“Mi scusi, ma lei che ha fatto?”. La domanda è spiazzante, la location, una specie di centro multi-uso, che nelle indicazioni è uno studio dentistico, pure. Aperitivo elettorale a via Tagliamento, Roma, per Matteo Orfini, giovane turco, classe 1974, responsabile Cultura e Informazione del Pd, carriera politica di lungo corso. “Ho fatto il segretario di sezione da giovanissimo, tanto per cominciare. Poi, sono archeologo”, risponde, largo sorriso, e senza scomporsi, Matteo Orfini, completo scuro, cravatta rossa e parlantina veloce. Orfini è uno di quelli che avrebbero avuto un posto nel listino bloccato, ma che ha deciso di andarselo a guadagnare. Come Stefano Fassina, sempre a Roma, o Andrea Orlando, a La Spezia. “Che differenza c’è con una campagna elettorale con le preferenze? Beh, lì puoi prendere potenzialmente i voti di tutti, qui hai un elettorato bloccato. Per cui, vai un po’ a tentoni, speri di incontrare le persone giuste”. Tanto più, che “gli elenchi dei votanti, io non ce li ho”.

Ammessi al voto nelle cosiddette “primarie di Capodanno” gli elettori delle consultazioni del 25 novembre più gli iscritti al Pd nel 2011. E visto che la congiuntura politica lo ha portato a questo, Orfini è in ballo e balla. Venerdì fino a tarda notte una specie di festa con altri “giovani turchi” in una birreria romana. Nel Lazio, come in Veneto, Trentino, Friuli, Emilia. Romagna, Toscana, Marche, Puglia, Basilicata, Sicilia, Sardegna si vota oggi per i parlamentari di Pd e Sel.

E dunque, Orfini ieri ha fatto volantinaggio ai mercati di Subaugusta e di Balduina, poi Magliana e Ostia. Per guadagnare un posto sicuro in lista servono 2500-2700 voti a Roma. 900 candidati nel Pd per 923 posti in lista, a cui però vanno aggiunti i 139 del listino bloccato, tutti blindatissimi. E visto che i parlamentari democratici saranno circa 400, a restare fuori saranno parecchi. Ieri, gli organizzatori, che temevano il flop, cantano vittoria. “Affluenza ottima, meglio del previsto”, in un Tweet di Di Traglia. In serata il 30% nelle Regioni dove si votava ieri (Piemonte, Liguria, Lombardia, Alto Adige, Umbria, Abruzzo, Campania, Calabria, Molise). Stasera si aspettano dunque, 1 milione di votanti in tutto. Il clima nel complesso sotto-tono. In Lombardia i cittadini sono stati chiamati ai seggi del centrosinistra quattro volte in poco più di un mese. A fine giornata il Pd parla di “scommessa vinta”, comunicando un’affluenza di circa 80mila persone. Ma c’è chi sostiene esattamente il contrario come Pippo Civati, candidato a Monza: “Hanno toppato la data a vantaggio di chi è molto noto e chi ha un forte ascendente sull’organizzazione del partito, non era questo lo spirito delle primarie”. Nelle 50 sezioni milanesi regna un mix di delusione e di orgoglio. Del resto ci sono più posti in lista che candidati, 145 contro 102 e quindi di primarie di “scorrimento” si parla, dove il gioco era piazzarsi nella parte alta della graduatoria. Solo a tarda notte si saprà chi ha avuto la meglio. In corsa a Bergamo c’è pure Giorgio Gori (poi bocciato dagli elettori, ndr). Qualche polemica nei seggi di Sel: un militante, ad esempio, è riuscito a votare 3 volte in 3 seggi senza avere i requisiti.

A Napoli a mezzogiorno e un quarto nella Casa del Popolo di Ponticelli, 58 anni di storia ‘rossa’ del quartiere ultraproletario di Napoli, non c’è nessuno in fila a votare per le parlamentarie del Pd. Quattro ore dopo l’apertura del seggio arrivano in 43 su una platea di 374 aventi diritto. “In questo quartiere i nostri parlamentari di riferimento di una volta erano Napolitano e Chiaromonte” spiega un militante di lungo corso. Ieri c’erano loro, oggi bisogna scegliere tra vari signori delle preferenze con esperienze in Regione e al Comune. Sono all’altezza di quei predecessori? “Perché – risponde – la società attuale è all’altezza di quella di 40 anni fa”? Un signore in cravatta aggiunge: “Queste primarie sono una falsa democrazia, scegliamo tra nomi imposti dal partito”. E allora perché è venuto a votare? “C’è un candidato che mi piace”. Nella zona Mercato, alle spalle dell’ospedale Loreto Mare, il seggio si trova tra i bassi, nella sede di un’associazione del terzo settore, la ‘Salaam House’. Alle pareti una bandiera della pace e quadretti di Topolino. Alle 13.30 hanno votato in 68 per le primarie Pd e solo 2 per le primarie Sel su una platea di 280 circa. Però i capilista li sceglie Bersani. “Secondo me anche Grasso dovrebbe passare attraverso le primarie per vedere se realmente è gradito alla base democratica”, si lascia scappare uno del seggio. A Napoli ispira maggiore simpatia il magistrato anticamorra Raffaele Cantone, sul quale si sta intensificando il pressing da Roma. “Cantone in lista? Sarebbe fantastico” sintetizza una volontaria del polo oncologico-pediatrico Pausilipon, che ha appena votato nel seggio ‘borghese’ di via Posillipo 317. Sono le 15 e hanno votato in circa 360 su una platea di 1160 nel seggio ricavato nell’androne di un palazzo signorile con vista spettacolare sul mare e sul Vesuvio, dove però non c’è neanche il bagno. In serata in Campania sono 30mila. Se il voto è durato 2 giorni per lo spoglio complessivo si deve aspettare il 2 gennaio. E per capire chi sarà effettivamente in lista si arriva a metà mese.

di Vincenzo Iurillo e Thomas MacKinson

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