La sigla di settore Filcams Cgil ha indetto un blocco dei turni per i locali del capoluogo lombardo, dei centri commerciali e degli aeroporti. Al centro della protesta l'atteggiamento dell'azienda negli ultimi mesi. Il sindacato denuncia “indebite condotte da parte delle direzioni dei singoli locali” e un atteggiamento discriminatorio soprattutto verso le lavoratrici
Fine d’anno di protesta per i dipendenti di Autogrill a Milano e provincia. Dopo i presidi dello scorso aprile (guarda video) e la serrata il giorno di Natale dei dipendenti dei punti vendita della rete stradale e autostradale, per tutta la giornata di San Silvestro la sigla di settore Filcams Cgil ha indetto uno sciopero dei lavoratori dei locali di Milano città, dei centri commerciali e degli aeroporti.
Le ragioni dell’agitazione sono diverse, e tutte riconducibili, come spiega la Filcams Cgil, “all’atteggiamento dell’azienda negli ultimi mesi”. Autogrill “si fregia della certificazione di ‘Responsabilità sociale’ (SA 8000)” e per questo dovrebbe “avere a cuore la tutela della dignità di lavoratori e lavoratrici”. Invece, segnala il sindacato, “sempre più spesso agli impegni dichiarati non corrispondono comportamenti coerenti”.
“Autogrill non sta dialogando con i sindacati, ma ci sta mettendo di fronte al fatto compiuto”, precisa a Ilfattoquotidiano.it Giorgio Ortolani, segretario della Filcams Cgil lombarda. “Ad esempio, molti dei negozi sono in affitto, e quando cessa la locazione i lavoratori vanno in mobilità. È successo due mesi fa a Busto Arsizio, e pochi giorni fa la vicenda si è ripetuta in provincia di Piacenza e a Lecco, al centro commerciale La Meridiana. Specialmente in città piccole, è difficile ricollocare i lavoratori: l’Autogrill più vicino si trova magari a 30-40 chilometri di distanza, e lo spostamento non conviene a chi fa turni di 4 ore al giorno”. Non solo: il sindacato denuncia anche “indebite condotte da parte delle direzioni dei singoli locali: forzature verso i dipendenti nell’utilizzo di ferie e permessi, abuso della flessibilità dell’orario di lavoro, pressanti inviti ai dipendenti per firmare riduzione degli orari contrattuali”.
C’è poi il problema di chi lavora sulla rete autostradale: ad Autogrill, fa sapere Ortolani, “Autostrade per l’Italia ha assegnato il 61% delle concessioni. Ma se nei prossimi mesi l’azienda fosse costretta dalle norme antitrust a rinunciare a parte di queste concessioni, cosa sarebbe dei lavoratori?”. Per ora, denuncia il sindacalista, Autogrill “vuole lasciare un solo operatore in servizio per i turni notturni nei locali autostradali”, e spesso si tratta di lavoratrici donne. Una decisione che, secondo Filcams, “va ad aggravare i rischi per la sicurezza e dimostra ulteriormente come il profitto per Autogrill sia diventato più importante della sicurezza delle persone. Vi piacerebbe che vostra moglie, vostra madre, vostra figlia lavorasse da sola di notte in autostrada?”
E sempre le donne sono al centro di una vertenza sulla quale il sindacato vuole riaccendere i riflettori. Il 26 novembre il tribunale di Milano ha disposto il reintegro di sette dipendenti (sei lavoratrici madri e un lavoratore con ridotte capacità) licenziati a seguito della chiusura della mensa di via Caboto, a Milano, che serviva i dipendenti del vicino centro Vodafone. “Autogrill non ha nemmeno partecipato all’appalto per la gestione della nuova mensa interna: ad aggiudicarselo è stata la multinazionale Compass, che però non si è fatta carico del personale. E nemmeno Autogrill ha ricollocato i dipendenti, nonostante in quel periodo stesse assumendo personale a Milano; tanto che ci siamo dovuti rivolgere prima alle istituzioni, Provincia e Regione, e poi al giudice del lavoro”. A seguito della sentenza, i lavoratori sono stati reintegrati, ma in sei casi su sette sono stati assegnati a locali distanti oltre 50 chilometri dalle abitazioni, tra andata e ritorno. “Una scelta discriminatoria”, commenta Ortolani, che ha scritto all’azienda per segnalare la situazione e chiedere soluzioni alternative.
Il clima tra i dipendenti, secondo il sindacalista, è di grande preoccupazione. “Chiediamo chiarezza sul futuro del personale, e maggiore attenzione alle questioni del lavoro femminile e della discriminazione”, spiega Ortolani. E per gli Autogrill milanesi il 2012 si chiuderà nel segno della protesta.