’ di tempo da dedicare a questo blog.
Ogni anno che passa mi sento sempre più un alieno in patria, ma credo che proprio questo sia il valore aggiunto che posso dare scrivendo qui: un punto di vista in qualche modo ‘esterno’, che non vuol necessariamente dire ‘obiettivo’ e che non pretende di essere ‘corretto’, ma che può avvalersi di un distacco impossibile per chi vive immerso nel blob quotidiano del Belpaese.
Ormai ho anche l’aiuto (non necessariamente richiesto) dei miei figli, che hanno l’età delle domande che spiazzano. Allora quando, dopo mille chilometri di viaggio, arriviamo finalmente a Torino, al primo semaforo (e non esagero: al primo semaforo) mio figlio si scuote dal torpore e chiede: “Papà, perché quei signori passano col rosso?”. Gli spiego che sono maleducati e che non si dovrebbe fare, ma mi sento anche in obbligo di avvertirli che ne vedranno altri: qui ci sono tanti maleducati – e quindi fate molta attenzione quando attraversate la strada, anche con il verde!
Per fortuna non si sono resi conto che, da quando abbiamo passato le Alpi, ho rischiato più incidenti (grazie a idioti sfreccianti al doppio del limite di velocità e alla segnaletica surrealista) che in tutta la tratta Belgio-Lussemburgo-Francia.
Nei giorni che seguono mi ritrovo a fare predicozzi di tenore simile: fate attenzione a dove mettete i piedi, perché qui ci sono dei maleducati che non raccolgono la cacca dei loro cani. E così via.
Non ci metto molto a chiedermi se non stia esagerando: possibile che debba presentare il mio paese ai miei figli in questo modo? Leggendo i giornali non trovo conforto: la sala d’aspetto di un ospedale pubblico coperta di graffiti in italiano improbabile come se fossero i bagni di uno stadio di calcio: un Comune del torinese che ha ridotto i morti e i feriti gravi di un terzo semplicemente piazzando degli autovelox (e, si suppone, dopo una bella serie di multe); l’intero piano del Comune di Torino per il bike sharing in balìa del parcheggio selvaggio davanti alle bici.
Leggo anche dell’agenda Monti, mi incuriosisco e la scarico da internet. Al paragrafo 4 trovo “Cambiare mentalità, cambiare comportamenti“. Non posso che essere d’accordo.
Disclaimer: Come riportato nella bio, il contenuto di questo e degli altri articoli del mio blog è frutto di opinioni personali e non impegna in alcun modo la Commissione europea.