Richetti fa il pieno. A Modena passa la 28enne segretaria dei giovani democratici Giuditta Pini che batte due parlamentari uscenti. A Bologna stravince De Maria, bene Sergio Lo Giudice. Al di sotto delle aspettative, invece, il renziano Zacchiroli: con poco più di duemila voti è praticamente fuori. Tre i parlamentari uscenti che perdono il posto. Nel Ravennate posto sicuro per l'ex canoista olimpica Josefa Idem
Dopo il flop di Giorgio Gori, questa volta un altro luogotenente di Matteo Renzi stravince le sue primarie. Matteo Richetti, modenese, presidente del consiglio regionale dell’Emilia Romagna, uno dei più vicini al sindaco di Firenze e coinvolto nella vicenda giudiziaria per le auto blu, è infatti arrivato primo nelle primarie di Modena: per lui, quindi, garantito un seggio alla Camera. Richetti ha preso, stando ai dati quasi definitivi, oltre ottomila voti, mettendo in fila, il segretario Pd e due parlamentari uscenti. Tra le donne la giovanissima Giuditta Pini, 28 anni, segretario dei giovani democratici vince a sorpresa. E’ una delle grandi novità delle primarie.
In provincia di Bologna, invece, Andrea De Maria ha stravinto con 10.443. Bene Claudio Broglia (6.576), Sergio Lo Giudice (4.814) e Paolo Bolognesi (4.392). Al di sotto delle aspettative Benedetto Zacchiroli con 2.223 voti. Tra le donne fanno il pieno Marilena Fabbri (8.107 voti), Rita Ghedini (6.122) Donata Lenzi (5.830) e la prodiana Sandra Zampa (5.715).
A spoglio ultimato, è finita in uno scontro verbale tra Paolo Bolognesi, arrivato quarto tra gli uomini, e Sandra Zampa, quarta tra le donne. La posta in palio è il settimo posto in lista, l’ultimo a garantire la certezza dell’elezione. La Zampa ha avuto più voti di Bolognesi, e rivendica il posto. Ma in base alla regola che vorrebe l’alternanza rigida in lista tra un uomo e una donna (considerato che il primo posto spetta ad Andrea De Maria, il più votato), dovrebbe passare Bolognesi. La questione sarà rimandata alla direzione regionale che il 5 gennaio stilerà le liste definitive. Il rischio – si fa notare in ambienti Pd – è che una norma pensata per tutelare la parità di genere finisca non solo per penalizzare una donna, ma anche per mettere in discussione un principio democratico. Un caso che non sarà semplice da risolvere, anche perché chiunque dei due esclusi sarebbe un escluso eccellente.
Oltre a Zampa (seppur in maniera provvisoria, come abbiamo detto) altri due parlamentari uscenti perdono il posto: si tratta del politologo Salvatore Vassallo e dell’ex Cgil Paolo Nerozzi: entrambi, infatti, non hanno raggiunto i voti necessari per un buon piazzamento in lista.
Ce l’ha fatta ampiamente, invece, la canoista tedesca di origine, ma ravennate di adozione, Josefa Idem, che ha partecipato a otto olimpiadi, vincendo l’oro a Sydney nel 2000. Da tempo attiva nel Pd, anche con ruoli amministrativi, la Idem è arrivata prima alle primarie nella sua provincia con 9.382 preferenze: ciò che serve per ottenere un posto sicuro in lista. “Lo spirito di fiducia e collaborazione – ha commentato – hanno reso il confronto sereno e sono certa che, da questa prova, nascerà un partito più forte e coeso di prima. Ora tutti al lavoro per vincere le elezioni”. (e.liu.)